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I TRE CENTRI ENERGETICI PRINCIPALI

tre centri energetici

In una precedente pagina abbiamo parlato dei corpi sottili e della loro importanza nell’anatomia energetica dell’essere umano, nei processi di autoguarigione e di riequilibrio energetico.

Nella sezione che segue esporrò la funzione di tre centri energetici più centrali sia rispetto ai sette chakra che rispetto ai meridiani. La loro attivazione, funzionamento e salute è fondamentale non solo per la salute del corpo ma anche per quella spirituale. Infatti essi sono espressione più diretta nel corpo di energie spirituali come l’incarnazione dell’anima, la percezione dell’amore e la chiarezza di visione.

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Hara

È il termine nella lingua giapponese che indica il centro energetico fondamentale per quanto riguarda la gestione dell’attività motoria eseguita con equilibrio e il senso di radicamento nel corpo. Esso è parte del nostro corredo energetico già quando veniamo al mondo, è il centro di raccolta della nostra energia nel corpo e ci consente di usarla quando dobbiamo rispondere ad una situazione. Con lo sviluppo dell’individuo la connessione con questo centro diminuisce sensibilmente per via di una educazione indirizzata prevalentemente a sviluppare l’intelletto e al limite la muscolatura. Quando Hara è attivo e sviluppato ci si sente radicati. Cosa vuol dire esattamente? Che l’anima si sente ben incarnata e può vivere nella dimensione fisica confortevolmente.

La centralità di Hara nello Shiatsu

Masunaga intuì che tutti meridiani hanno un punto di riflesso in Hara. Infatti la maggior parte di essi vi origina per diramarsi poi in tutto il corpo. Con il  metodo di diagnosi energetica da lui elaborato, è possibile determinare quali organi siano carichi o scarichi di energia, così come un iridologo lo vede nella pupilla o un riflessologo nella pianta dei piedi. Già di per sé il trattamento energetico di Hara produce equilibrio, ma in più dà all’operatore la possibilità di intervenire in quelle aree fisiche che abbisognano di attenzione.

Il crititerio prevalentemente usato in questa tecnica è la percezione delle aree “piene o vuote” che si riscontrano con il tocco e la sensibilità. Quando la parte toccata risulta dura, respingente e dolorosa significa che l’energia che ristagna in quel punto è in eccesso. Mentre se la parte è molle e flaccida denuncia una carenza e in generale non è dolorosa ma “sorda” o attrae il tocco e la pressione quasi avidamente. Perciò nel trattamento Shiatsu non è previsto provocare e sentire dolore per portare guarigione. Inoltre è un tipo di trattamento che può essere ricevuto indossando una tuta comoda, visto che i meridiani sono raggiungibili anche così, perciò la temperatura corporea rimane più stabile.

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Il cuore

Il cuore in questione non è l’organo fisico che ci sostiene in vita, ma il centro energetico che unisce la dimensione fisica con quella spirituale. È il centro preposto al riconoscimento e all’espressione della verità, che se in equilibrio, ci consente di relazionarci in maniera libera, spontanea e autentica, perché direttamente connessa con l’essere. Questo centro è la scintilla di luce della nostra anima; essa abita lì, nell’area appena al di sotto del centro dello sterno, all’interno del corpo. La trasformazione del piombo in oro, cioè degli aspetti inconsci della personalità in aspetti essenziali dell’essere avviene proprio grazie al potere alchemico del “cuore”. Percepito nella sua essenza è più piccolo di un atomo, ma in grado di espandersi fino a includere l’universo. Quando ciò avviene, si dice che la persona ha raggiunto l’illuminazione.

L’averlo chiamato cuore ha fatto nascere non pochi fraintendimenti: il primo fra tutti è che il cuore è il centro da cui scaturisce l’amore. È vero, così come è vero che da li scaturiscono molte altre qualità dell’essere come la verità, la gioia, la pace, ecc… Il problema sorge perché si pensa che l’amore sia un sentimento, cioè parte della sfera emotiva dell’individuo. Ebbene non lo è. Il vero amore è amore incondizionato. Non è un sentimento, ma una qualità; vuol dire che è intrinseca all’essere ed è emanata incondizionatemente, mentre un sentimento è diretto a qualcuno o è attivato da qualcuno esterno a noi.

Il fraintendimento è sostenuto anche dal fatto che quando il “cuore” è coperto dalle ferite traumatiche che hanno fatto parte della storia dell’individuo, queste  si frappongono alla sua diretta percezione sovrastandolo, di fatto contraendo quell’area fisicamente, con un ristagno di energia che diventa struttura, dando l’idea che le scariche di energia provocate dall’emotività siano amore. Sono sì sentimenti, ma purtroppo condizionati dal nostro passato. Non sono espressione dell’essere nel presente.

Questo centro racchiude in sé tutti gli elementi energetici: è il “core”, il nucleo, comprende gli altri centri del corpo. Per esempio, quando deve agire di espande fino a raggiungere Hara diventando Terra, acquistando la stabilità di una montagna. Se Hara non è connesso con il cuore, la sua forza ed il suo potere sono al servizio dell’ego, perciò prevaricanti e brutali. Un esempio di ciò è dato da un maestro di arti marziali che era in grado con la sua forza di rompere le corna di un toro con un sol colpo. Tale forza deriva dalla connessione con Hara, ma come si può ben vedere non è usata a fin di bene, ma come pura esibizione. In sintesi Hara è un centro a sé stante: svilupparne il contatto permette all’energia del cuore di permeare le nostre azioni.

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Il terzo occhio

Un altro fondamentale punto energetico è situato nel centro della testa, nell’area della ghiandola pineale: viene definito “terzo occhio” perché da la capacità di guardare dentro; è la visione interna, dove gli occhi fisici non possono arrivare.  È la sede dove si manifesta l’intuizione. La chiarezza mentale e la lucidità di visione sono la sua condizione naturale, non solo: anche ciò che accade in tutto il corpo viene “sentito” con questo centro di percezione che è in grado di riconoscere i vari fenomeni fisici e psichici; la trasformazione in messaggio cognitivo di tutte le informazioni che riceve è una funzione della nostra mente.

Ciò che la ostacola sono i pensieri compulsivi, le credenze e gli schemi mentali. I pensieri compulsivi sono generati dalle memorie cellulari registrate nel corpo e occultano la chiarezza di questo centro con la ruminazione mentale. La Milza che è connessa con l’elemento Terra, se è alterata per sovraffaticamento e stress, è la causa di tale manifestazione.

Le credenze vengono assimilate dall’esterno: facciamo nostro qualcosa di cui non abbiamo esperienza. Un credente è essenzialmente una persona ignorante. Questa attitudine gli impedisce di essere obiettivo rispetto a quello che percepisce. Ha un filtro di pregiudizi condizionati da ciò che non sa o che crede di sapere, che impone sulla realtà. Lo schema mentale è la ripetizione di una serie di pensieri e modalità che la persona assume per mantenere un senso di identità sociale. Tutta la nostra educazione e influenza culturale è disegnata per creare tali schemi: alcuni di essi sono funzionali alla sopravvivenza, ma non possono essere sostituiti alla nostra identità, benché la maggioranza delle persone finisca per crederci perché non gli è stato insegnato altro.

Con questo tipo di bagaglio mentale è praticamente accidentale, se non impossibile, avere una visione interna obiettiva di se stessi, che il più delle volte viene fraintesa. L’immaginazione, la proiezione di idee sostenute da giudizi culturali e personali, rendono il terzo occhio inutilizzabile, remoto.

Quando è chiaro e pulito, da una sensazione di piacere e freschezza come se si fosse seduti in cima ad una fresca cima montuosa a guardare il panorama. Anch’esso si connette al cuore affinché la visione e l’intuizione diventino estatiche, cioè al sevizio dell’essere.

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Equilibrio energetico

Affinché la vita di un essere umano comune sia definita appagante e di valore, e che il rapporto tra spiritualità e materialità sia bilanciato, è necessario che questi tre centri siano disponibili alla percezione e lavorino in sinergia per rispondere alle situazioni.

Il loro riequilibrio implica un lavoro che richiede dedizione, coinvolgimento e amore per se stessi.

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di Asimo Caliò Roberto

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