La superbia nella sua forma più essenziale è l’assunto di sapere cosa si è. Questo assunto da luogo a dei conportamenti che definiamo arroganti.
Essa è specialmente subdola quando si mostra come umiltà.
È vero che colui che si identifica con un’immagine di sé suggeritogli dalla personalità, lo fa inconsciamente, ma è altrettanto vero che la superbia senza inconscienza non potrebbe esserci.
Perciò è possibile che si sia sinceramente convinti di essere nel giusto quando ci si sente superiori e nella posizione di essere uno o più gradini più in su degli altri.
Colui che si sente così, mosso dal senso di superiorità, mostra la maschera dell’umiltà; questo è particolarmente evidente quando il superego si tinge di spiritualità.
Ho citato il superego (per un’approfondita analisi vedi e-book) perché il superbo è principalmente dominato da quest’aspetto della personalità, contrapposta a quello della vittima, il ruolo impersonato da colui che si identifica con il bambino interiore, (per un’approfondita analisi vedi e-book).
Perciò colui che si si sente pieno di sé, che non ascolta nessuno perché non riesce ad ascoltare nemmeno se stesso, è chiuso in una gabbia psichica in cui la rigidità è uno dei tratti principali.
L’inflessibilità lo fa apparire come un individuo forte, tutto di un pezzo, che impressiona gli altri per il suo impatto emotivamente assente, condito da una violenza nel relazionarsi che è più o meno apparente in base alla capacità di gestire la sua maschera.
Egli è risulta persino attraente per quelle persone a cui piace essere dominate,
perciò quello che crea nel mondo è nel migliore dei casi, un impero basato sulla sottomissione.
Non è difficile, guardandosi intorno individuare quali personaggi agiscono in modo superbo.
È molto più difficile individuare coloro che invece mascherano la loro superbia con un fare paterno, da benefattore, da protettore o da persona pia.
Essendo in superbo dotato di un certo carisma, è facile cadere nella sua trappola. Ma quando ci si cade ci si rende conto che la facciata che abbiamo visto serviva proprio a metterci in una posizione di subordinazione e se non ci si leva in fretta da questa situazione, le maglie del suo dominio si stringeranno sempre di più.
Un’altro modo per definire la superbia è il narcisismo; quest’aspetto è tinto dall’apprezzamento verso il proprio falso sè, che tende a magnificare in modo grandioso qualità che, o non esistono o sono sovra stimate.
Il narcisista crede di aver fatto qualcosa di grandioso, unico e speciale anche in riferimento a cose banali e ordinarie che condite dal proprio amore per se stesso vengono fatte apparire come qualcosa che le persone intorno a lui non avevano visto e perciò devono essergli grate per il suo contributo.
In verità egli ha bisogno di compensare un profondo senso di inferiorità; non accetta neanche lontanamente la possibilità di essere vulnerabile e se si trova in una situazione in cui la sua posizione e i tratti della sua persona vengono messi in dubbio o sminuiti è capace di lottare strenuamente per difendersi fino a diventare violento fisicamente.
Il senso del valore, che è una caratteristica innata dell’essere e che perciò non ha bisogno dell’approvazione altrui per essere percepito, viene sostituito con l’onore.
C’è la possibilità che per ripristinarne il senso, organizzi la sua vendetta in modo freddo e determinato, non importa quanto tempo gli ci voglia.
Lo sgarbo sarà per lui come una ferita aperta che non si rimargina finché non ha ottenuto giustizia.
Il superbo è uno che tira dritto, non guarda in faccia a nessuno e se qualcuno si interpone sulla sua strada non ha difficoltà a calpestarlo.
Egli difatti calpesta chiunque, basta che questi gli venga a tiro. E se non ha nessuno a portata di mano se lo procura.
Egli è motivato a fare ciò perché se non lo fa non sa chi è; la sua identità che gli da il senso di sé, lo spinge a creare situazioni in cui possa esercitare la sua prevaricazione.
La superbia in casi estremi, diventa così sopraffacente che l’individuo si chiude in se stesso al punto da tagliarsi fuori dal mondo. La sua incapacità di recepire alcunché dall’esterno, lo isola al punto da sfociare in patologie gravi.
Il passato infantile del superbo è stato molto probabilmente segnato dalla necessità di crescere troppo in fretta, necessità che si palesa per esempio quando i genitori o sono stati assenti o viziati da uso di droghe o altre deviazioni che li hanno di fatto venire meno al loro ruolo.
O anche se egli non è mai stato confrontato rispetto alla sua condotta ma anzi veniva incoraggiato da dei genitori deboli di autorità. Egli perciò si è sentito superiore a loro perché questi non erano in grado di contrastarlo, disciplinarlo.
Questo può facilmente capitare in famiglie benestanti.
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