La meditazione taoista origina dagli insegnamenti del Tao, l’antichissima tradizione cinese tramandata prima oralmente poi per iscritto dai monaci taoisti. Il Maestro taoista più conosciuto è Lao Tsu, autore del “Tao Te Ching”. Per quel che riguarda la tecnica di meditazione, troviamo la spiegazione di un metodo rivolto all’illuminazione spirituale nel libro “Il Segreto del Fiore d’Oro” di Lu Tsu.
In tempi recenti la meditazione taoista, intesa come corpo di tecniche di meditazione silenziosa, e di insegnamenti volti all’armonizzazione delle due forze yin e yang, è stata introdotta in occidente e sta riscuotendo interesse tra chi pratica meditazione e discipline orientate al ben-essere e alla conoscenza di sé.
Noi l’abbiamo incontrata dopo un lungo cammino di meditazione, nel quale abbiamo praticato e integrato diverse tecniche, sia attive che passive, provenienti da varie tradizioni spirituali. Abbiamo così apprezzato particolarmente la meditazione taoista illustrata nel “Segreto del Fiore d’Oro” da Lu Tsu, spiegato e commentato splendidamente da Osho nei “Libri del Fiore d’Oro”.
Ne è nato il ritiro “Il Segreto del Fiore d’Oro”, del quale potete chiederci informazioni pratiche se siete interessati a addentrarvi nel livello esperienziale, guidati da chi ha già molto praticato.
Qui vi proponiamo un’introduzione pratica alla meditazione taoista, un metodo per avvicinarsi all’unione interiore tra le due energie yin e yang. Leggere e sperimentare consentirà di:
- meditare correttamente, cioè eseguire bene la tecnica base
- comprendere la differenza tra controllare e ascoltare, tra imporre al corpo la meditazione e lasciarla scaturire dal Tao, dalla Natura.
- riconoscere il flusso delle due energie yin e yang
- permettere la loro Unione
Quello illustrato in questa pagina non è ancora il metodo contenuto nel “segreto del Fiore d’Oro” di Lu Tsu, ma ne costituisce un livello propedeutico, utile a chi vuole approcciare la meditazione taoista e anche a chi fa meditazione silenziosa (tipo, per esempio, vipassana) e si trova ad aver a che fare con vari cambiamenti innescati dal fluire dell’energia nel corpo.
Per chi volesse approfondire, siamo disponibili a fornirvi informazioni. Contattateci.
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IL SEGRETO DEL FIORE D’ORO
Osservando il tuo respiro, senti l’aria passare attraverso il tuo corpo.
Continuando ad osservare il suo passaggio ti renderai conto che esso trasporta anche l’energia vitale.
Se osservi l’energia vitale noterai che è generata da un polo positivo e uno negativo.
L’interazione tra queste due polarità la rende manifesta nel corpo come vitalità.
Attraverso l’inspirazione e l’espirazione maschile e femminile interagiscono, danzano.
Continuando a osservare la loro danza accedi all’unione degli opposti dove entrambi si fondono in unità che va al di là di essi.
Tale unità da luogo al fiore d’oro.
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1.Premessa
Questo metodo è puramente scientifico. In esso non vi è nulla di filosofico, ermetico o astratto. Nè tantomeno richiede un retaggio o una tendenza religiosa. Non è una via devozionale. Non è richiesta alcuna particolare credenza, anzi è la via della sperimentazione. Fai questo e ottieni quest’altro. Fai bollire l’acqua ed essa evaporerà. È così, semplice e diretto.
Ciò non significa che risulterà facile al primo approccio, perché la mente moderna è eccitata, instabile, frenetica. Cerca di continuo qualcosa che desti il suo interesse, è più incline ad essere intrattenuta che a scoprire veramente qualcosa di reale perché in questo caso viene messa a tacere. In altre parole, il suo moto compulsivo cessa.
Perciò l’inizio di questa pratica può risultare ostico. Ma non se si è motivati da un sano anelito a scoprire le varie dimensioni della propria esistenza, come la libertà, l’intuizione, la visione, per citarne alcuni.
E non risulta ostico per tempi lunghi. Dipende dalla persona. Chi è pronto a entrare in se stesso/a troverà facile, durante la pratica, contattare uno spazio di tranquillità e silenzio come sottofondo della propria esperienza.
Gli attacchi della mente irrequieta si riveleranno degli eventi con un inizio e una fine. Bisogna solo rimanere nel proprio silenzio affinché essa sfoghi il suo moto di ribellione. Ciò che vado ad illustrare descrive come fare e ha lo scopo di radicare la propria consapevolezza nel presente, perché è nel qui e ora che tutti i miracoli veri si manifestano.
Veniamo al metodo.
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1- Osservando il respiro senti l’aria passare attraverso il tuo corpo.
Questa è la prima parte: sentire l’aria che passa dalle narici. Seduto comodamente con le gambe incrociate, su un cuscino oppure su una sedia, con la schiena eretta e i piedi che toccano terra, si permette al respiro di essere così come è. Non va modificato. Non è una tecnica di respirazione ma di osservazione. Il respiro serve da ancora per agganciarla al presente, perciò non bisogna agire sul suo ritmo.
Il corpo vive ed espleta le sue funzioni sempre qui e ora. La mente invece ha bisogno di oscillare tra passato e futuro per poter funzionare, e lo fa attraverso immagini astratte, sconnesse dalla realtà. Se non può oscillare, si ferma. Questo è ciò che accade quando l’attenzione viene portata sul respiro: ci si distoglie dall’attività mentale, si smette di alimentarla. È il primo passo verso il silenzio.
È possibile, anzi molto probabile, che, data la nostra abitudine ad essere identificati con l’attività mentale, all’inizio della pratica l’attenzione verrà ripetutamente sviata da pensieri di qualsiasi tipo o da distrazioni varie. Ciò non va vissuto o interpretato come l’incapacità di applicarsi in essa. È naturale che accada, non è possibile imporre ai pensieri di non esserci. Bisogna solo, ogni volta che la nostra attenzione viene sviata, ricordarsi di riportarla sul respiro. Equivale a togliere energia dai pensieri e immetterla nella presenza. Il meccanismo mentale non può continuare a lungo senza il nostro sostegno; potrà andare avanti un po’ per inerzia, ma a un certo punto il suo movimento diminuisce fino a cessare. Allora vi è silenzio, spazio. E tutto a un tratto, l’occhio interiore, libero dal pulviscolo dei pensieri, incomincia a vedere chiaramente.
Via via che si percorre questo sentiero, ci si renderà conto che anche focalizzare l’attenzione sul respiro non necessita di un’azione forzosa, ma accade da sé quando siamo presenti: restando rilassati si riuscirà simultaneamente ad osservare sia il respiro sia i pensieri, quando ci sono, come qualunque altra esperienza attraversi la nostra percezione.
Ciò significa che l’attenzione si sta trasformando in consapevolezza. Infatti quest’ultima, al contrario dell’attenzione che se vuole focalizzarsi su qualcosa ha bisogno di escludere tutto il resto, è inclusiva: riesce simultaneamente ad essere cosciente di più fenomeni.
Questa è la fase in cui il respiro diventa più sottile. Infatti l’osservazione rilassata richiede meno aria perché consumiamo meno energia.
Di conseguenza l’attività mentale si riduce, o si avrà la sensazione che i pensieri siano più trasparenti. Il mancato coinvolgimento con il loro contenuto produce una distanza dagli stessi e la loro progressiva assenza. Gli spazi tra i pensieri diventano più lunghi.
Questa distanza permette di diventare coscienti di ciò che il cuore percepisce. Osserveremo forme pensiero più sottili e delicate, meno grossolane rispetto alla verbosità della mente concettuale. Infatti è più corretto definirle sensazioni a cui non è sempre possibile dare un significato. Ma in questa sede non ci occuperemo di questo. Potranno esserci delle intuizioni, ma non sono ricercate nè elaborate. Se ci si distoglie dall’osservare il respiro, tutto il processo si disperde e si è di nuovo catapultati nella dimensione che ci è abituale, perdendo contatto con questa sottigliezza. È come mantenere l’equilibrio mentre si cammina su una corda.
Anche il coinvolgimento con intuizioni e sensazioni piacevoli rappresenta una distrazione. Non bisogna cadere nell’inganno, ma rimanere costanti nel ricordarsi di riportare sempre l’attenzione sul respiro, non importa quanto sottile sia diventato. Più esso diventa sottile, più la consapevolezza si affina nell’osservarlo, si acumina, si rafforza nello stabilizzarsi. Si dovrebbe essere in grado di osservare qualunque cosa rimanendo centrati. Coinvolgimento vuol dire identificazione, vuol dire perdersi.
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2-Se continui ad osservare il respiro, ti renderai conto che esso trasporta anche l’energia vitale.
Si incomincia a notare il movimento dell’energia quando ci si astiene dal fare qualcosa: non si cerca di modificare il respiro, o di aggiustare la postura continuamente in preda all’irrequietezza, o di fissare la propria attenzione su una particolare sensazione o visione. Si rimane rilassati nell’osservare, con un’attitudine neutrale. In altre parole, si smette di controllare.
Ciò permette all’energia di seguire il suo corso naturalmente.
Si potrà notare per esempio, che quando l’inspirazione cambia e da luogo all’espirazione, ciò avviene in modo completamente spontaneo. Potrà essere colto il momento atomico in cui il respiro gira per conto suo.
Generalmente il cambio di respirazione riflette l’attività dei pensieri. Se sono turbolenti, si avrà un respiro più affannoso. Così è se si prova paura, rabbia o ansia. Ci sarà una contrazione, una una tensione a livello fisico, .
In assenza di tutto ciò, rimanendo rilassati, si distingue chiaramente come la qualità energetica dell’inspirazione sia diversa dall’espirazione. Nella prima, l’energia entra nel corpo; vi è un moto sottile di espansione e vitalità che nutre tutto l’organismo. Con l’inspirazione possiamo essere coscienti che l’energia del cosmo penetra in noi. Ciò può essere osservato a livello fisico, in quanto attraverso il respiro immettiamo quei gas di cui è composta l’atmosfera terrestre che ci permettono di vivere. Ma non c’è modo di determinarne l’effetto, se non per il fatto che la nostra vitalità aumenta. In questa condizione, essa potrà essere sperimentata come luminosità interiore, finezza di percezione.
Con l’espirazione c’è il ricambio, l’espulsione. Lasciamo andare qualcosa di noi. Il corpo, per il tempo di un’esalazione si svuota: di forme pensiero, di impulsi e di stati d’animo, oltre che di ciò di cui l’organismo non ha più bisogno.
Si potrà avvertire la propria interiorità come una massa fluida senza forma che irradia ogni area corporea. Se non c’è da parte di chi osserva l’intenzionalità di fare un movimento, si potrà percepire la vitalità che anima e vive nel corpo. Potrà esserci l’impulso a compiere dei movimenti, ma senza alcun fare volontario che scaturisca dalla mente. Anche questo va accolto e osservato con amore.
Stiamo sperimentando il movimento della nostra energia in tempo reale. Tutto ciò si può osservare continuando a rimanere coscienti del respiro. Esso è il ponte tra il mondo materiale e quello sottile, perciò restando in contatto con esso possiamo permettere che la nostra percezione si posi su ciò che in quel momento si manifesta. È così che avviene la purificazione energetica: in questa condizione di osservazione dei movimenti della mente e degli stati d’animo sul loro nascere, senza il nostro coinvolgimento con i loro contenuti, tutto ciò che non è necessario alla nostra vita viene rilasciato e purificato. Ciò permette alla nostra osservazione di muoversi più in profondità.
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3-Se osservi l’energia, noterai che è generata da un polo positivo e uno negativo
Quando inspiriamo siamo ricettivi, mentre quando espiriamo siamo repulsivi. Tali qualità prettamente naturali, non vanno condite dal giudizio umano. Avviene così, è un dato di fatto.
Hai mai osservato che quando ricevi un regalo e lo accetti naturalmente prendi un respiro? E che il contrario accade quando lo rifiuti?
Con l’inspirazione permettiamo alla vita di entrare in noi: la prima cosa che un infante fa appena fuori dall’utero materno è di prendere un grosso respiro. Se non ce la fa da solo, viene aiutato. Ma questa è un’altra storia.
D’altra parte, quando la vita di un essere umano volge al termine, l’ultima cosa che egli fa a questo mondo è di esalare l’ultimo respiro. La vita abbandona quel corpo fisico per sempre.
Perciò ogni volta che inspiriamo nasciamo a nuova vita e con l’espirazione moriamo alla stessa. Il respiro è la massima sintesi del processo vitale che include anche la morte.
Accorgendosi delle diverse qualità energetiche del respiro è possibile accedere ad una percezione più profonda, che riesce ad essere testimone dell’alternanza respiratoria come di un movimento unico.
Se ci sforziamo di focalizzare la nostra attenzione sul respiro saremo in grado di osservarlo che entra ed esce, ma non lo vivremo. Dovunque vi sia sforzo c’è tensione, perciò separazione. Per sentire l’energia è necessario essere rilassati e partecipare ad ogni fase respiratoria passo passo, così come avviene, senza scelta. Solo allora la consapevolezza recede diventando più inclusiva. Solo allora sarà possibile notare simultaneamente le singole fasi respiratorie come parte di un movimento più ampio che le include.
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4-L’interazione delle due polarità si rende manifesta nel corpo.
Con l’inspirazione il corpo viene rivitalizzato. Dovunque l’attenzione si posi, l’energia si dirigerà là più che in un’altra area. E con l’espirazione si lasciano andare tensioni di vario tipo.
Se l’attenzione si espande al punto da diventare consapevolezza, allora potrai sentire un flusso vitale che scorre dal centro verso la periferia. Ora la luminosità fluida informe di cui ho parlato sopra, acquista un verso, se ne percepisce il movimento radiante. Questo equivale a far circolare la luce come dice il maestro Lu-tzu nel libro “Il Segreto del Fiore d’Oro”.
Ogni area contratta lascerà andare la sua morsa per il solo fatto che l’attenzione vi si dirige. Come un’onda benefica, la luce ed il calore della vitalità portata dal respiro si faranno strada attraverso i canali energetici del corpo ripristinando il loro naturale fluire.
Associate a tali sblocchi possono apparire alla mente immagini relative, che sono personali per ognuno. Se per esempio lo sblocco riguarda l’aria della sessualità, si potranno manifestare pensieri con una conseguente sensazione corporea e una colorazione emotiva erotica. Se si lascia andare la rabbia si avranno stati d’animo e sensazioni corporee corrispondenti. Si potrà manifestare anche paura o tristezza o qualunque altra emozione. Il corpo sarà coinvolto, in quanto ogni emozione coinvolge una particolare area.
Quando ciò accade, il respiro si fa più denso, come se trasportasse una sostanza che potrà risultare, a seconda dell’emozione che si sta liberando, vischiosa, infuocata, gelida, collosa. Questo è il momento di non farsi distrarre, di attingere a tutte le nostre risorse di presenza e determinazione a rimanere ancorati al respiro. Senza modificare niente. L’apparizione di questi stati d’animo è segno che abbiamo lavorato bene, perciò non vanno in alcun modo censurati o repressi di nuovo nell’inconscio. Vanno accompagnati ad esserci con la nostra piena consapevolezza.
Il risultato di questa condotta nei confronti della vostra energia sarà sorprendente: ogni emozione vissuta porta un’incredibile quantità di energia ripulita, che perciò diventa pura vitalità, luce, profondità, gioia, silenzio. La mente diventa un ampio spazio in cui ci possono essere forme pensiero oppure no. I fenomeni manifesti sono permeati da beatitudine. Sta a voi scegliere se dar loro attenzione. L’importante è continuare ad osservare il respiro, che a questo punto ha la consistenza del nettare. Ogni respiro diventa portatore di puro piacere interiore. Il corpo è percorso da una sostanza mielosa che al suo passaggio lo rende più sciolto e vitale.
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5-Attraverso l’inspirazione e l’espirazione, energia femminile e energia maschile interagiscono e danzano.
L’osservazione della loro danza li integra, essi cessano di essere opposti. Entrambi si fondono in qualcosa che va al di la di essi.
L’inspirazione è femminile, l’espirazione maschile. Ma non è possibile dividere maschile e femminile in maniera netta, in quanto una punta di maschile è contenuta nel femminile e viceversa. Un esempio: benché l’inspirazione sia prevalentemente femminile, in essa possiamo cogliere la qualità della vitalità, del dinamismo, della luce, qualità che appartengono al principio maschile. Inversamente, con l’espirazione si manifesta il vuoto, la passività, o tranquillità, che sono qualità del femminino. Il movimento dell’uno prepara il campo per l’arrivo dell’altro. La distinzione tra queste due forze complementari diminuisce man mano che procediamo verso il nostro centro, verso l’essere.
Alla periferia la loro contrapposizione appare molto più estrema: bene e male, giusto e sbagliato, superiore e inferiore, morte e vita, bello e brutto, anima e corpo sembrano valori opposti e inconciliabili per la mente. Difatti è proprio quest’ultima che divide ogni cosa. Ma nessuno di questi valori può esistere o essere definito tale senza il suo opposto.
Se in ogni uomo non vi fosse una donna interiore e se in ogni donna non vi fosse un uomo interiore, non ci sarebbe la possibilità di contattare uno stato di unione di queste due polarità. Saremmo dipendenti per la nostra interezza dalla presenza dell’altro. Ma sappiamo che le coppie che basano la relazione sulla dipendenza affettiva sono necessariamente infelici. La persona dipendente è colei che non ha contattato il proprio opposto interiore.
Dalla prospettiva dell’essere, tutto è uno, tutto interagisce in armonia. Gli opposti vengono allora compresi come un’alternanza dalla cui interazione scaturisce ciò che è manifesto attingendo da ciò che è potenziale. Tale percezione unitaria permette di non identificarsi con una parte piuttosto che con l’altra.
Quando l’energia viene ripulita dall’emozione, osservare la danza del respiro senza interferire diventa facile, naturale. La non interferenza è basilare affinché il movimento energetico non venga inibito dal controllo.
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6-Continuando a osservare questa danza, accedi all’unione degli opposti
Venendo meno il nostro coinvolgimento con il contenuto della mente ciò diventa possibile; così l’energia non viene dispersa, quindi si accumula. E non essendoci più polarizzazioni perché i blocchi sono sciolti, si potrà avvertire la parte del corpo che tocca il pavimento come la base di una piramide. Un senso di solidità e di stabilità si fa via via più palpabile. L’energia può cominciare la sua ascesa dal primo chakra in su. Tutta l’area del basso ventre è avvertita come un lago di stabile presenza. La sua qualità è rotonda, avvolgente, rassicurante e potente. La connessione del respiro tra questo punto e il suo ingresso nel corpo attraverso le narici diventa un unico canale. Esso, passando nell’area tra il plesso solare e il centro del petto, risveglia alla consapevolezza un ulteriore centro energetico: il cuore. Esso cesserà di essere sopraffatto dalle emozioni.
L’ascesa energetica continua fino a coinvolgere la testa, ovvero il terzo occhio. Questo centro è il ponte, il punto d’incontro tra la dimensione materiale e quella spirituale. Possiamo anche definirlo la porta d’accesso allo spirito. Oltre vi è pura soggettività, nel senso che non sarà possibile percepire energia alcuna. Oltre vi è solo essere.
La differenza tra respiro ed energia a questo punto è una questione di gestalt. Dipende da quello su cui volete porre l’attenzione.
In questo spazio è molto facile riconoscere ciò che è maschile e femminile. E allo stesso tempo è difficile separarli.
Il sorgere dell’energia è dovuto al fatto che entrambe le polarità non sono più in lotta cercando di affermare il proprio dominio. Negli stadi iniziali della meditazione, si osservava la femmina non integrata che tende all’apatia e alla dispersione e il maschio non integrato che tende al controllo e alla rigidità. Ora uomo interiore e donna interiore stanno cooperando: quella pienezza e rotondità percepibile nella pancia è segno che il femminile si è raccolto per sostenere il principio maschile a manifestarsi. Entrambi traggono nutrimento dalle caratteristiche dell’altro in un movimento che si rivela luminoso, come la luce di una candela, che pur bruciando rimane sempre nello stesso posto.
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7-Tale unione da luogo al fiore d’oro.
La loro complementarietà li porta ad integrarsi sempre di più finché sono indistinguibili l’uno dall’altro.
Questa percezione è avvertita in momenti in cui vi è perfetto equilibrio: ogni volta che tale equilibrio si manifesta, si ha un assaggio di quello che gli antichi maestri taoisti chiamano “Il Fiore D’oro”.
Perché un assaggio? Perché è un equilibrio che va ricercato continuamente, poiché è nella sua Natura rompersi per ricrearsi su un piano più elevato. Con la meditazione, l’equilibro raggiunto non è il risultato di uno sforzo ma lo si vede accadere. Ogni situazione di vita è un’alternanza tra maschile e femminile, perciò ognuna di queste forze si rende ottimale quando vi è equilibrio: nei rapporti interpersonali con gli altri, con se stessi, nel portare avanti un progetto, nell’alternare riposo e attività, nell’appagamento come nella ricerca dell’appagamento stesso.
Il fiore d’oro è un simbolo che descrive la percezione di sé al di là della personalità, ma che allo stesso tempo la include. Nello stato di equilibrio la usiamo per relazionarci e quando non ci serve la mettiamo a riposo. In questo modo cessiamo di essere dominati dai suoi impulsi inconsci.
L’unione degli opposti avviene in un punto subatomico in cui si ha un’implosione di luce nella quale si esperisce l’unità.
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La pratica
Ciò che è descritto è una mappa sequenziale. A grandi linee il processo potrà dispiegarsi in questo modo. Ma è un processo vivente e come tale richiede la partecipazione cosciente di ognuno per vedere come si svolge. Non bisogna cadere nell’errore di seguire le indicazioni e le descrizioni alla lettera e di aspettarsi che il processo si svolga in un dato modo. Le descrizioni vanno intese come pietre miliari, ma una volta inoltratisi nel proprio territorio interiore, l’unico punto di riferimento è il respiro.
di Asimo Caliò Roberto e Renata Rosa Ughini
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IL SEGRETO DEL FIORE D’ORO
RITIRO ESPERIENZIALE DI MEDITAZIONE TAOISTA
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