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ECOLOGIA MESTRUALE: ONORARE IL SANGUE

17 Febbraio 2020 by Renata e Asimo Leave a Comment

ECOLOGIA MESTRUALE

 

Come gestire il sangue che zampilla mensilmente dal tuo corpo femminile

Chi segue questo blog e la rubrica dedicata alle donne in cammino evolutivo sa che periodicamente pubblichiamo articoli dedicati all’energia femminile. Oggi vogliamo introdurre un argomento importante per la donna: le mestruazioni. Lo vogliamo affrontare da un punto di vista energetico e spirituale. In particolare, ciò di cui si parlerà è il sangue: come averci a che fare, come e dove raccoglierlo e…sì, dove metterlo. Che fine fa il sangue che con le mestruazioni esce dal tuo corpo di donna? La risposta non è per nulla scontata. Un’indagine su questo tema apre interessanti scenari che riguardano te come donna, la Natura di cui il tuo corpo fa parte, e l’energia femminile nel suo aspetto sia individuale che universale. Quali scelte compiere nel quotidiano, che siano utili per la tua salute e la tua energia? Ecco alcune proposte da attuare subito, traendone giovamento sia fisico che spirituale.

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La sacralità del sangue mestruale

Il sangue mestruale è una manifestazione fisica del sacro femminile, così come altri fluidi quali la placenta, il latte materno, e i liquidi lubrificanti secreti dalle ghiandole vaginali. Essi non hanno semplicemente una valenza bio-fisiologica, ma sono espressioni delle qualità femminili essenziali. Inoltre, sono portatori del DNA unico e irripetibile che ogni donna porta con sé. Imparare ad accettare, rispettare e amare il proprio sangue mestruale è parte del percorso di scoperta dell’energia femminile. Ciò implica superare atteggiamenti negativi verso di esso, improntati al ribrezzo, al rifiuto, alla separazione. Tale lavoro su se stesse riguarda il rapporto che si ha col ciclo, col proprio corpo femminile, e più in generale con l’essere donna. Conoscere il proprio potere femminile e percepirlo nella sua sede naturale, il grembo, laddove esso vibra ed è custodito, è un passaggio importante, che può cambiare la vita, il modo di auto-percepirsi e di relazionarsi con se stessa, col corpo, e di conseguenza con il sangue mestruale. Esso diventa così una risorsa, un alleato, una ricchezza. Quando come donna impari a contattare il tuo potere femminile e a direzionarlo per il tuo bene, per la tua evoluzione, le mestruazioni cessano di essere un peso, un male necessario, e diventano un momento di celebrazione, di purificazione, di rinascita. Più onori il tuo corpo e lo riconosci come tempio del sacro femminile, più ti diviene naturale onorare il sangue che da esso scaturisce.

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Il sangue mestruale nelle antiche culture

Se guardiamo più da vicino il trattamento riservato al sangue mestruale, ci accorgiamo di quale sia il divario esistente tra il comportamento che oggigiorno va per la maggiore, e quello che un tempo era in uso, sia nelle società più antiche di cui si ha memoria, sia presso le nostre antenate più prossime.

Presso alcune culture arcaiche, il sangue femminile veniva raccolto, conservato e utilizzato con parsimonia come un medicinale, per il suo potere di guarigione: come ricostituente, come integratore, remineralizzante, cicatrizzante su ferite e ustioni. Alcune tribù aborigene lo facevano essiccare, lo riponevano in speciali piccoli otri, e al bisogno vi ricorrevano come rimedio naturale per le più svariate necessità. Presso i nativi americani ad esso erano attribuiti speciali poteri magici e terapeutici, avendo un posto di rispetto in alcuni sacri riti sciamanici che si sono tramandati fino ad oggi.

Non è lontano il tempo in cui veniva usato anche qui nelle nostre zone come fertilizzante per orti e terreni. Tali utilizzi implicano che esso possa venire raccolto e non sprecato o buttato via o lasciato al caso. Le nostre antenate usavano pannolini di puro cotone o di lino lavabili, raccoglievano l’acqua insanguinata dell’ammollo e la spargevano nell’orto e nei campi, contribuendo a nutrire le piante, le verdure, i cereali. Così, restituivano a madre Terra ciò che con l’alimentazione avevano preso, e il ciclo si chiudeva. Come dentro, così fuori. Anche il loro ciclo femminile mensile veniva preservato, regolarizzato e armonizzato, grazie alla cura riposta nel ciclo esteriore della natura, l’ecosistema. Tutto ciò contribuiva alla salute dell’apparato genitale e non solo, conferiva alla donna un contatto immediato con l’energia femminile, fonte di bellezza e saggezza.

Purtroppo oggigiorno la cultura dominante ci ha condizionate a considerare “scomode” e “antiquate” o “anti-igieniche” queste modalità, inducendoci a ritenerle non più compatibili con la vita moderna, con l’immagine propagandata della donna che dovrebbe essere sempre attiva, competitiva, e quindi non sprecare tempo ed energie in pratiche obsolete e non più necessarie….

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Antichi utilizzi distorti

Da qualche decennio il modello socio-culturale di tendenza ha preso a ricordare in modo folkloristico principalmente il lato oscuro dell’antico utilizzo del sangue mestruale. E’ risaputo infatti che alcune donne lo caricavano di intenti non proprio “puliti”, somministrandolo di nascosto a amanti e mariti, per legarli sentimentalmente e instaurare un rapporto di dipendenza affettiva. Si tratta di un uso distorto del potere femminile, che alla fin fine si ritorce contro colei che lo porta avanti.

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Comportamenti a-ciclici: se li conosci, li eviti

Purtroppo oggigiorno la stragrande maggioranza delle donne è condizionata a considerare “normale” la raccolta del sangue mestruale in assorbenti e tamponi usa e getta, di origine sintetica, che vengono acquistati, indossati e poi buttati nella spazzatura. Si tratta di un comportamento “a-ciclico”. In altre parole, il sangue che si forma e si immagazzina nell’utero durante il mese grazie all’apporto di preziosi principi nutritivi forniti dalla Natura per mezzo dell’alimentazione, quando viene rilasciato non torna alla Terra e ai cinque elementi, ma viene intrappolato in pannolini che finiscono poi nelle discariche, dove impiegano mediamente 200 anni a decomporsi. Il tuo sangue, che è frutto del ciclo e di un’interazione profonda con la Natura, una volta uscito dal tuo corpo non fluisce, non ritorna nel Ciclo più grande a cui appartiene, ma viene a dissociarsene. Il cerchio non si chiude, rimane aperto, perde la sua intrinseca perfezione.

Quali sono le conseguenze? Il gin-eco-sistema si rompe. Succede qualcosa di simile a ciò che accade quando si rompe un ecosistema naturale, per esempio all’interno di un bosco o nel mare, a causa del comportamento sconsiderato dell’essere umano: le implicazioni sono sotto gli occhi di tutti. Nel caso del ciclo mestruale, esso si altera, provocando quei sintomi di cui molte donne oggigiorno sono afflitte. Eccone alcuni.

  • Dismenorrea (mestruazioni dolorose). La tua energia femminile non è separata dal sacro femminile universale, non sei un’isola separata dalla Natura, ma ne fai parte, consciamente o inconsciamente; il dolore della Natura è il tuo dolore, non potrebbe essere altrimenti.
  • Amenorrea: momentanea assenza di mestruazioni, per periodi più o meno lunghi. Quando un ecosistema non è più tale, si blocca e non fluisce.
  • Sindrome premestruale: il segnale di disagio coinvolge tutto il corpo. Quando un ecosistema va in blocco, ciò si riflette su altri ecosistemi; analogamente, il gin-eco-sistema utero non più in armonia è collegato a ciò che succede nel resto del corpo e lancia segnali ovunque ti sia possibile sentirli e prenderne nota.
  • Endometriosi: il sangue non riesce a defluire nella giusta direzione, ma attacca gli organi circostanti. L’ecosistema rotto si rivolta contro l’essere umano che ne ha causato il disequilibrio.
  • Infiammazioni (candidosi, ecc..): denotano uno squilibrio della flora batterica, così come la flora esteriore viene disturbata da una gestione scorretta del sangue mestruale (pensate a quanto suolo verde si sottrae alle piante per creare le discariche e gli inceneritori)
  • Fibromi uterini: nell’utero si formano escrescenze, tanto quanto in natura si sono rilasciati elementi che non vengono smaltiti facilmente
  • Infertilità: ciò che è fertile è in armonia con i cicli naturali, se essi vengono interrotti la terra perde fertilità

Non si vuol qui sostenere che il comportamento a-ciclico sia l’unica causa di tali disturbi, l’origine dei quali è multi-fattoriale e richiederebbe di essere analizzata caso per caso. Ma se ci soffermiamo ad ascoltarci, ogni donna per sé potrà meditare su cosa significa per se stessa comportarsi in modo a-ciclico, e come correggere il tiro.

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Assorbenti a-ciclici: vediamoli più da vicino

L’assorbente che comunemente si compra nella grande distribuzione è composto di:

  • materiali plastici derivati dal petrolio
  • cotone ottenuto con colture intensive, OGM, e poi trattato con sbiancanti

E’ ormai risaputo che molte delle sostanze che compongono un assorbente sono potenzialmente cancerogene. E’ dunque assurdo immaginare di accompagnare correttamente il ciclo mestruale con dei mezzi che nascono come a-ciclici e che rimangono tali in ogni fase del loro corso.

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Quali alternative?

La triste disamina forse può apparire eccessiva e sollevare le più disparate obiezioni. Io stessa ci misi un po’ di tempo a comprendere tutto ciò, a interiorizzarlo, in modo che fosse la mia esperienza. Dopo vari percorsi sul femminile e dopo tanti anni di studio, di pratica, di dedizione alla dea, realizzai queste verità, anche grazie a donne che vennero da me per farsi aiutare a superare i loro problemi. Quindi il passo più importante è portare consapevolezza in tutto questo, in modo tale che non si fermi solo alla lettura di un articolo, ma che venga percepito con l’ascolto interiore.

Il passo successivo consiste nell’atto creativo, nell’accettare il cambiamento e agire. Fortunatamente, ci sono alcune validissime alternative agli assorbenti a-ciclici. Vediamone alcune.

Assorbenti di puro cotone biologico

Per la donna dinamica, che non vuole rinunciare alla comodità dell’assorbente “usa e getta”, strutturato in modo “tecnico”, con ali e super-sicuro. Il vantaggio di questi assorbenti è appunto la loro somiglianza con quelli a cui siamo abituate, così che il cambiamento non comporti troppi disagi e aggiustamenti logistici. Gli svantaggi sono due: il costo (possono arrivare a costare il doppio degli altri) e lo smaltimento, ovvero rimane comunque aperta la problematica di dove metterli una volta usati.

La coppetta mestruale

Anche questa è una soluzione adatta alla donna che lavora fuori casa, che viaggia, che fa una vita attiva. Si tratta di un contenitore in materiale atossico, riutilizzabile, dalla forma anatomica confortevole perché una volta inserito all’interno della vagina si adatta perfettamente e svolge la funzione di raccogliere il sangue che esce dal collo dell’utero. L’operazione di svuotamento è facile, non richiede particolari manovre, una volta che si impara e ci si prende confidenza. Il vantaggio della coppetta è che la riutilizzi praticamente all’infinito, ti dura una vita, dunque l’impatto ambientale è quasi zero. Lo svantaggio è che può non risultare gradita alla donna che non sopporta l’idea di avere qualcosa dentro la vagina, ma preferisce lasciare che il sangue defluisca fuori subito. Per quanto riguarda la gestione del sangue, la coppetta non presenta problemi: quando si va in bagno la si toglie, si rilascia il sangue nell’acqua della toilette, e via… molto facile e veloce. Il sangue entra nel circolo dell’acqua e così ritorna in natura.

La spugna

Si tratta di un pezzetto di spugna naturale marina da utilizzare come tampone interno. E’ il mezzo più primitivo, pare usato fin dalla preistoria. La spugna marina è un materiale completamente naturale e dalla elevata proprietà assorbente. E’ vero che prelevarla dal mare implica un impatto ambientale, ma è solo iniziale, perché poi la spugna dura moltissimo tempo e può accompagnare la donna per molti anni. Altro vantaggio è la gestione del sangue: basta lavarla sotto il getto dell’acqua. Lo svantaggio è relativo alla donna che non ama i tamponi interni.

Gli antichi pannolini riutilizzabili

Per la donna dal sapore antico, che conserva un legame con le tradizioni e con le antenate; per la donna che vive in campagna e possiede un orto o un giardino dove far defluire le acque del lavaggio mensile dei pannolini; per la casalinga, che ha tutta la comodità di andare in bagno quando vuole e organizzarsi come vuole. Gli assorbenti riciclabili delle nostre nonne erano pezzi di stoffa naturale ricavata di solito da vecchie lenzuola, accompagnavano la donna durante tutta la sua fase fertile, e venivano anche tramandati da madre a figlia. Noi possiamo sbizzarrirci a crearne di nostri, magari partendo dal riciclo del corredo della nonna, o incuriosendoci nell’acquisto di scampoli di moderno cotone bio. Si possono personalizzare con ricami vari così da aggiungere benedizioni a noi stesse e al nostro sangue, per esempio scrivendo “amore” o “pace”, aggiungendo così un pizzico di magia femminile. Altri vantaggi: la connessione con le antenate e la possibilità di lavorarci ed approfondirla; il poter dedicare del tempo al lavaggio e viverlo come un rito di purificazione e rinascita; il contatto con la stoffa di cotone o lino è simile al contatto con le mutande, fresco e traspirante; il costo è minimo o nullo; la gestione del sangue è completamente eco. Gli svantaggi: è un metodo un po’ laborioso, richiede tempo, inoltre può rivelarsi poco adatto alla donna molto dinamica o con flusso molto abbondante, poiché questo tipo di assorbente potrebbe non essere completamente affidabile in quanto privo di ali.

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Ovunque, tranne in discarica

Quale che sia il mezzo di raccolta del sangue mestruale da te scelto, ti si porrà il problema di dove metterlo. Nel caso della coppetta e della spugna, esso può essere facilmente restituito alla Natura attraverso l’acqua del rubinetto. Negli altri casi, è valida la regola generale di non buttare i pannolini tra i rifiuti. Il tuo sangue è prezioso, è un concentrato di energie accumulate nel mese, parla di te, di chi sei come donna, contiene il tuo DNA. Tutto ciò NON DEVE finire in una discarica. Detto ciò, vediamo quali altre soluzioni si prospettano, con l’aiuto dei cinque elementi.

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Riti gin-eco-logici mensili

Rito del fuoco

Adatto a chi utilizza gli assorbenti in cotone bio. Durante il mestruo, raccogli i pannolini avvolgendoli. Aiutati con carta igienica e se vuoi puoi usare qualche goccia di olio essenziale così da nobilitarli e evitare che emanino odori sgradevoli. Se ciò dovesse comunque succedere, tieni presente che sono cose che hai rilasciato, fanno parte di te, del tuo processo di purificazione e vanno accettate. Se possiedi in casa una stufa o un camino, o hai in giardino un barbecue, andrà benissimo per incenerirli a fine ciclo. Altrimenti, trovati un posto appartato in natura dove puoi fare un piccolo falò indisturbata. Solitamente un mucchietto di assorbenti di cotone non ci mette molto a prendere fuoco e bruciare completamente. Aiutati con piccoli pezzetti di legna secca (le cassette della frutta o ramoscelli vanno benissimo). Durante il rito, lasciati ispirare e individua 3 cose da lasciar andare (puoi anche scriverle su un foglietto) e affidale alle fiamme. Rimani in loco finché il tutto è concluso. Infine ringrazia.

Rito di terra

Durante la fase rossa raccogli gli assorbenti bio come detto sopra e una volta concluso il mestruo, recati in natura e seppelliscili nella terra. Aiutati con una piccola vanga o con una paletta. Anche in questo caso, puoi mettere l’intento di lasciar andare alcune cose che durante il mese sono state pesanti o che costituiscono modelli limitanti su cui stai lavorando.

Rito d’acqua

Adatto a chi usa gli assorbenti di stoffa riutilizzabili. Mettili in ammollo in acqua fredda. Se vuoi puoi aggiungere poche gocce di oli essenziali o qualche foglia di erbe profumate (lavanda e salvia andranno benissimo). Quando vedi che il grosso del sangue si è staccato, dai quell’acqua rossa alle piante.

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Una meditazione

Ecco una meditazione utile per tracciare un cambio di rotta, dalla gestione a-ciclica e non sostenibile del sangue mestruale alla gestione ciclica e quindi gin-eco-logica e sostenibile. Se sei una meditatrice puoi praticare questa tecnica con successo, come rituale di purificazione e di rinascita. Se sei ancora principiante sulla via di Luce o non te la senti, puoi praticarla con il sostegno di una facilitatrice. Nel seminario “Femmina, Donna, Dea” non praticheremo questa meditazione, ma altre finalizzate ad armonizzare l’utero in profondità e a rendere più completa la tua connessione col sacro femminile.

Prendi del tempo per te stessa e uno spazio tranquillo e indisturbato. Munisciti di un timer che scandirà con la suoneria gli stadi della meditazione. Essa durerà 28 minuti, simboleggiando il ciclo mestruale. Chiudi gli occhi e respira profondamente.

1)Primo stadio: 7 minuti. Poni una mano sull’utero e una sul cuore. Continua a respirare. Apriti a percepire.

2)Secondo stadio: 7 minuti. Invita ora ad essere presente tutto il sangue mestruale che è uscito dal tuo corpo da quando eri ragazza fino ad oggi. Visualizza tutti gli assorbenti che hai utilizzato e buttato. Può essere che al tuo occhio interiore appaia un cumulo, oppure più mucchi sparsi qua e là. Permettiti di vederli, di vedere dove sono e in quali condizioni sono, permettiti di sentire che in essi è ancora imbrigliato il tuo sangue. Continua a respirare e percepisci ciò che vibra nel tuo corpo. Accogli le sensazioni presenti in te così come sono: può essere che avverti dolori di pancia, o in altre parti del corpo, o che ti arrivino intuizioni e collegamenti con altri disturbi o disagi che accusi spesso nella tua vita. Respira e accogli. Respira e stai con quello che c’è.

3)Terzo stadio: 7 minuti. Usa il corpo per esprimere qualsiasi cosa emerga dall’utero. Può essere che sorgano lacrime, o che tu senta il bisogno di sfogare qualcosa di simile a una rabbia, o altro ancora. Mantieni il corpo fluido e lascia che venga fuori ciò che c’è. Usa il suono se ti è possibile.

4)Quarto stadio: 7 minuti. E’ il momento di porgere le tue scuse a te stessa e alla Natura, che altri non è che la tua estensione, il tuo specchio. Usa parole tue per arrivare al perdono, alla comprensione, e lasciar andare ciò che è stato. Inchinati profondamente e ringrazia.

Infine, sdraiati in savasana e rilassati profondamente.

La meditazione continua poi per i successivi 28 giorni, durante i quali realizzare un gesto gin-eco-logico concreto. Per esempio, puoi organizzarti per mettere in atto una delle pratiche di gestione ciclica del sangue delle tue prossime mestruazioni, in modo da segnare l’inversione di tendenza e dare un segnale chiaro al tuo utero e all’Universo.

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di Renata Rosa Dwija Ughini

Copyright 2020 – tutti i diritti riservati –

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Donne, vi aspetto al seminario!

Rivolto a tutte le donne in cammino, ovviamente.

E qui di seguito sono graditi vostri commenti e condivisioni!

Hai trovato un modo creativo e originale di vivere il tuo ciclo in modo ecosostenibile?

Ti siamo grate se lo vuoi condividere nello spazio dei commenti qua sotto!

Con amore, Renata

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