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Articolo aggiornato 16 dicembre 2022
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Quante volte ciò che più desideriamo ci sfugge, lasciandoci un senso di frustrazione e insoddisfazione?
E quante volte rinunciamo in partenza a certi obiettivi?
Oppure non portiamo a termine ciò che abbiamo intrapreso, lasciandolo incompleto?
Quante volte in relazione pretendiamo che sia l’altro a venire verso di noi?
Qual è la causa remota all’origine di ciò?
Il MOVIMENTO INTERROTTO verso mamma principalmente, e di conseguenza anche verso papà.
Un bisogno di vicinanza e di amore profondo e totale che nell’infanzia non è stato soddisfatto.
Vediamo insieme di cosa si tratta e come poterlo sanare.
In corsivo, le parole di Bert Hellinger.
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GUARIRE LE RADICI
un’esperienza straordinaria per sanare il movimento interrotto
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Movimento interrotto verso la madre
Madre e padre rivestono pari importanza nello sviluppo del bambino. Tuttavia, in questa sede ci occupiamo prevalentemente della madre e della problematica del movimento interrotto verso di lei. La madre è la prima persona con cui il bambino viene a contatto, è la prima esperienza di relazione d’amore, e per evidenti motivi la più profonda e intima. E’ perciò la base di tutte le successive relazioni, anche di quella col padre, la cui importanza cresce con l’età del piccolo, che lo riconosce come papà una volta che esce dalla fase fusionale con la mamma. Ecco perché il movimento interrotto verso la madre condiziona la relazione col padre e determina un analogo, se non più grave, movimento interrotto verso il padre. Chi è disconnesso dalla madre, lo è anche dal padre e viceversa. Una relazione apparentemente buona col padre non può sanare il movimento interrotto verso la madre, anzi lo aggrava, creando una sorta di complicità padre-figlio/a escludendo la madre.
Un’espansione d’amore non soddisfatta
Dal concepimento fino all’adolescenza, il bambino ha bisogno della madre. E’ un dato di fatto. Ama la madre e la cerca, sia per soddisfare i bisogni primari (cibo, cure del corpo), sia per soddisfare i bisogni secondari e non meno importanti, attinenti la sfera emotiva-affettiva e quella cognitiva. La cosa più naturale sarebbe che, quando il bambino sente necessità di qualcosa, chiama la madre o va verso di lei, e lei è disponibile, empatica con il piccolo e percettiva a cogliere e soddisfare i suoi bisogni in un tempo relativamente breve e nel modo giusto per lui. Invece spesso non accade così. Varie situazioni concorrono a interrompere il movimento del bambino verso la madre. Come? Vediamone alcune.
- Madre presente fisicamente ma assente energeticamente.
E’ il caso di una madre traumatizzata, magari a sua volta vittima di un movimento interrotto quando lei era piccola. Forse nel comportamento verso il piccolo è una madre ineccepibile, forse la vicinanza fisica c’è e così anche una certa continuità nel badare al bambino. Ma tutto avviene in modo freddo, per dovere, per consuetudine, perché “si fa così” secondo certi modelli culturali e sociali. Una tale madre è disconnessa da se stessa, dal proprio corpo, dalla propria energia, e non riesce quindi a entrare in sintonia col corpo del bimbo, il quale ovviamente sente che lei “c’è e non c’è”, dunque non può fidarsi: ogni suo movimento verso di lei è caratterizzato dall’insicurezza.
- Vicissitudini familiari e madre che deve assentarsi
Se la madre cade malata, ha un incidente e viene ospedalizzata, o deve assistere qualche altro membro della famiglia malato, è costretta a lasciare il piccolo a qualcun altro per un periodo più o meno lungo. In tal caso, la connessione affettiva ed energetica si interrompe bruscamente, perché la madre si allontana troppo. Se la madre è emotivamente sana, riesce in qualche modo a mantenere l’empatia, a “sentire” e a farsi sentire dal bambino, aldilà dei limiti spazio-temporali. Ma spesso in queste situazioni la madre è presa da problemi che assorbono molta della sua energia, che così non è più disponibile per il bimbo nel modo in cui lui ne avrebbe bisogno.
“Per molti il movimento verso la madre è ostacolato da un’esperienza vissuta nella prima infanzia: la separazione precoce dalla madre. Può essere accaduto, per esempio, che per un certo periodo il bambino sia stato dato in affidamento, o la madre sia stata ammalata e abbia dovuto trascorrere la convalescenza altrove, oppure sia stato il figlio ad ammalarsi e alla madre non fosse permesso di visitarlo. Questo genere di esperienza lascia un’impronta profonda e determina il nostro comportamento futuro.”
“Il dolore della separazione e il sentimento di abbandono che il bambino prova quando è lontano dalla madre, la disperazione che gli dà non poterla raggiungere quando ha un estremo bisogno della sua presenza, lo costringe a prendere su di sé una decisione. Per esempio: “Io rinuncio a lei”; “me ne sto per conto mio”; “mi tengo a distanza”; “le volto le spalle”.
“Quando alla fine il bambino può tornare dalla madre, spesso si sottrae alla sua vicinanza. Per esempio, non si lascia più toccare, si chiude alla sua presenza e al suo amore. Invano l’aspetta, non appena lei tenta di avvicinarsi e prenderlo in braccio, il bambino si ritrae, fisicamente ed emotivamente.”
- Madre invadente o apprensiva che anticipa i bisogni del bambino
E’ il caso di una madre che si preoccupa oltremodo per il bambino, per esempio teme che non mangi abbastanza, che non faccia la cacca regolarmente, che si ammali, ecc…. Allora previene i bisogni, dando da mangiare al bambino prima che questi lo richieda, ecc… Il piccolo si sente soverchiato, non ha modo di ascoltarsi e di riconoscere i propri impulsi corporei e assecondarli con un’azione. Qui il movimento verso la madre non inizia nemmeno poiché, soffocato da attenzioni continue ed esagerate, il bambino finisce per non sapere di cosa ha bisogno. Una tale madre tenderà a sostituirsi al figlio anche quando egli crescerà. Credendo di far bene, di fatto gli impedirà di riconoscere cosa vuole per se stesso.
- Nascita del fratellino
Se la madre partorisce un altro bimbo, le sue cure non sono più rivolte solo ad uno, ma inevitabilmente distribuite a due o più bambini, magari di età diverse e con bisogni diversi. Capita che quello più grande viene invitato a sbrigarsela da solo in varie circostanze. Un movimento di avvicinamento alla madre che prima la trovava disponibile, può rivelarsi fallimentare perché lei è impegnata col più piccolo, col più bisognoso.
- Inversione di ruoli
Se la madre ha fatto da madre alla propria madre, cerca nel bambino la mamma che non ha avuto, perpetrando l’inversione di ruoli. E’ una madre che va verso il piccolo in richiesta, si aggrappa a lui, credendo che ciò che sente sia amore. Magari lo accudisce come farebbe una mamma sana, ma energeticamente si aspetta dal piccolo qualcosa. Anche in questo caso, il bambino tende a subirla, emotivamente proverà fastidio, e si sentirà anche in colpa per questo. Qui il movimento verso la madre è ostacolato dal fatto che è lei ad andare verso il piccolo, con le motivazioni sbagliate.
- Complesso di Edipo
Il bambino è innocente nel suo avvicinarsi alla mamma, e fin dalla tenera età prova coinvolgimento sessuale, in modo privo di malizia; semplicemente, sente il trasporto in modo totale, con tutto il corpo. Se la madre non ha risolto le proprie tematiche sessuali, è facile che si ritiri imbarazzata dinnanzi all’espansività del bambino, o cerchi di non farlo avvicinare “più del dovuto”.
- Irretimenti
Questo è un caso particolare di movimento interrotto: la madre o il bambino o entrambe sono irretiti a livello sistemico, ossia a loro insaputa c’è un’identificazione con un membro del sistema familiare che ha avuto un destino difficile, è stato escluso o è morto precocemente. Se per esempio la madre ha abbandonato alla nascita il primo figlio, oppure egli è nato e morto subito dopo, il secondo figlio prende il posto del primo, è come se non avesse una vita propria. E così non osa avvicinarsi alla mamma, si sente in pericolo e non sa perché. Oppure, è la madre ad essere irretita: per esempio, ha preso il posto della prima moglie che è morta di parto; il bambino nato dall’unione successiva del padre con la nuova donna stenterà ad avvicinarsi a lei, senza sapere perché. Finché questi irretimenti non vengono risolti con un buon lavoro di costellazioni familiari, essi perpetrano una catena di disconnessione e sofferenza di cui non si riesce a venire a capo.
- Le cinque ferite
Rifiuto, abbandono, umiliazione, tradimento, ingiustizia. Ecco i cinque schemi della relazione primaria che stanno alla base di tutta la successiva impalcatura della personalità. Ne abbiamo parlato estensivamente in altre pagine, alle quali rimandiamo per approfondimenti. Qui basti ricordare che dal concepimento in poi per tutta la durata dell’infanzia riceviamo le 5 ferite, input condizionanti che ci disconnettono dall’Essenza, che viene sostituita dalla personalità. E’ sulla base di quest’ultima che mamma e bambino si relazionano, consentendo al piccolo di formare quella struttura che nella madre è già consolidata. Egli apprende ben presto che avvicinarsi a mamma è possibile solo alle condizioni imposte da lei. Il piccolo non ha altra scelta che cedere al ricatto e piegarsi, negando una parte di sé. E’ il cosiddetto “amore negativo”, un surrogato dell’amore vero. In mancanza del contatto profondo, intimo, che può accadere solo se la madre è connessa con la propria essenza e la riconosce nel bimbo, ci si accontenta di una finzione, allo scopo di evitare la penosità di non sentirsi voluti e amati. Il movimento interrotto qui ha la colorazione traumatica della perdita dell’essenza; non è raro che la persona che affronta questa sua difficoltà non ricordi nulla dell’infanzia, oppure abbia inspiegabilmente ricordi belli (i cosiddetti “ricordi di copertura”), non sapendo dove andare a rintracciare gli episodi del movimento interrotto. E’ importante sapere che ci si trova di fronte al non detto, alla bugia, alle maschere che in famiglia venivano indossate per quieto vivere, per nascondere un vuoto esistenziale che era troppo doloroso affrontare.
“La nevrosi nasce nel punto in cui un movimento verso la persona amata è stato interrotto, e un comportamento nevrotico non è altro che un movimento circolare di questo tipo.”
Mentre gli irretimenti di cui abbiamo parlato sopra sono risolvibili con l’aiuto delle costellazioni familiari, i condizionamenti causati dalle ferite primarie sono materia del lavoro di decondizionamento primario, volto a sciogliere esperienzialmente i traumi e riconnettersi all’interezza dell’essenza. E’ quanto facciamo nel ritiro intensivo “Guarire le Radici“.
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Le conseguenze di un movimento interrotto
“Il movimento verso la madre, se interrotto precocemente, produce vaste conseguenze per la nostra vita futura e per il nostro successo. Ma come esattamente?
Non appena una persona che nell’infanzia ha vissuto un’esperienza simile prova il desiderio di avvicinarsi a qualcuno, per esempio a un partner, il corpo ricorda il trauma della separazione precoce. Per cui il movimento viene trattenuto. Invece di andare verso il partner, ci aspettiamo che sia il partner a venire verso di noi. E quando si avvicina davvero, spesso la sua vicinanza viene sopportata a fatica. Invece di dargli il benvenuto e prenderlo, in qualche modo lo respingiamo. Pur soffrendo, riusciamo ad aprirci a lui solo con esitazione e spesso per un breve tempo.
Cosa succede se il movimento è stato ostacolato o interrotto precocemente? Invece di andare incontro agli altri e a noi stessi con amore e cura, volgiamo le spalle. Questo diventerà col tempo un movimento che ripeteremo non solo con il corpo, ma anche interiormente, in tutti i nostri rapporti, e quindi anche nel nostro rapporto con il successo.
Lo stesso accade con i figli. Anche la loro vicinanza, a volte, viene sopportata a fatica.”
“Nella vita, non restano dubbi: solo chi è riuscito a prendere a piene mani dalla madre è una persona realizzata e felice. Perché lo stesso atteggiamento che si ha nei confronti della madre, lo si ha anche nei confronti della vita e del lavoro. Finché rifiuteremo la madre, rifiuteremo anche la vita e il lavoro. E la vita e il lavoro faranno altrettanto con noi. Chi è contento della propria madre, è contento anche della vita e del lavoro che fa. La vita e il lavoro ci regalano il successo nella stessa misura in cui da bambini abbiamo preso con amore ciò che la madre, ogni giorno di più, ci ha dato. Chi nutre riserve nei confronti della madre, nutrirà riserve nei confronti del lavoro e della felicità. Se la madre arretra nel sentire il rifiuto e le riserve che il figlio nutre nei suoi confronti, allo stesso modo indietreggiano la vita ed il successo.”
“Un movimento interrotto precocemente verso la madre si rivelerà in futuro un ostacolo decisivo al successo nel lavoro, nella professione e nell’impresa. Anche in questo caso, è importante andare incontro al successo, invece di aspettare che sia il successo a venirci incontro. Per esempio, se aspettiamo di ricevere il compenso prima di avere portato a termine un lavoro, se mandiamo qualcun altro in avanscoperta invece di rimboccarci le maniche, o se ci tiriamo indietro per primi, invece di andare incontro al lavoro con gioia. Il successo ha sempre il volto della madre. Anche in questo caso si compie un movimento interiore per andare incontro al successo e incontro agli altri, pronti a fare qualcosa per loro, a servirli, invece di esitare e restare immobili in attesa che siano gli altri a muoversi.
Tocca a noi, dunque, metterci in moto, andare incontro al successo, passo dopo passo, sentendo ogni volta la presenza amorevole della madre alle nostre spalle. Uniti a lei, siamo attrezzati per andare incontro al successo, e lo raggiungiamo esattamente come abbiamo fatto con nostra madre. Prima siamo andati incontro alla madre, adesso andiamo incontro al successo.”
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“Bisogna risalire al momento dell’interruzione, e iniziare il lavoro da lì. Là dove il movimento verso la persona amata venne interrotto, in quel punto deve essere ripreso e portato a termine. Poiché è il bimbo d’allora che vuole andare dalla madre, il figlio di adesso vuole andare dalla madre di allora.”
Come si legge dalle parole di Hellinger, il movimento interrotto è una problematica profonda e delicata. Esige il contesto giusto e il supporto adeguato per essere sanato. Può volerci tempo, anche se si tratta di un click che può accadere in un secondo. Ciò è paradossale. Come maturare la giusta attitudine? Non si possono forzare le cose, e tirarsi indietro per evitare le emozioni penose dell’impotenza e della disperazione è altrettanto deleterio.
Ecco qualche consiglio utile per arrivarci con gradualità, e al tempo stesso con la necessaria intensità.
- Il primo step è esser coscienti del problema, ovvero della distanza che separa te adulto dal tuo bambino interiore, e lui dalla mamma. La soluzione infatti non sta certo nel rapportarti a tua mamma da adulto ad adulta: non è con la madre di adesso che devi sistemare le cose, ma con la madre di un tempo, che è dentro di te, non fuori. Ciò è vero indipendentemente dalla qualità del rapporto che sei riuscito a stabilire con tua madre da adulto.
- Il secondo step è fare dei passi concreti per prendere contatto col bambino dentro di te, anche con l’aiuto di un esperto. E’ qui che il tuo io adulto è chiamato ad agire: prendere informazioni e contatti con chi sa di cosa si tratta, ed è in grado di supportare. Vedi di scegliere qualcuno che abbia perlomeno già guarito se stesso. Ascoltati nella scelta.
- Il terzo step: arriva il momento di partecipare al setting appositamente predisposto per sanare il movimento interrotto.
Come entrarci? Con quali predisposizioni?
- *Sii disposto a entrarci con totalità, mettendoti in gioco
- *Sii disposto a morire, perché è un’esperienza di morte quella che vivrai. Diversamente non è efficace. Da bambino ti sei sentito morire dentro quando mamma non era disponibile. Ora puoi guarire solo se ricontatti quella sensazione penosa di disperazione. E’ il prezzo da pagare per poter completare il movimento interrotto.
“La soluzione fa paura. Quando qualcuno porta a compimento il movimento interrotto verso la persona amata, prova un grande dolore. E’ l’esperienza più dolorosa in assoluto, perché è connessa a una sensazione di impotenza, di profondissima impotenza.”
- *Sii disposto a andare tu da lei. Ciò implica aprirti con il tuo bisogno di lei. E’ sentirti vulnerabile, piccolo. Sei tu che ti devi muovere e spostarti verso di lei, e non il contrario. Ti devi assumere il rischio. Sentire che metti in gioco tutto te stesso. Questo andare verso di lei, se lo saprai fare, andrà a sistemare molte cose, non immagini quante….
“Prendere è un movimento attivo. Perché il latte sgorghi dal seno materno, è necessario che il bambino succhi. Perché la madre arrivi, è necessario chiamarla. Di questi suoi doni bisogna gioire. Attraverso la madre, noi diventiamo ricchi.”
- Sii presente, sii autentico, sii connesso. Non è un esercizio ginnico, è la tua vita. Permettiti di sentire ciò che c’è, perché è solo così che puoi guarire. Se ti permetti di essere bambino, non avrai difficoltà.
“Come si recupera un movimento verso la madre, che è stato interrotto precocemente? Ritornando ancora una volta alla situazione di allora, ridiventando il bambino di allora, guardando la nostra madre di allora e, nonostante il dolore che cresce e la delusione e la rabbia di allora, facendo un piccolo passo verso di lei, con amore. Ci fermiamo, guardiamo la madre negli occhi e aspettiamo finché sentiamo dentro di noi la forza per fare un altro piccolo passo. Di nuovo ci fermiamo e aspettiamo di poterne fare un altro e poi un altro ancora, fino a cadere tra le braccia di nostra madre e, sostenuti dal suo abbraccio, formare di nuovo un tutt’uno con lei, standole vicini con amore.
- *Non aspettare di non aver paura per farlo, altrimenti non lo farai mai.
“Quale sarebbe in questo caso la soluzione? Superare il trauma là dove ha avuto inizio. Quasi sempre, dietro a qualsiasi trauma, si cela una situazione in cui un movimento necessario non è stato possibile, per cui restiamo immobili, inchiodati o paralizzati in quel momento. Come si può risolvere un trauma di questo tipo? Si può risolvere nel nostro sentire e nella nostra memoria se, vincendo la paura, torniamo a rivivere la situazione che lo ha causato, recuperando ininterrottamente il movimento ostacolato o interrotto.
- *Nessun altro lo potrà fare al posto tuo. Il terapeuta è solo un testimone, colui che tiene lo spazio.
Nel ritiro intensivo “Guarire le Radici” dedichiamo uno speciale setting mirato a completare il movimento interrotto.
Ma leggiamo ancora le parole di Hellinger:
“Al movimento [verso mamma] a volte si oppone il fatto che il figlio disprezzi i suoi genitori o li rimproveri, perché si ritiene o vuole essere migliore di loro, o perché vuole da loro qualcosa di diverso da ciò che danno.”
Guarire le Radici è un processo di luce mirato alla guarigione di questi sentimenti negativi limitanti, che non sono altro che l’effetto dei traumi. Durante il corso, il partecipante è guidato passo passo a tirar fuori questo materiale inconscio, a processarlo a tutti i livelli e così lasciarlo andare e accedere alla trasformazione. Da quello spazio essenziale riconquistato, risulta naturale posizionarsi al giusto posto in famiglia. La sanazione del movimento interrotto è collegata al riconoscersi piccoli dinnanzi ai genitori. E’ un atto di umiltà. E’ un inchino.
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Possibili sviluppi della guarigione
Una volta completato il movimento interrotto verso mamma, portiamo dentro di noi la ritrovata connessione in ogni attimo. Se la guarigione è avvenuta, è irreversibile. Va a posto qualcosa dentro che non si può spiegare a parole, perché è un’esperienza che puoi comprendere solo quando la fai. E’ come tornare a casa dopo un lungo viaggio e sapere che hai un posto da cui ti puoi allontanare rimanendo nella fiducia che quando tornerai sarai sempre ben accolto e nutrito. Raggiungere mamma è profondamente appagante e ha conseguenze a 360 gradi in ogni ambito della vita adulta. Ciò che prima appariva impossibile può diventare possibile o addirittura naturale.
Bert Hellinger qui propone un’esperienza analoga di movimento di avvicinamento, questa volta non verso la madre di allora, ma verso il/la partner di oggi.
“Poi proviamo a vedere, anche questa volta interiormente, se riusciamo a fare lo stesso movimento anche con la persona amata. La guardiamo negli occhi e, invece di aspettare che sia lei a venirci incontro, facciamo noi il primo passo. Dopo un po’, quando abbiamo raccolto sufficiente forza, facciamo ancora un altro passo. E continuiamo ad avvicinarci lentamente, un passo dopo l’altro, finché non prendiamo la persona amata fra le braccia, finché non la teniamo e ci lasciamo tenere saldamente, con gioia e a lungo.”
Questa esperienza, ed altre simili, vengono proposte nel seminario “Guarire le Relazioni“, che per molti aspetti costituisce la continuazione del “Guarire le Radici”, ma su un piano adulto.
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Il quadro di Magritte
Ho scelto l’opera “Ponte di Eraclito” di René Magritte come immagine rappresentativa per questa pagina, perché questo quadro mi piace particolarmente e lo trovo calzante per la comprensione di cosa sia il movimento interrotto. Essere e divenire, realtà e illusione, essenza e personalità: tutto fa parte del nostro cammino verso chi siamo. Quando si è prigionieri del trauma, si è identificati con l’interruzione. Si è come paralizzati. Ma ad un livello più profondo, la connessione c’è: il ponte non si è mai interrotto. Il fiume della vita ce lo restituisce intero. Il cammino verso la riconquista dell’interezza porta a riscoprire quel filo che non è mai stato tagliato, e che non può essere tagliato. E’ il filo della vita. E’ l’Amore incondizionato. Siamo esseri divini. Siamo perfetti in origine e possiamo diventarlo anche nella dimensione terrena, manifestandoci nella nostra luce proprio trasformando i traumi e alleggerendo l’inconscio. Allora diventiamo liberi di dipingere la metà mancante del ponte, mettendo, noi, quel tassello della nostra opera, che nessun altro può mettere al posto nostro.
di Renata Rosa Dwija Ughini
Copyright 2019 tutti i diritti riservati
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Per approfondire
Le frasi di Bert Hellinger qui citate sono tratte dai seguenti libri, che vi invitiamo a leggere per intero se siete interessati ad approfondimenti. CLICCA le icone per maggiori informazioni e per acquistare.
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Grazie.