Seminario sul Femminile
Corso intensivo esperienziale riservato alle Donne
“Femmina, Donna, Dea” è un seminario esperienziale di tre giorni dedicato a tutte le donne che sentono l’esigenza di risvegliare il principio femminile sacro, il sacro femminino.
Il lavoro è focalizzato sulla guarigione del femminile, per giungere alla sua valorizzazione ed espressione.
La condivisione tra donne è il veicolo più naturale per contattare ed espandere l’energia femminile con i suoi immensi tesori.
La sorellanza, intesa come connessione sincera e spontanea tra donne, fa risaltare l’unicità di ognuna nella sua femminilità e bellezza.
Ideato e condotto da Renata Rosa Ughini. Per informazioni su di me, clicca QUI.
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Il percorso, come si vede dal titolo, è articolato in tre fasi, ciascuna delle quali si caratterizza per i seguenti punti.
1.Femmina
- -rafforzare l’appartenenza al genere femminile
- -riconoscersi donna in un corpo femminile: sentirlo, accettarlo, apprezzarlo
- -ascoltare il corpo come tempio dell’energia femminile
- -sciogliere tabù e blocchi legati al proprio sesso, che impediscono di contattare l’energia femminile
- -fluire nella sensualità come chiave del piacersi e del sentirsi
- -accedere al potere femminile del grembo e esserne consapevole
- -contattare la natura selvaggia e primordiale insita nell’essere donna
2.Donna
- -centrarsi nel cuore, santuario della bellezza
- -amare se stessa, volersi bene come donna e prendersi cura di sé
- -vivere la sorellanza come sostegno reciproco all’evoluzione
- -liberarsi di modelli legati all’antagonismo, alla rivalità, alla competizione
- -lasciar andare l’autocommiserazione, il piangersi addosso
- -lasciar andare la tendenza a mettere gli altri prima di se stessa
- -sanare l’albero genealogico femminile connettendosi alle antenate
3.Dea
- -attivare gli archetipi femminili delle Dee, energie transpersonali
- -celebrare l’essere donna tra donne
- -accedere alla dimensione estatica del sacro femminino
- -cogliere il manifestarsi dell’intuizione
- -riconoscere la saggezza femminile
- -ricevere l’iniziazione con i riti di passaggio
- -sacerdotessa, matriarca, curandera: la donna-dea in cammino
PROSSIMA DATA DEL CORSO: 11 / 14 maggio 2023
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PER APPROFONDIRE: la guarigione del Femminile
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Femmina: l’appartenenza al genere femminile
La donna che vive in questo tempo e in questa società spesso ha difficoltà a riconoscersi appartenente al genere femminile. Sembra un dato scontato, se si chiede a una donna a che sesso appartiene, è ovvio che lei risponderà in modo pertinente, ma più sulla base di un’idea, di una forma mentale, che di un sentito. Quanto è consapevole di essere femmina? Si percepisce tale? Sente la sua femminilità fluire in sé naturalmente? Oppure il sentirsi femminile è subordinato ad un’immagine, a una posa, a un contesto, all’incontro con l’uomo?
In questo seminario vogliamo andare oltre il femminile stereotipato, propinato dai modelli e finalizzato a piacere agli altri, e contattare qualcosa di più autentico, radicato nella consapevolezza corporea.
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Il corpo: la base del femminile
Ogni donna ha il potenziale di essere pienamente femminile e il suo corpo è la prima realtà della femminilità. A quale donna non è accaduto di trascurarlo a causa dei ritmi frenetici, di giudicarlo “brutto” se paragonato a quello di modelle e attrici “photoshoppate”, o di fingere una forma di accettazione, più simile alla rassegnazione perché non sostenuta dal vero sentire? Questo corso è l’occasione per riprendere contatto col corpo partendo dagli attributi del femminile: contattarli direttamente, esperienzialmente, è sentirli e farli propri.
Il femminino universale si manifesta nei seni, nei fianchi, nel grembo di ogni donna. Nelle sue curve c’è tutto il fluire dell’Esistenza, nei suoi cicli lunari c’è il movimento perpetuo della Natura nel suo alternarsi di vita-morte-vita. Nella sua carne la fertilità di Madre Terra e l’abbondanza dei raccolti. Nei suoi fluidi le acque di fiumi e oceani. Ogni donna è tutto questo per il solo fatto di essere dotata di un corpo femminile, che è collegato al più vasto Corpo dell’Universo. Come la cellula è l’ologramma dell’intero organismo e ne contiene tutte le informazioni, così il corpo femminile è l’ologramma del Principio Femminile, ha il corredo di tutti i vissuti di tutte le donne apparse sulla terra, e come tale possiede l’antica forza ancestrale della Grande Madre.
Connettersi consapevolmente al proprio corpo e sciogliere insensibilità, blocchi e barriere al sentire, è un passaggio inevitabile per la donna che è su un sentiero di crescita. Se non si prende lo spazio adeguato per percepire il proprio corpo di femmina e diventar consapevole dell’energia femminile che vibra in esso, tenderà ad essere dipendente dalle attenzioni maschili. La donna che non è connessa a se stessa in quanto femmina, trae erroneamente il senso d’appartenenza al proprio genere per contrasto con l’uomo; ne consegue la conflittualità di tale relazione, basata sui giochi di potere invece che sulla padronanza di sé.
La donna è naturalmente portata a sentire il proprio corpo, ad ascoltare se stessa partendo dal corpo, a prendersene cura. E’ nel corpo che fa esperienza dell’unione con un compagno, è nel corpo che diventa madre, è col corpo che allatta. Nel corpo è racchiusa la sua sensualità. I sensi, se esperiti pienamente, la conducono all’estasi, tanto nella sessualità quanto nella spiritualità. Con i sensi la donna può fare esperienza della vita in più dimensioni, può goderne e maturare in saggezza.
In molte civiltà antiche, di stampo matriarcale, le donne venivano preparate e iniziate ai piaceri dei sensi come veicoli di conoscenza. Per loro era naturale godere del proprio corpo, il quale era anche un portale verso altre dimensioni.
Oggigiorno l’alienazione dal corpo è sotto gli occhi di tutti. Con l’avanzare della tecnologia, si rischia di dimenticarsi di averlo. Alle donne il compito di ricongiungersi alla dimensione corporea che per loro è così naturale, innanzitutto per se stesse, e conseguentemente per gli altri. La donna connessa alla propria sensualità è la femmina sacerdotessa, è la matriarca, capace di attrarre col suo magnetismo quanti sentono il richiamo recondito e potente della Natura che dimora il lei tanto quanto nell’Universale energia femminile di cui è parte.
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Il grembo, sacro portale femminile
Per condizionamento culturale, si tende a considerare l’utero solo un organo riproduttivo, mentre in realtà è ben di più. Molte patologie che colpiscono questa parte del corpo femminile originano nella mancata connessione della donna con il suo scrigno prezioso e più intimo. Spesso la donna “sa” di avere un utero, ma non lo percepisce. Se ne accorge solo se fa male, in occasione delle mestruazioni, o peggio, se si sottopone a interventi chirurgici. Appare dunque urgente lavorare sulla guarigione del femminile, partendo dalla guarigione del grembo.
Un utero che non vibra, che non canta, un utero che fa male, è di qualcun altro, è di tutti tranne che della donna.
- E’ del compagno o marito al quale lei, compiacente, mette a disposizione i genitali per fare sesso, magari in cambio di qualche attenzione.
- E’ della tradizione di famiglia che la vuole mamma a tutti i costi.
- E’ della società che la vuole lavoratrice anche quando sarebbe il momento di stare a riposo e lasciar uscire, col sangue mestruale, anche le tematiche accumulate dentro nell’arco del mese lunare.
- E’ della medicina ufficiale che propina accertamenti eseguiti in modo meccanico, e interventi anche drastici di isterectomia non sempre necessari a preservare la salute della donna, e in ogni caso sconnessi dai temi che l’hanno portata ad ammalarsi.
La donna può emanciparsi da tutto ciò quando va aldilà di quello che altri si aspettano da lei, e si riprende il proprio potere femminile, non come idea o concetto, ma come fatto vissuto a partire dall’ascolto profondo della propria energia femminile, della voce del grembo.
L’utero, con gli altri organi dell’apparato sessuale femminile, è un portale che, se varcato consapevolmente, rende la donna padrona del proprio potere femminile.
In ogni donna c’è un grembo che bussa per essere riconosciuto e valorizzato.
Il potere del grembo è di essere ricettivo e creativo. E’ un vuoto che accoglie, che nutre, che contiene e che preserva. E’ un vaso fertile in cui vengono concepiti e si sviluppano non solo bambini fisici, ma anche bambini spirituali, ossia tutto ciò che è destinato a venire alla luce, a passare dal non manifesto al manifesto. Progetti, invenzioni, soluzioni, nuove iniziative, tutto ciò che è originale e che contribuisce all’evoluzione personale e collettiva, scaturisce dal grembo. La donna appagata e realizzata è colei che vive connessa al grembo e da esso continuamente partorisce se stessa, i propri cambiamenti, le proprie creazioni. E’ la donna selvaggia connessa con la Natura, con i suoi cicli, ha il potere di portare la vita accogliendo il nuovo e di portare la morte lasciando andare il vecchio.
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Donna: cosa vuol dire
Ricordiamoci che “donna” deriva dal termine latino “domina”: colei che esercita potere, la signora. E’ ora di lasciar andare l’associazione negativa tra la parola potere e la prevaricazione, per riappropriarsi del potere inteso correttamente come utilizzo appropriato dell’energia, nella consapevolezza di ciò che si può fare o non fare in ogni momento. Il potere sano è la giusta misura di sé. La donna che se lo riconosce, eccelle nel signoreggiare, nell’essere la regina di se stessa, della casa, della famiglia, nell’essere di guida e punto di riferimento per chi le sta intorno ed è beneficiato dalla sua presenza. La donna che riconquista il proprio potere femminile è una benedizione per chi le sta intorno.
Nelle antiche società matriarcali ciò era ben noto: le decisioni importanti per la vita della tribù erano prese dalle donne. La saggezza delle matriarche antiche non è andata perduta, essa è inscritta nel DNA di ogni donna.
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Cuore di Donna
La donna è energeticamente portata ad amare. Il quarto Chakra è un chakra femminile, nella donna è attivo, mentre nell’uomo è ricettivo. Ciò può sembrare un vantaggio per la donna, dato che il cuore è anche un centro energetico importante ai fini dell’evoluzione, perché è la fucina della trasformazione. In realtà tale apparente vantaggio può ritorcersi contro di lei, se usa male la propria energia o la spreca. Quello delle “donne che amano troppo” è un fenomeno diffuso. Si tratta di donne che mettono al primo posto il marito, i figli, i genitori anziani, la casa, ai quali danno tutto l’amore, le cure, le attenzioni, e relegano se stesse in un angolino. Non riescono a prendersi del tempo per sé, hanno abituato troppo bene i familiari, hanno paura di scontentarli e di uscire da una routine consolidata, che le vede sempre in prima linea nel soddisfare i bisogni degli altri. Sono convinte di farlo col cuore, e ad un certo livello è così. Ma hanno sviluppato solo il lato attivo ed estroverso del cuore, trascurandone l’aspetto ricettivo. Non sono consapevoli dell’energia che hanno portato verso l’esterno, l’hanno lasciata uscire e basta. Per queste donne, è necessario un ritorno. Il cuore della donna, come ogni suo centro energetico, pulsa e vibra e rimane vivo muovendosi nella ciclicità. Se è un cuore esausto perché ha profuso troppe energie all’esterno, ha bisogno di volgersi verso se stesso, completando il cerchio. La sfida per la donna è amare se stessa, prendersi cura di sé, mettersi al centro della propria vita.
Potrà essere necessario ridefinire le priorità, forse qualcuno nel mondo là fuori si scontenterà non vedendola più così premurosa. Bene, fa parte del gioco. Aprire il cuore è rendersi vulnerabili, è accettare i cambiamenti, è non essere più disposte a compromettere. Quando il cuore della donna è equilibrato nell’amare se stessa come gli altri, ogni cosa va al suo posto anche nel mondo esterno come per magia, e anche le persone care si rasserenano senza un’apparente ragione.
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La Sorellanza
Ogni donna è naturalmente connessa al Principio Femminile Universale, quel grande campo di energia femminile potenzialmente infinito, che è la matrice dell’individualità della donna. Va da sé che le donne sono tutte connesse tra loro più di quanto esse stesse lo sappiano o se ne ricordino. Sono tutte figlie della Grande Madre, perciò tutte Sorelle.
Ciò era ben noto nelle antiche società matriarcali, in cui le donne si aiutavano, si sostenevano le une con le altre e tramandavano questi insegnamenti alle giovani.
Noi siamo nate in una società patriarcale basata sulla famiglia, e per quanto la Nuova Era stia portando cambiamenti, spingendoci verso nuove forme di aggregazione e nuovi valori, i vecchi condizionamenti persistono, magari travestiti sotto mentite spoglie. E così, le relazioni tra donne non sono sempre facili. Gelosie, invidie, ipocrisie rendono la donna acida e giudicante verso le altre, o timorosa e schiva, precludendole possibilità di fare esperienza amichevole con donne diverse da lei, e di imparare da loro. Sì, perché il Femminile è vasto, e la donna che percorre un sentiero di crescita non può fermarsi a ripetere come un disco rotto i modelli ereditati dalla madre. Mancano inoltre occasioni vere di scambio tra donne, in contesti a loro consoni, e che facilitino un contatto energetico e non limitato a un superficiale scambio verbale.
“Femmina, Donna, Dea” nasce anche per venire incontro a questa esigenza, per fare esperienza dello stare tra donne con una finalità particolare: quella di connetterci al Principio femminile. Ciò ci fa relazionare come Sorelle nella luce. Tra le partecipanti si instaura un particolare tipo di relazione, quella dell’impoteramento: lo sblocco di una è lo sblocco di tutte, la fioritura di una è la fioritura di tutte. L’evoluzione di una è il miglior sostegno al risplendere dell’altra. L’energia femminile che si libera e si svela diventa patrimonio del gruppo, e ciascuna la incarna nel modo che le è proprio.
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Le Antenate. Costellazioni Familiari Femminili.
Dietro ogni donna c’è una lunga fila di donne di generazioni passate: sono le nonne, le antenate. Spesso con storie sofferte. Alcune di loro hanno pagato il prezzo per tutta la famiglia, sacrificandosi e rinunciando a seguire i loro sogni. Altre sono morte di parto, o in giovane età. Altre ancora hanno dato alla luce figli illegittimi, forse nel silenzio e nella vergogna. Delle loro sofferenze rimane traccia sia nell’Anima familiare, sia nell’energia della donna loro discendente.
Le Costellazioni Familiari Femminili sono parte integrante di questo seminario. Ogni donna avrà l’opportunità di mettere in scena la propria genealogia matrilineare e di incontrare le sue antenate, sciogliendo temi rimasti in sospeso e completando il movimento d’amore.
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La Dea e le Dee
Quando la donna ha attivato la connessione col Principio Femminile Universale, è pronta a svelare la Dea che c’è in lei. La Dea è la donna capace di manifestare pienamente il proprio potenziale femminile, è la donna che riconosce il Divino Femminile e ad esso si abbandona.
In ogni donna c’è una Dea. Ogni donna E’ già una Dea, ha solo da lasciarla venir fuori. In questo processo sono d’aiuto le energie archetipiche: le Dee. Esse sono aspetti del Principio Femminile presenti nel collettivo, una sorta di mediatrici tra l’Assoluto Femminile e la donna. Ogni cultura ha le sue Dee. Eccone alcune, distinte a seconda del bacino geografico-culturale.
- Area del Mediterraneo: le Dee dell’antica Grecia. Afrodite, Hera, Athena, Demetra, Persefone, Estia, Artemide.
- Europa del Nord: Brigid, Coventina, Freya, La Morrigan, Sequana, ecc…
- India: Shakti o Parvati, Kali o Durga, Ganga, Lakshmi, Chandra, ecc…
Connettersi agli archetipi femminili è estendere la sorellanza a modelli di donna transpersonali e perciò efficaci nel farci richiamare energie femminili particolari a seconda del momento di vita che si sta attraversando. Per esempio, apprendere come chiamare Afrodite è utile per sviluppare sensualità e sessualità, specialmente se la donna si riscontra carente di energia in questa area del femminile. E’ anche molto utile scoprire quale o quali archetipo sono predominanti, così da dare energia a quelli meno in evidenza e creare equilibrio.
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I Riti di passaggio
Nella società odierna non ci sono riti iniziatici e ciò costituisce un grave problema. Se la donna non si mette consapevolmente su un cammino di crescita e auto guarigione, rischia di arrivare a cinquant’anni suonati o più e considerarsi ancora una “ragazza”. Non parliamo qui del positivo spirito giovanile di chi non ha età perché è andato oltre il dato anagrafico, bensì si intende quell’ibrido indefinito che caratterizza la riluttanza a chiamarsi “Donna” e a chiamare anche gli altri in modo consono: “Donna” o “Uomo”, tendendo a preferire dei diminutivi assurdi anche in situazioni che richiederebbero un’espressione più matura anche nelle parole.
La verità è che una donna così cela nel suo inconscio un’immagine acerba: non si è mai data il permesso di crescere, di diventare donna. Non è stato segnato il passaggio da bambina a donna, così passerà da “ragazza” a vecchietta.
Non è questa la sede per occuparci dei molteplici motivi che possono far sì che una persona cresca anagraficamente ma non energeticamente; per chi volesse approfondire tale aspetto, rimandiamo alla sezione di questo sito dedicata al bambino interiore.
In questa sede interessa notare l’importanza, per la donna, di beneficiare di un rito di passaggio che una volta per tutte chiarisca che è Donna.
Innumerevoli sono le implicazioni di tale iniziazione. Non è più una bambina, né una ragazza. E’ una “Domina”, una Signora. Ha potere femminile. E’ degna di rispetto. E’ pronta per svelarsi come Dea.
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di dott.ssa Renata Rosa Dwija Ughini
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Donne, vi aspetto numerose!
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La sede è a S Zeno di Montagna VR, saremo immerse nella Natura!
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Con Amore, Renata