L’antica medicina cinese è ben più che un mezzo di cura: è un sistema di spiegazione dell’universo, dell’uomo e dello spirito, che mette in luce lo svolgersi naturale della materia e dell’energia attraverso cinque elementi, connessi tra loro, che continuamente si alternano, passano uno nell’altro in modo dinamico e si regolano a vicenda, così da permettere l’armonico sviluppo della vita.
Possiamo vedere tale ciclicità in ogni fenomeno, dal più semplice, come l’avvicendarsi delle stagioni, al più complesso, come il movimento dell’energia e della consapevolezza nel lavoro interiore.
Abbiamo parlato, in un precedente articolo, del riequilibrio energetico, di come l’energia tende naturalmente all’equilibrio, di come l’essere umano lo perde, e di come lo può riconquistare. A tal fine, è necessario conoscere le leggi universali che regolano l’andamento dell’energia: sarà così più facile conoscere la propria energia, riequilibrarla, padroneggiarla, e rispondere in modo appropriato alle situazioni.
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La teoria dei cinque elementi
I cinque elementi individuati dalla medicina cinese, che scandiscono i ritmi della natura e dell’anima, sono i seguenti: acqua, legno (aria), fuoco, terra, metallo.
Come si vede, da subito salta all’occhio che nel sistema orientale sono riconosciuti 5 elementi, mentre comunemente in occidente parliamo di quattro elementi: acqua, aria, fuoco, terra.
Vediamo ora più in dettaglio ciascuno dei cinque elementi, le cinque trasformazioni dell’energia, al fine di comprendere se vi sia un modello completo di lettura della realtà, e se sì, se sia formato da cinque elementi, da quattro, o…? A voi le riflessioni finali!
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Yin e Yang
Secondo la teoria orientale, l’universo evolve e si auto-conosce nel movimento incessante della vita, grazie all’interazione tra due forze opposte e complementari che vengono definite yin e yang. Con linguaggio occidentale, possiamo chiamarle principio femminile e maschile o poli negativo e positivo. In sintesi:
- YIN: il femminile, il polo negativo, l’oscurità, la notte, il dentro, l’introverso, l’espansione, la forza centrifuga, l’espirazione, la morte, il vuoto, la terra o la natura, la passività o ricettività, il riposo, la materia.
- YANG: il maschile, il polo positivo, la luce, il giorno, il fuori, l’estroverso, la contrazione, la forza centripeta, l’inspirazione, la vita, il pieno, il cielo, l’attività, il fare, lo spirito.
Il ben noto mandala bianco e nero del TAO rappresenta le due energie e la loro unione.
Ogni fenomeno nell’universo nasce, cresce, prospera e poi declina e muore, e rinasce ancora, seguendo la legge dell’armoniosa dualità. Ogni essere vivente nasce dall’unione del maschile e del femminile.
Inspiri ed espiri. Ad una fase di contrazione ne segue inevitabilmente una di espansione. Se questo movimento cessa o si altera, sopraggiunge la morte e si deve ricominciare su un nuovo piano. Si ha l’equilibrio quando l’oscillazione da un polo all’altro non diventa estrema né tende prevalentemente verso uno dei due.
Nelle parole dell’antico saggio cinese Lao- tsu “La natura si alterna in modo dinamico: quando porta a compimento quanto stava facendo, incomincia poi tutto daccapo. Tutto ciò che esiste deriva da tale alternanza”.
Yin e Yang continuamente passano l’uno nell’altra, in un flusso dinamico nel quale le forme divengono.
Gli scienziati moderni hanno ripreso tale evidenza dimostrando scientificamente che “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Le forme non sono a sé stanti, ma connesse le une alle altre da un unico movimento di energia, che permette la loro esistenza e la loro evoluzione.
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Le cinque trasformazioni dell’energia
Il processo di trasformazione dallo yin allo yang, dalla condizione centripeta a quella centrifuga, è caratterizzato da fasi intermedie distinte e riconoscibili in ogni aspetto della natura universale.
Qualche esempio:
- Le stagioni. C’è una fase di espansione (dal solstizio invernale a quello estivo) e una di contrazione (dal solstizio estivo all’invernale). Ma ci sono pure dei periodi di mezzo, le mezze stagioni, in cui la natura si predispone alla fase successiva.
- Il giorno, formato dal dì e dalla notte. Ogni essere umano esprime attività nelle ore diurne e necessita poi di un periodo di ritiro per potersi rigenerare e ricaricare. Tra il dì e la notte c’è la fase del crepuscolo, del rientro dal lavoro per prepararsi al riposo. Così, tra la notte e il dì c’è la fase dell’alba, in cui ci si prepara ad affrontare la giornata.
Di esempi se ne potrebbero fare migliaia. Se si osservano da vicino i fenomeni che scorrono sotto i nostri occhi quotidianamente, ci si rende conto che la polarità delle due energie e le fasi intermedie nel loro avvicendamento, regolano il fluire di ogni cosa. Lo puoi vedere quando usi il computer o il telefonino, lo puoi vedere quando ti occupi di giardinaggio, quando cucini, quando fai l’amore..
I cinque elementi dunque non sono da intendersi come un modello statico, né come una mera ripartizione o classificazione di ciò che compone la materia. I cinque elementi della medicina cinese scaturiscono dalla visione dinamica dell’energia in movimento, e come tali vanno intesi. Ecco perché invece di parlare semplicemente dei “cinque elementi”, è più opportuno indicarli come “le cinque trasformazioni dell’energia”.
I 5 elementi usati per descrivere le fasi di trasformazione dell’energia secondo la prospettiva orientale sono: l’Acqua, il Legno, il Fuoco, la Terra, il Metallo. Essi vanno intesi in senso simbolico e non letterale, in quanto l’aspetto e il movimento che l’energia assume ricorda da vicino ognuno di essi.
Il Metallo rappresenta la fase di contrazione estrema dell’energia: è una condizione di forte concentrazione in cui tutti gli elementi esistono sotto forma potenziale. Per poterli liberare ha bisogno di espandersi.
E’ qui che entra in gioco la fase successiva di trasformazione: l’Acqua. Il suo moto ondeggiante e la sua natura liquida, infiltrante e multidirezionale, ne fa il veicolo ideale per liberare l’energia che può così fluire.
Per cominciare ad organizzarsi in una forma, necessita della qualità dell’elemento Legno, che le consente di ascendere verso l’attualizzazione del suo potenziale, prendendo una direzione.
Quando è stata così incanalata, trova il suo sbocco e la sua espressione rappresentata dall’elemento Fuoco, dove raggiunge la manifestazione, la sua espansione al massimo grado: ogni atomo di potenziale viene esposto, vissuto, consumato e bruciato.
Può così finalmente tornare a raccogliersi, a gioire dei frutti del suo viaggio, fase rappresentata dall’elemento Terra: essa tutto accoglie e tutto sostiene.
A mano a mano che ingloba ciò che ha raccolto e lo condensa dentro di sé, forma di nuovo l’elemento Metallo, che è arricchito dall’esperienza e dal viaggio appena concluso, per cui la nuova fase di trasformazione che prenderà inizio ha il potenziale si essere più evoluta della precedente.
Alcuni esempi:
- Le piante. La vita di una pianta inizia col seme (fase metallo), poi il germoglio (fase acqua), la crescita del fusto (fase legno), la fioritura (fase fuoco), la fruttificazione (fase terra), per poi passare a un periodo di riposo prima di un successivo ciclo.
- Le età. Dal concepimento all’infanzia (fase acqua), dall’adolescenza alla giovinezza (fase legno), età adulta (fase fuoco), maturità (fase terra), vecchiaia (fase metallo).
Quando finisce un ciclo e ne inizia uno nuovo, non si ripeterà più identico al precedente, perché l’universo si è arricchito, si è auto-conosciuto anche grazie al ciclo appena concluso.
Le cinque trasformazioni dell’energia sono ritrovabili anche nella crescita personale e spirituale. Ve ne sono innumerevoli esempi. Eccone alcuni.
- La meditazione dinamica di Osho è composta da 5 fasi. Parte dal metallo (respirazione), procede con il fluire libero che rimette in circolo l’energia bloccata (acqua), poi si dirige in su col salto (legno), nella fase fuoco si assiste alla manifestazione della consapevolezza, e si conclude con la celebrazione (terra).
- I cinque ritmi ideati e sviluppati da Gabrielle Roth come via per esplorare e conoscere se stessi tramite il corpo in movimento, ricalcano perfettamente i cinque elementi della medicina cinese e le loro trasformazioni. Il libro che li illustra è intitolato “I ritmi dell’anima”.
Ogni viaggio spirituale inizia con l’uscita da una condizione statica (metallo), per mettersi in gioco (acqua), prendere una via di ricerca e indagine interiore (legno), realizzare una trasformazione bruciando il vecchio per manifestare il nuovo (fuoco), ricevere i frutti e goderne (terra), e cristallizzare i risultati ottenuti (metallo).
E’ quanto volevano dirci gli alchimisti, parlando del viaggio dell’anima, della sua trasformazione, e facendo riferimento al passaggio dal vile metallo all’oro. Ogni percorso spirituale parte dal metallo e torna al metallo, elevandosi e migliorandosi ad ogni passaggio, ad ogni ciclo.
La qualità che ne determina l’evoluzione è la consapevolezza. Senza di essa, l’essere umano è destinato a ripetersi, a non imparare dalle esperienze precedenti e perciò a fare gli stessi errori. La sofferenza e la frustrazione derivano dal non uscire da un circolo vizioso che può essere rotto solo diventandone coscienti. “Ci vuole dell’oro per poter fare dell’oro”. Il ciclo dei cinque porta a migliorare, a evolvere solo se accompagnato dalla consapevolezza: allora di ciclo in ciclo si avrà un andamento ascensionale, a spirale, che innalzandosi ed allargandosi andrà ad abbracciare il cosmo stesso da cui proviene.
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La presenza
Vediamo ora come poter utilizzare concretamente gli insegnamenti sui cinque elementi, al fine di aver cura del proprio equilibrio energetico. Comprendere le cinque trasformazioni dell’energia ha una reale utilità se si è in grado di coglierle nella vita di tutti i giorni: nel proprio corpo, nello scandirsi delle attività, nella meditazione, ecc… Allora i cinque elementi diventano uno strumento concreto per conoscere se stessi e per vivere consapevolmente.
Perché questo modello di lettura della realtà diventi qualcosa di vivo, è necessario innanzitutto che tu lo sperimenti a partire dalla tua presenza.
Per portare coscientemente equilibrio nella nostra vita è necessario essere presenti a se stessi. Questo è il punto di partenza; senza questo elemento qualunque tentativo fallirà, in quanto solo la nostra presenza ha il potere di indirizzare e di operare dei cambiamenti verso l’armonia, perché la presenza è intrinsecamente capace di allinearci con la natura e i suoi ritmi.
Quello che rende difficile qualcosa di apparentemente facile e naturale come lo stare presenti è l’assuefazione alla scorretta abitudine. L’impulso a seguire una modalità di comportamento ripetitiva è irresistibile perché in essa ci sentiamo al sicuro dall’ignoto rappresentato dalla novità, dall’inconsueto, dall’agire al di fuori dagli automatismi che sembrano rendere la nostra vita confortevole e riconoscibile.
Così anche un’abitudine apparentemente sana, o che lo è stata nel momento in cui l’abbiamo adottata, alla lunga degenera. Sia essa rappresentata dall’assunzione di un regime alimentare, da una serie di esercizi o da modalità di relazione, senza la nostra presenza e la capacità di adattarla con pertinenza alla situazione, si rivela fuori luogo quando non è più attuale. La presenza ci dà l’opportunità di esercitare il libero arbitrio scegliendo per il massimo bene, di migliorare la qualità della nostra vita.
La presenza fine a se stessa è la più difficile da praticare per la maggioranza delle persone. Perciò vengono adottate delle discipline per aumentare la capacità di stare presenti. Praticare presenza può essere fatto semplicemente durante le normali mansioni quotidiane come mangiare, camminare, fare la doccia, ecc… Associare lo stare presenti ad un’azione aumenta la nostra capacità di percepire cose nuove, il che non ci è dato se seguiamo ciecamente l’abitudine. Osservare e sentire il corpo, dalle attività motorie alle sensazioni, è ciò che rende l’esercizio della presenza facile e alla portata di tutti. Chiunque discrimina il freddo dal caldo, il dolore dal piacere, la stanchezza dalla freschezza, la fame dalla sazietà, la comodità dalla scomodità. Chiunque può sentire quando il battito cardiaco aumenta, o il respiro si altera, o l’odore corporeo cambia.
Si tratta ascoltandosi, di identificare e dare il giusto significato e valore a queste sensazioni. Ci possiamo rendere conto che sono messaggi che ci consentono di adeguarci ai bisogni che il corpo ci invia per informarci di qualcosa che richiede la nostra attenzione per aiutarlo a stare in equilibrio.
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I cinque elementi e i canali energetici nel corpo fisico
Il corpo è dotato di molteplici canali e centri energetici. Ce ne sono alcuni che operano più in superficie e altri che espletano le loro funzioni via via più in profondità, che sono per così dire, più centrali.
Va precisato che questa esposizione è strumentale a rendere spiegabile qualcosa di assolutamente complesso e meravigliosamente articolato come l’organismo umano. Esso è il veicolo che la nostra anima abita e di cui è uno specchio. È un tutt’uno, un’unità la cui funzione è rappresentata dall’interdipendenza di tutte le sue parti, perciò non ce n’è una che sia più importante di un’altra, ma è necessario fare una suddivisone e inoltrarsi in esso a livelli diversi. Quando si è fatto tutto il percorso ci si rende conto che non esiste separazione alcuna.
Esploriamo in questo contesto i canali energetici principali, che sono i meridiani, così come essi sono stati portati a conoscenza dalla medicina cinese.
Il padre e scopritore dei meridiani nell’era moderna è stato Shizuto Masunaga, il maestro giapponese di Shiatsu. Con la sua sensibilità egli ha individuato un grande numero di canali energetici nel corpo, dicendo alla sua morte che quelli che avrebbero portato avanti la sua opera ne avrebbero scoperti di nuovi.
Ciascun meridiano principale è associato ad un organo e ne prende il nome.
Gli organi interni sono distinti tra organi pieni e organi cavi, in quanto lavorano in coppia per espletare particolari funzioni che servono la vita nel corpo.
- Gli organi pieni sono i Polmoni, la Milza, il Cuore, i Reni e il Fegato.
- Gli organi cavi sono a loro associati in sequenza: l’Intestino Crasso, lo Stomaco, l’Intestino Tenue, la Vescica, la Cistifellea.
Vi sono altri meridiani non associati ad alcun organo, ma che servono funzioni energetiche e fisiche; entrambi ottimizzano la funzione del sistema immunitario:
- il Mastro del cuore, che soprassiede alla circolazione del sangue e alla funzione del pericardio, che sostiene il cuore nella contrazione ed espansione.
- il Triplice Focolare che gestisce la circolazione dei liquidi nel corpo. Entrambi ottimizzano la funzione del sistema immunitario.
Vi sono altri due meridiani “centrali”, chiamati Vaso Governatore e Vaso Concezione, che sono i “genitori” degli altri meridiani in quanto sono stati i primi a formarsi nel feto.
Ogni coppia di organi e dei corrispondenti meridiani è associata ad un elemento che ne incarna la funzione energetica:
- Polmoni e Intestino Crasso sono associati all’elemento Metallo
- Milza e Stomaco alla Terra
- Cuore e Intestino Tenue al Fuoco
- Reni e Vescica all’Acqua
- Fegato e Cistifellea al Legno
- Mastro del cuore e Triplice focolare sono anch’essi associati al Fuoco
- Vaso Governatore è il meridiano che incarna il principio maschile o Yang nel corpo e vaso Concezione quello femminile o Yin. Il primo scorre lungo la spina dorsale, il secondo nella parte anteriore centrale.
Equilibrio e disequilibrio dell’energia
Quando l’energia fluisce correttamente e non trova blocchi o ostacoli nel percorso delle cinque trasformazioni, i meridiani la veicolano al meglio e gli organi funzionano. Tutto ciò contribuisce allo stato di salute generale, che dalla presenza viene avvertito come un benessere leggero e diffuso.
Quando invece l’energia incontra barriere, ciò determina disequilibrio, in quanto un meridiano risulta scarico, un altro sovraccarico o congesto. Il ciclo delle cinque trasformazioni dell’energia allora non avviene in modo armonico e naturale. Ciò ha evidenti ripercussioni nel corpo fisico: se si è attenti e presenti, si notano sintomi: sono i campanelli d’allarme che è necessario un riequilibrio energetico.
Vediamo ora più in dettaglio le qualità di ciascuno dei cinque elementi, e gli squilibri a cui sono soggetti. Ogni elemento infatti quando è ben bilanciato porta dei doni, quando è sbilanciato o disturbato porta disagi suoi propri.
Ci sono due tipi di squilibri: in eccesso (squilibrio yang) o in difetto (squilibrio yin).
Ogni persona, per propria costituzione, ha la tendenza a evidenziare un particolare tipo di squilibrio, legato a uno dei cinque elementi. Forse per vari motivi ha maggiormente a che fare con quell’elemento, ciò può essere visibile nella sua data di nascita, secondo l’astrologia cinese (per approfondire tale aspetto, si veda il libro “Il Ki delle nove stelle” di M. Kushi, e/o gli studi sui quattro pilastri e il bazi).
Può anche accadere che una persona sia vulnerabile ad uno dei cinque elementi in un particolare momento della propria vita. Sarà utile allora individuare la corrispondenza tra tale fase e le sue tematiche e l’elemento specifico.
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L’elemento Acqua
La persona che soffre di squilibri in eccesso legati a questo elemento, presenta le caratteristiche dell’acqua quando è sbilanciata. Può andare ovunque, si sparge, è curioso nell’esplorare cose e percorsi nuovi, ma senza un preciso scopo o senso di direzione. E’ dispersivo e ha difficoltà a concretizzare. Ogni opzione sembra quella buona, ma tende a ristagnare nella posizione di partenza, poiché il sottofondo della sua percezione è influenzato dalla paura, che è l’emozione predominante. Sotto il suo influsso, la visione delle cose viene alterata; l’impeto ad esplorare si arresta o si distorce. Il risultato è che la persona tende a cambiare idea, a rinchiudersi in se stessa, prima in modo occasionale, poi, se lo squilibrio procede, in modo paranoico: comincia a vedere pericoli dove non ce ne sono, creando disagio nelle persone con cui viene a contatto, e allontanandole. Tale isolamento è anche dovuto alla tendenza a condividere paure e ansie ripetutamente.
La sensibilità propria di questo elemento si trasforma in un’arma che si ritorce contro: la manifestazione della vita, con tutto ciò che essa offre, viene vissuta negativamente, perciò la persona si protegge oltre misura. Cerca, in ogni situazione, di porsi in una posizione da dove può controllare quello che succede intorno a lei per non essere colta di sorpresa. Ha un comportamento furtivo e veloce, come se stesse nascondendo qualcosa. Nelle relazioni cerca di tastare, sondare in eccesso con chi ha che fare, per capire se si può fidare. Non ama stare dove c’è molta gente, perché viene sopraffatto dall’ansia e dal timore dell’inaspettato e di essere invasa. Cercherà perciò di declinare inviti ad eventi e ritrovi con delle buone razionalizzazioni.
Dal punto di vista fisico, l’individuo può soffrire di dolori nella zona lombare: i reni si contraggono o si gonfiano, provocando un piegamento in avanti nella postura per compensare. Lo squilibrio d’acqua rende la vescica vulnerabile alla cistite e ad alterazioni nella salute degli organi genitali, nonché all’incapacità dell’organismo di gestire il freddo. Le borse sotto gli occhi o un colorito scuro in quell’area, sono sintomi di alterazioni del funzionamento dei reni. La sessualità risentirà dell’eccessivo protezionismo: l’individuo in questione faticherà a andare oltre la paura di relazionarsi sessualmente, in quanto essa è una delle emozioni più potenti nell’inibire questo tipo di contatto. Perciò l’area dei genitali può persino apparire assente. In collegamento, si possono manifestare disturbi all’apparato uditivo.
Quando è in equilibrio, l’elemento Acqua porta l’individuo ad essere motivato dall’impeto a muoversi in avanti nella vita. Come fa l’acqua, fluisce in tutte le direzioni in cui c’è uno spazio da esplorare, assetato di fare scoperte nuove. È capace di un’intelligenza e di una sensibilità profonda, in grado di infiltrarsi negli angoli e nelle aree più nascoste, arrivando a cogliere i dettagli di un aspetto e di articolarlo. È l’elemento che più sviluppa l’intelligenza emotiva, essendo le emozioni legate all’aspetto femminile e sensibile dell’energia.
La paura si trasforma in fiducia, gli obiettivi vengono portati a termine con un inarrestabile moto. Se si mette in cammino, niente lo può arrestare. È capace di adattarsi alle situazioni in modo naturale, gli viene spontaneo fluire, sia con le persone con cui viene a contatto che con le situazioni. La sua sensualità è avvolgente e profonda, unendo la sensibile percettività all’impetuosità. I Reni sono la sede dell’energia vitale che anima l’individuo, del patrimonio energetico ereditato dalla sua stirpe: se questi sono in salute, sprigionano tutto il potenziale di cui sono dotati.
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L’elemento Legno (aria)
L’emozione che domina l’elemento Albero è la rabbia. Infatti quando questo aspetto dell’energia non è in equilibrio, l’individuo è portato ad irrigidirsi, ad essere impaziente e ad ostentare modalità di comportamento brusche, con una gestualità secca e decisa. Ha la tendenza a iniziare molti progetti contemporaneamente senza portarne a termine alcuno, ma delegando o imponendo ad altri tale compito. Si spazientisce facilmente con le persone che non hanno la sua capacità di organizzazione o che rimangono troppo a lungo su di un argomento o situazione.
Non ama mostrare le proprie emozioni: difatti il controllo prende il sopravvento sulla sfera emotiva, generando un comportamento rigido, severo e inflessibile. Quando non riesce a contenerne la carica, sbotta in espressioni di ira devastanti. È meglio non trovarsi nei paraggi quando un individuo presenta scompensi nell’energia Legno: egli non si farà scrupolo di infierire con la sua rabbia verso chiunque. Si muove in fretta, ha molti impegni da portare avanti e non concede facilmente il suo tempo fuori da determinati spazi prestabiliti. Crea soggezione nelle persone per i suoi modi diretti e confrontanti, facendoli sentire in dovere di giustificare la loro posizione nei suoi confronti, specialmente quando manifestano un punto di vista che non si attiene alle sue aspettative. Infatti richiede che gli altri si adeguino alla sua tabella di marcia. Sa essere molto persuasivo e accogliente, ma solo per poter controllare meglio chi gli sta vicino.
Fisicamente si irrigidisce al punto da sembrare un soldato che si muove in una parata; le mascelle sono serrate il più del tempo, il collo e tutto il corpo in generale è contratto. Il Fegato, che è preposto tra le altre cose all’irrorazione del sangue nei muscoli, se è alterato provoca uno squilibrio nella distribuzione. La Bile, che è un prodotto del fegato per omogeneizzare i grassi, se è prodotta in eccesso ritorna nel sangue causando irritabilità. Perciò un’alimentazione di cibi grassi a base animale e formaggi, assunta compulsivamente e non secondo bisogni specifici, genera un intasamento, un eccesso di legno, che può far degenerare in un comportamento iracondo. La vista è la finestra sul mondo, è collegata all’elemento legno e quando esso è in disequilibrio può subire alterazioni nella sua funzione, come un calo della sua efficienza o ipersensibilità, fino a manifestare patologie varie.
Quando è in equilibrio, il Legno è in grado di incanalare l’energia creativa con pazienza e metodo. L’individuo ha la capacità di espandere la sua sfera di influenza in modo notevole. Non solo è capace di dirigere se stesso, ma anche le persone che con lui collaborano. La sua visione delle cose è espansa, coglie spontaneamente le opportunità che la vita offre, addirittura creandone di nuove e vedendone l’interconnessione con grande capacità di sinergia. È allo stesso tempo in grado di coltivare simultaneamente interessi diversi con egual coinvolgimento. Sa essere riflessivo, gioioso ed infonde motivazione verso nuovi progetti, in modo leggero ed energetico.
Le cose che ha da da dire non le manda a dire, è diretto e franco nel comunicare ciò che vede e che gli sta a cuore. Sa essere un amico generoso e leale, nel senso appunto che puoi sempre contare sulla sua verità.
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L’elemento Fuoco
L’elemento Fuoco, associato a Cuore e Intestino Tenue, produce nell’individuo il carisma che lo pone naturalmente al centro dell’attenzione nelle interazioni sociali, specialmente nelle occasioni in cui c’è più gente insieme, come nelle feste, cene, o altro. È in grado di intrattenere con le sue opinioni che non nasconde e anche perché riesce ad essere empatico con chi lo ascolta, quasi entrando nei suoi panni, facendolo sentire compreso. Pur essendo così empatico e disponibile, mantiene un forte senso della sua posizione. È un errore pensare di portarlo dalla propria parte: è lui/lei che gestisce la situazione. Naturalmente gli piace essere al centro dell’attenzione; è molto portato alle attività dello spettacolo. L’aspetto esteriore, l’immagine e tutto ciò che appare, sono parte delle sue priorità. Non gli piace essere banale e cerca di essere molto personalizzato nelle sue scelte, attività e amicizie. Conosce tanta gente, gli è facile stabilire relazioni amichevoli con persone anche di diverso tipo, attività e carattere.
Le caratteristiche sopra descritte possono essere usate positivamente quando l’elemento è in equilibrio, o possono degenerare: per esempio, l’essere amico di tutti può essere una strategia per mascherare la propria paura della solitudine, o per sviarsi dalle proprie tematiche personali, che andrebbero affrontate per evolvere. Il suo approccio con le persone può diventare sopraffacente e prevaricante, sfumando nel sarcasmo. Butta molto fumo negli occhi, cercando di dare un’immagine positiva di sé in cui non c’è nessuna sostanza dietro. Può persino ostentare un’euforia incontrollata e un comportamento stravagante. Il Fuoco prende il sopravvento bruciando l’energia, che senza un centro si disperde nel nulla. Parla velocemente e il tono della voce si alza man mano che entra nell’argomento.
Non permette agli altri di dire qualcosa su di sé, cercando di prevenirli fino al punto da auto criticarsi o auto deridersi: è una strategia per non esporsi. Fa cattivo uso del carisma, che “ruba” attenzione senza dare niente in cambio. Ciò non gli consente di instaurare amicizie profonde; benché apparentemente è in contatto con tutti, in realtà, nella sua solitudine si sente triste, auto commiserante: è la figura del clown con la lacrimuccia. In poche parole, “recita” quando è con gli altri.
Dal punto di vista fisico, essendo l’elemento Fuoco relazionato al cuore, esso in una situazione di squilibrio perde il ritmo (aritmia cardiaca). La persona non riesce ad adeguare il ritmo delle sue azioni con quello del suo organo centrale, di conseguenza si trova a condizionare gli altri ad adeguarsi a lui. L’infarto è l’effetto estremo di un comportamento parossistico non adeguato alla propria energia. Spesso si rimane sorpresi nel constatare che una persona che sembrava vitale e allegra, ha un infarto. Ma proprio l’incontrollata estroversione lo ha provocato. Uno squilibrio di Fuoco si palesa anche con il rossore del naso e del viso, con difficoltà di circolazione, rottura dei capillari, ecc..
O al contrario, se il fuoco è in difetto si possono manifestare: pallore, difficoltà a comunicare, come balbettare, visto che la lingua è l’organo relazionato con il Cuore.
Quando il Fuoco è in equilibrio, la persona è in grado di comunicare in modo efficace e piacevole, sa godersi la vita, è nella risata e gioisce genuinamente della sua condizione. Porta avanti le sue mansioni e progetti con ritmo e costanza. Il suo naturale carisma viene allora usato per dirigere e condividere positivamente la sua energia, coinvolgendo gli altri nella abbondanza e nella creatività. Sa all’occorrenza essere calmo e controllato.
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L’elemento Terra
Lo squilibrio dell’elemento Terra, associato alla Milza e allo Stomaco, induce la persona all’auto commiserazione. Tende a biasimare gli altri per come vanno le cose o per come sta. Non si sente solida sulle sue gambe, di fatto non è in grado di auto sostenersi. Ha delle opinioni in cui fermamente crede anche quando queste sono discutibili per veridicità. Quando gli viene fatto notare che ci sono prospettive diverse, tende a argomentare, a volte abilmente, così che il suo punto di vista rimanga invariato. Non accetta facilmente consigli: quando riceve un suggerimento che la riguarda da vicino, si comporta come se in effetti fosse qualcosa che aveva già notato, diplomaticamente ringraziando di averglielo ricordato.
Quando parla di un argomento non si rende conto di aver concluso la sua esposizione, continuando sullo stesso filo, da prospettive diverse, ad articolare ulteriormente ciò che agli interlocutori è già chiaro da un pezzo. Ciò fa perdere loro la pazienza reagendo o allontanandosi, rinforzando nella persona con squilibrio Terra la convinzione che gli altri sono da biasimare per il loro comportamento. Essi non si rendono conto secondo lei, della generosità del suo intento nel condividere il suo punto di vista e il suo tempo. In relazione perciò si dedica agli altri con abnegazione, ma si aspetta altrettanto. Il punto è che spesso la sua dedizione è compulsiva, non richiesta, provocando nell’altro reazioni contrarie alle aspettative. Fluttua di conseguenza tra lo slancio ed il ritiro, tra l’amichevole empatia ed il distacco o l’indifferenza, pur rimanendo tendenzialmente dipendente dalle persone e dalla loro opinione. Può diventare inconsciamente invidiosa o risentita.
Da un punto di vista fisico, siccome l’energia non circola bene nelle gambe, queste tendono ad inflaccidirsi o ad accumulare cellulite; nelle donne aumenta la dimensione dei glutei e delle cosce.
La persona perde il senso di come nutrirsi correttamente; il suo apparato digestivo diventa lento e alterato, producendo uno stato di stanchezza che dura oltre il periodo digestivo. La voce della persona, benché ostenti ottimismo, è velata dalla tristezza e da interruzioni.
Se è in equilibrio, la Terra da radicamento e sostegno, inducendo la persona ad aiutare gli altri perché si sente salda e in grado di sostenere e condividere. È empatica e comprensiva, nel senso che percepisce lo stato d’animo altrui, perciò sa essere genuinamente compassionevole. Sa accogliere nel suo campo energetico le persone con cui si relaziona, facendole sentire a proprio agio. Sa essere constante e ingegnosa nel perseguire i propri obiettivi. Terra in equilibrio vuole anche dire essere radicati nella realtà terrena in armonia, ad avere la consapevolezza della fiducia in se stessi.
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L’elemento Metallo
Lo squilibrio Metallo produce tristezza, sconfinando nella depressione e nella poca stima di sé. Di conseguenza la persona tende a isolarsi e ad assumere un comportamento antisociale. Si vergogna della propria condizione e allo stesso tempo si colpevolizza per la stessa. A livello di postura fisica si chiude in avanti, come a voler proteggere e coprire l’area del petto, che si congestiona contraendosi sempre di più. Tende a respirare superficialmente in quanto ha inconsciamente paura del dolore emotivo che può emergere se la respirazione è piena, profonda e aperta. Ciò provocherebbe il pianto, che se accolto sarebbe un’espressione di liberazione dell’energia che si è andata ristagnando nel tempo. Ma normalmente accogliere le emozioni, specialmente per gli uomini, non viene riconosciuto o accettato, così nulla accade. Le braccia e le spalle, il cui movimento e mobilità aiuta l’ingresso di ossigeno nel corpo, sono perciò poco usate. La mancanza di una respirazione efficiente inibisce i Polmoni ad assumere ossigeno, la cui funzione è anche quella di depurare il sangue e di regolarne l’acidità; la sua carenza accentua dunque un comportamento acido, scontroso. L’energia che accompagna l’inspirazione non viene assorbita perciò la vitalità in generale diminuisce. Il cervello, che ha bisogno di molto ossigeno per funzionare al meglio, non riceve “nutrimento” per così dire, da qui l’incapacità nell’individuo di essere mentalmente lucido e in grado di usare le sue capacità cognitive ed intuitive per creare e portare avanti la sua vita con energia, chiarezza e ottimismo. L’intestino crasso somatizza la ritenzione emotiva contraendosi e provocando costipazione o alterazioni del funzionamento (diarrea/stitichezza). E visto che la sua funzione espulsiva viene compromessa, la pelle manifesta pallore, eruzioni cutanee o problemi di altro tipo. Essendo la pelle l’organo relazionato a questo elemento e che delimita lo spazio corporeo, il senso del giusto limite spaziale viene alterato, in relazione si perde il senso della giusta distanza dagli altri, alternando il concedersi troppo all’isolarsi.
Se l’elemento Metallo è in equilibrio, tutti i valori sopra riportati sono invertiti: l’individuo ha la capacità di essere introspettivo e profondo, in grado di portare avanti gli obiettivi che ci si è prefissato con stabilità e realismo. Il Metallo equilibrato porta la persona ad essere aperta; non si sottrae socialmente anche se tiene alla sua privacy, non condividendo con chiunque ciò che è importante e intimo, ma ricercando relazioni affidabili con cui stabilire un contatto profondo per potersi aprire. Quando lo fa, infonde energia e sostegno nel suo interlocutore, è affidabile e leale.
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Ribilanciamento energetico: rimedi
Esistono dei rimedi e delle tecniche che operano ribilanciando il sistema energetico. Se gli squilibri non sono estremi, questi rimedi possono essere molto efficaci nel ripristinare l’equilibrio. Ma può essere necessario sostenere un’area particolare del corpo e della nostra energia in “dettaglio” usando metodi più specifici che la riguardano.
La prima e più importante tecnica di riequilibrio energetico è la meditazione. Vi sono varie tecniche, sia attive che passive, per portare presenza e per disidentificarsi con sempre maggiore profondità dagli schemi mentali che sono alla base di tutti i disagi.
L’ingrediente principale che accomuna tutte le tecniche è la consapevolezza: qualunque sia la pratica, essa induce ad essere più consapevoli della dimensione interiore, quell’area del nostro essere dove i disagi e le malattie non possono arrivare. Il rimanere a contatto con questa parte con regolarità, infonde nell’organismo il benessere di cui è costituita la natura umana. Siccome ogni forma di patologia scaturisce dalle distorsioni psichiche che si vengono a creare con lo sviluppo della personalità di ogni individuo, entrando in contatto con quello spazio di calma e silenzio che è proprio della dimensione interiore, si attiva il processo di auto-guarigione.
Esercizi fisici come “il saluto al sole” o “I 5 tibetani” o la pratica dello Yoga, del Tai-chi, sono tutti propedeutici a mantenere l’energia in movimento e perciò il corpo in salute.
Se si riscontra che alcune parti del corpo e della propria energia necessitano di un’attenzione particolare o se non si è propensi a fare esercizi, allora è consigliabile farsi sostenere da un operatore con altre tecniche di manipolazione.
Il trattamento Shiatsu praticato correttamente, oltre a essere molto piacevole e rilassante, è in grado di ristabilire l’equilibrio energetico con efficacia e durata nel tempo. Esso agisce direttamente sui meridiani attraverso la digito pressione. Può in seguito rivelarsi necessario modificare abitudini che non si rivelano appropriate ai bisogni della nostra energia e alla salute del corpo.
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Percorsi di consapevolezza per la trasformazione dell’energia
I seguenti seminari sono indirizzati a fare esperienza diretta della trasformazione dell’energia.
Guarire le radici
Questo corso è dedicato alla guarigione del Bambino Interiore. È quella parte di noi che non è cresciuta, che non è stata integrata nell’adulto che siamo diventati. La ragione principale è da imputare ai traumi emotivi che letteralmente interrompono lo sviluppo psichico della persona. Difatti il corpo continua a crescere, ma la parte più profonda di noi, cioè l’anima, fatica a stare al passo, perciò ritira parti di sé nell’inconscio. Esse si manifestano nella vita dell’adulto sotto forma di situazioni spiacevoli, innescate da meccanismi di sabotaggio su cui non ha nessun controllo.
Per molti di noi i traumi iniziano già nella fase acqua, nel grembo materno e nella prima infanzia (periodo fusionale): siamo tutt’uno con nostra madre, sentiamo all’unisono con lei, perciò quello che è un disturbo per lei lo è per noi, quelle che sono le sue mancanze come essere umano, vengono direttamente assorbite.
La relazione con il padre è successiva a quella della madre. Quello che la figura paterna dovrebbe rappresentare è la possibilità di staccarsi dalla sfera di influenza materna. Ma siccome quello che accade per la maggioranza delle persone è di rimanere positivamente o negativamente attaccati alla dimensione fusionale avuta con la madre, questo passaggio non avviene in modo completo. Se la fase precedente non è stata completata opportunamente, quella successiva sarà viziata e non sarà a sua volta vissuta per quella che è la sua natura.
La seconda infanzia, fino all’adolescenza, corrisponde alla fase legno: se in questo stadio della nostra vita non abbiamo ricevuto dai genitori il sostegno adatto al nostro sviluppo, il passaggio alla fase successiva sarà difficoltoso e incompleto.
L’elemento fuoco rappresenta lo stadio della vita adulta, in cui dovremmo essere nel pieno dell’espansione del nostro potenziale, ma se non abbiamo potuto portare a compimento le due fasi precedenti, quella attuale risulterà faticosa. Ciò vuol dire avere problemi con il lavoro, col denaro, avere difficoltà nel trovare il proprio posto nel mondo e a relazionarsi con i propri pari. L’entità e l’area dei disagi dipende dalla natura dei traumi, che possono riguardare maggiormente il rapporto col padre o con la madre.
Sfortunatamente la cosa non si ferma qui: proseguendo il corso della vita, nella fase terra (maturità) ci ritroveremo a non poter raccogliere i frutti che erano nostri di diritto, cioè parte del nostro potenziale. Ci si potrà accontentare di quello che si ha, ma non si riuscirà a cancellare quel velo di tristezza e di frustrazione per non aver vissuto pienamente.
Arriverà la vecchiaia, che è associata all’elemento metallo, e si avrà nostalgia della giovinezza. Ad un attento esame sarà chiaro che la nostalgia è un sintomo che si impossessa di qualcuno che non è riuscito a vivere qualcosa totalmente. Altrimenti la vita nel presente è così appagante che non ha senso paragonarlo ad un altro periodo della propria vita considerato migliore, perché la fase che stiamo attraversando è esattamente quella che vogliamo e siamo contenti di vivere, se le precedenti sono state vissute.
Le ferite del passato sono state studiate e descritte dalla bioenergetica attraverso il modello delle Cinque Ferite (vedi libro di Lise Bourbeau “Le cinque ferite e come guarirle”), che ha attinenza con i cinque elementi, corrispondenti alle 5 fasi in cui si suddivide l’infanzia:
- ferita da rifiuto (maschera del fuggitivo) = elemento acqua; è bloccata la fluidità, la fiducia
- ferita da abbandono (maschera dell’abbandonato) = elemento legno, è bloccato il sostegno, il perseverare
- ferita da umiliazione (maschera del masochista) = elemento fuoco, è bloccato l’emergere, l’auto-affermazione
- ferita da tradimento (maschera del controllore) = elemento terra, è bloccato il contatto, l’intimità
- ferita da ingiustizia (maschera del rigido) = elemento metallo, è bloccato il valore, l’autostima
Le prime due hanno un eccesso di yin, le ultime due un eccesso di yang.
Il ritiro intensivo “Guarire le radici” si prefigge di portare alla consapevolezza e guarire tutto ciò che è rimasto indietro di quell’importante periodo che è stata la nostra infanzia. Questo lavoro è possibile ed è già stato fatto da migliaia di persone che hanno scelto di non perdere l’occasione.
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Conosci te stesso
Lo scopo di questo corso è di fare l’esperienza diretta della propria realtà ontologica. In termini più semplici, conoscere se stessi. Non mediante l’opinione altrui, non attraverso l’idea che ci siamo fatti di noi stessi, che è un’identità costruita dalla nostra storia personale, ma attraverso la tangibile percezione della nostra anima e di noi come individui unici e irripetibili.
L’elemento primario di questo ritiro spirituale è il Fuoco. Esso tende naturalmente verso l’alto e brucia tutto ciò che non è essenziale, che non ci appartiene, lasciando solo ciò con cui siamo venuti al mondo, che è la nostra realtà intrinseca e primordiale.
Gli aspetti del Fuoco che agiscono durante questo processo sono la luce e il calore. La qualità essenziale corrispondente è la consapevolezza. È come puntare una lente di ingrandimento sul qui e ora della nostra esperienza. La persistenza dell’intento provoca il calore necessario per dissolvere o smascherare la falsa identità con cui siamo identificati. Quando la temperatura raggiunge l’intensità necessaria, si ha un’esplosione di consapevolezza che rivela la realtà fondamentale della nostra esistenza, che è l’essenza del Fuoco stesso. Questa realtà racchiude in sé tutti gli elementi: benché vi sia luce, c’è freschezza. Si scopre che nasciamo ogni momento, che in ogni momento cresciamo, che la nostra giovinezza non ha mai termine. La raccolta dei frutti della consapevolezza è immediata, così come la prospettiva delle cose che ci indirizza naturalmente verso la nostra evoluzione. Si, perché la conoscenza di se stessi è l’inizio di un viaggio di espansione senza fine. Tutti i cicli energetici vi si susseguono incessantemente e ogni aspetto viene riconosciuto e vissuto per quello che è, senza censura o reticenza alcuna. Significa procedere in armonia con le leggi del macrocosmo che si riflettono nel microcosmo della nostra individualità.
Questo corso è il prosieguo naturale del Guarire le radici: anche qui l’individuo si ritrova integro e intero. Il Conosci te stesso rappresenta la possibilità di cristallizzare tale ritrovata integrità e di portarla nel mondo.
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Guarire le relazioni
Questo corso rappresenta la guarigione degli elementi Acqua e Terra.
Quando la nostra energia si sbilancia in relazione?
Liquida è la sfera emotiva inconscia che si infiltra in ogni anfratto della nostra psiche e del corpo, facendoci perdere il senso del giusto confine spaziale da cui relazionarci. Quando ciò accade ci disperdiamo: siamo come dei vasi bucati, non riusciamo ad elevare il livello della nostra energia, che ci permetterebbe di sbocciare nell’elemento Fuoco, nella nostra fioritura. Per quanto proviamo ad applicarci diligentemente per far si che le nostre relazioni siano di sostegno, funzionino e ci appaghino, senza la consapevolezza di quali siano le dinamiche inconsce che ci svuotano, continueremo a versare acqua nel nostro vaso senza mai riuscire a riempirlo.
È necessario riconoscere e imparare a contenere la nostra energia in noi stessi: la relazione è l’opportunità più appropriata, adeguata e veloce per operare tale trasformazione.
Come accennato sopra, quando l’elemento terra è sbilanciato si tende a biasimare l’altro o a scambiare per empatia un comportamento invadente, con la presunzione di fare il bene dell’altro. Riequilibrare la terra dunque è ristabilire il giusto equilibrio con l’altro, è bilanciare il dare e il ricevere.
Nella teoria dei 5 elementi la Terra contiene l’acqua: significa radicarsi in se stessi, diventando dei contenitori senza perdite, capaci di incanalare la nostra energia senza che questa venga dispersa attraverso relazioni boicottate dall’inconscio.
Essere un vaso senza buchi è la rappresentazione più adeguata per definire la solitudine positiva. È evidente che non significa non essere in relazione, ma piuttosto relazionarsi rimanendo integri.
La solitudine negativa si ha quando ci aspettiamo che l’altro continui a versare acqua nel nostro vaso, chiediamo e ci aspettiamo qualcosa per poter tenere la nostra energia ad un livello accettabile: per quanto l’altro si sforzi di accontentarci, non sarà mai sufficientemente appagante. Anche perché l’altro si aspetta da noi la stessa cosa, ovvero di ricevere dell’energia di cui siamo già scarsi.
In questo corso ci occupiamo di qual’è la natura delle nostre falle. Quando le abbiamo individuate e sanate, è facile relazionarsi perché siamo pieni di noi stessi nel senso buono del termine; trabocchiamo di energia propria. Questa è vera condivisione e in ciò c’è gioia in partenza: non ci relazioniamo per ricevere, ma per dare. Ciò rappresenta l’essenza dell’elemento Terra: accoglie, sostiene e dà generosamente quello che ha.
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I destini dell’anima
In questo corso apprendiamo cosa è necessario per portare l’appagamento della nostra vita umana su questo pianeta. Abbiamo guarito la nostra infanzia, abbiamo ricontattato noi stessi, siamo in condizione di avere relazioni sane: non rimane che portare tutto ciò nella nostra vita e nel mondo diventando creativi.
Significa imparare a manifestare, apprendendo dal ciclo di trasformazione dell’energia: esplorare il potenziale, far nascere un’idea, incanalarla, manifestarla nella creazione, raccoglierne i frutti e ritirarsi nella propria intimità soddisfatti.
I destini dell’anima è un invito su come usare le energie dei cinque elementi sentendole nel corpo.
E’ un percorso esperienziale per sanare le fasi acqua e legno, e imparare come sprigionare l’energia del fuoco, che è l’apice del ciclo ed è il momento della manifestazione, della creazione, per poi ricevere i frutti del proprio operato nella fase terra, ed infine nel metallo cristallizzare il risultato del cammino svolto.
In particolare si va verso la guarigione dell’elemento metallo, con il tema della manifestazione dell’abbondanza, della legge d’attrazione e di come lasciar andare modalità limitanti basati sulla scarsezza. La ricchezza, intesa come scoprire e riconoscere le risorse che sostengono l’anima nella realizzazione del suo potenziale, è già disponibile; è il punto di partenza e non quello d’arrivo. Si comprende così quale sia la carenza del modello occidentale, incentrato sul fare, sul performare, sullo sforzarsi per conseguire risultati economici; esso manca dei presupposti energetici e spirituali necessari all’abbondanza, e lo si vede dal fatto che riconosce solo quattro elementi (acqua aria fuoco terra), ignorando completamente il metallo. I soldi, assenti dalla rosa degli elementi, sono di fatto l’ossessione dell’uomo occidentale. Una cultura che non considera il metallo, tenta di eludere la morte, e evitando la morte propone una vita parziale e intrinsecamente povera, in cui è richiesto lottare per affermarsi, e la prosperità non scaturisce dalla fioritura dell’anima.
I destini dell’anima è un viaggio iniziatico attraverso le cinque trasformazioni dell’energia, per arrivare all’anima come cristallizzazione e base del potere di manifestare.
Impariamo a capire dai risultati che otteniamo, in quale delle 5 fasi energetiche dobbiamo apportare dei miglioramenti per poter ottenere quello che vogliamo.
Se per esempio il concepimento di un progetto creativo non è sufficientemente articolato, la sua fase di sviluppo può subire dei ritardi o avere delle incompletezze. Possiamo qui imparare che forse abbiamo bisogno di aiuto e ci predisponiamo a chiederlo. Sapere quali sono i nostri limiti non è un difetto ma una risorsa. È il non saperlo che può diventare un problema.
Una persona all’apice del successo rappresentato dall’elemento Fuoco, può aver bisogno di contenimento, di andare nella “sua” Terra per potersi raccogliere e rigenerare. Se non ne tiene conto, la sua espansione sarà incontrollata, riducendo il tutto in cenere troppo presto. Oppure c’è chi rimane chiuso nello stadio Metallo: può allora affiancarsi ad un partner che è naturalmente incline a muovere l’energia dell’Acqua; potranno insieme generare un progetto in cui ognuno contribuisce con ciò che gli è naturale, ma mantenendo la visione d’insieme che tutti e cinque gli elementi rappresentano delle fasi che se trascurate produrranno delle ripercussioni sul completamento dell’esperienza di manifestazione e di conseguenza sul sentirsi o no pienamente appagati.
Benché ci siano, come in tutti i nostri corsi, degli elementi teorico informativi, è un corso esperienziale e pratico. Come ho già menzionato, ci prefiggiamo di fare esperienza dei 5 elementi con il corpo: il risultato è uno spazio interiore di silenzio e completezza.
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Il segreto del fiore d’oro
E’ un seminario intensivo dedicato a fare esperienza del bilanciamento e dell’unione tra le due polarità energetiche:
- Yin: l’anima, il principio femminile
- Yang: la consapevolezza, il principio maschile
Quando yin e yang non si incontrano, tendiamo a polarizzarci in un modello di uomo o di donna non sostenuto dal polo opposto, e quindi facilmente cerchiamo fuori, in un ipotetico partner o anima gemella o fiamma gemella, ciò che abbiamo già dentro di noi, ma che non contattiamo, perché giace nell’inconscio, e siamo convinti di non averlo.
Per la donna è l’animus, la parte maschile. Per l’uomo è l’anima, la parte femminile.
Connettere con il proprio partner interiore è una grande benedizione, non solo perché ci consente un naturale bilanciamento delle polarità yin e yang, ma perché ci completa, nell’esperienza di sé come un essere integro, unito, radicato nel maschile e nel femminile.
di Renata Rosa Ughini e Asimo Caliò Roberto
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Approfondimenti:
I cinque elementi nelle meditazioni attive
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