Le discipline olistiche e i percorsi di consapevolezza e crescita personale riconoscono tra le loro finalità il riequilibrio energetico, come base sia per il mantenimento e il ripristino dello stato di salute fisica, sia per il conseguimento e il continuo miglioramento del ben-essere interiore.
Il riequilibrio energetico è una via per elevare la qualità della vita in ogni aspetto: fisico, mentale, emotivo, spirituale.
Vediamo insieme cosa si intende per riequilibrio energetico e quali sono i mezzi di cura naturale che lo perseguono.
In quest’ottica, iniziamo a considerare che cos’è l’equilibrio energetico, come lo perdiamo, e cosa fare per riconquistarlo e per prevenire lo squilibrio.
PERCORSI DI RIEQUILIBRIO ENERGETICO
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Che cos’è l’equilibrio energetico
L’equilibrio energetico è visibile nel corpo in salute, che è il riflesso e la manifestazione fisica di una condizione interiore di pace, di armonia, di connessione: a livello della psiche, parliamo di superamento dei conflitti e di integrazione emozionale, a livello spirituale di trascendimento della dualità, che avviene quando ci si risveglia alla propria vera Natura, e si inizia a vivere ascoltandola e assecondandola.
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Le leggi della Natura e l’ordine universale
Esistono molti aspetti del vivere in equilibrio energetico, tutti interconnessi. In ciascuno di essi si può rintracciare un denominatore comune: l’equilibrio energetico è un fatto naturale. Ogni fenomeno della Natura tende verso l’equilibrio, lo sviluppo dell’Universo avviene secondo leggi equilibrate perché governate da un ordine.
Osservate un ecosistema: vi renderete conto che si auto-regola e si corregge da sé ogniqualvolta vi è una situazione di squilibrio. Forse a causa di ciò un elemento verrà apparentemente e momentaneamente penalizzato, forse vi sarà dolore, ma ciò va a vantaggio di un bene maggiore, del bene di tutti i componenti di quell’organismo o insieme di esseri viventi, e dell’intero organismo nel suo insieme, che è la vita stessa nel suo svolgimento.
La stessa cosa accade nel corpo umano: esso funziona come un ecosistema, in cui tutto è interconnesso; cellule, organi, apparati, tutto funziona in sinergia.
E lo stesso accade ai corpi sottili: l’energia che li anima non si muove a casaccio, ma segue l’ordine universale, segue le leggi; perciò ogniqualvolta si rompe una forma, il movimento tende a creare un equilibrio nuovo e più ampio.
Per comprendere, è sufficiente osservare i fenomeni della natura esterna. Ogni turbolenza in natura serve un fine ben preciso: a ristabilire l’equilibrio, o a creare un equilibrio nuovo.
Si pensi al terremoto: masse all’interno della terra si spostano per assestarsi. O alle burrasche: i venti sono masse d’aria che si spostano da zone anticicloniche (di alta pressione) a zone cicloniche (di bassa pressione). Tutto ciò serve alla trasformazione.
La Natura continuamente ci ricorda come funzionano le cose, ci ricorda le leggi universali: nulla si crea e nulla si distrugge, tutto può solo trasformarsi. E ogni trasformazione è un fenomeno di riequilibrio. Un assetto viene rotto perché se ne crei uno nuovo, su un livello superiore. Ogni equilibrio viene rotto non a caso, ma per il raggiungimento di un equilibrio nuovo. L’evoluzione segue una legge ben precisa: la sequenza di fibonacci, o codice del fiore della vita. Quest’ultima procede con un ritmo a spirale. Esso è visibile nella forma di ogni essere vivente: la galassia, la conchiglia, il cavolfiore verde, il girasole, il DNA umano.
Dunque, nell’uomo ciò che si muove in sintonia con la Natura ha più chances di conservare l’equilibrio energetico o di ritrovarlo, ciò che si allontana dalla Natura o che va contro di essa, si allontana dall’equilibrio, o quando esso viene meno, ha meno possibilità di ritrovarlo.
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Riequilibrio energetico nel corpo fisico
A livello fisico, essere in equilibrio significa dare al proprio corpo il nutrimento adeguato: mangiare bene e bere bene, operando scelte informate e consapevoli, rispettose anche del proprio sentire. Introdurre nel proprio corpo sostanze naturali che lo sostengono e che aiutano gli scambi tra materia ed energia, è il primo atto di amore verso se stessi, di cura e di attenzione al proprio benessere. Oggigiorno questo traguardo appare più difficile che in passato, a causa dello stile di vita frenetico e del degrado ambientale, che rendono difficile poter avere un pasto sano e veramente nutriente, al punto che tale piaga è stata definita “il nostro ricco cibo povero”. A ciò si aggiunga la disinformazione dilagante, che ha il solo scopo di fare gli interessi di pochi, e condiziona pesantemente le scelte delle persone, orientandole ad assumere comportamenti auto-distruttivi. Ma per fortuna ci sono anche fonti di informazione sincere ed attendibili, esse sono in continuo aumento: sta a ciascuno di noi usare la propria curiosità per documentarsi, per andare oltre ciò che ci propinano la cultura dei mass media e la medicina ufficiale, asservite alle multinazionali. Saremo sorpresi della quantità di conoscenze autentiche disponibili, della circolazione di tali informazioni, che soprattutto in rete vengono condivise. E saremo altrettanto sorpresi di quanta soddisfazione possa dare la pratica di uno stile di vita attento ai veri bisogni del corpo, che non sono certo quelli sbandierati dalla pubblicità, ma consistono nell’assumere acqua di un certo tipo, cibi il più possibile presi dalla natura e così mangiati, senza artefazione.
Muovere il corpo contribuisce a mantenerlo sano e efficiente; fare esercizio fisico mirato, senza accanirsi né cedere alla pigrizia, è indispensabile a far sì che l’energia scorra e che le varie funzioni bio-fisiologiche si svolgano al meglio.
Mantenere il corpo in equilibrio è possibile solo vivendo in armonia con Madre Natura, perché il corpo non è “tuo”, e non è separato da tutti gli altri esseri viventi, ma è un assemblaggio cosciente di elementi naturali che provengono dalla Terra e sono uniti ad essa, sono parte di essa.
Così come la tendenza della Natura è di muovere verso l’equilibrio, altrettanto fa il corpo umano: esso tende naturalmente all’equilibrio, e più vivi in sintonia con la Natura, con i sui ritmi, con i suoi cicli e rispettando le sue Leggi, più noterai che nel tuo corpo fisico si afferma un andamento spontaneo al riequilibrio.
Viceversa, non potrai conseguire l’equilibrio energetico del corpo con uno stile di vita artefatto, usando prodotti non naturali, o peggio, inquinando: il corpo stesso te ne darebbe il segnale ammalandosi, perché esso è intrinsecamente unito alla Natura da cui proviene, e alla quale, presto o tardi, farà ritorno, allorché tu lascerai il corpo e lo restituirai alla fonte naturale, alla Terra. Informiamoci allora sulla provenienza del cibo che introduciamo, pratichiamo la raccolta differenziata, usiamo per l’igiene personale e della casa sostanze biodegradabili a basso impatto ambientale: ciò contribuirà a mantenere l’equilibrio energetico del nostro corpo. Olismo è consapevolezza che tutto è uno: non è solo un bel concetto, è qualcosa di vivo, è una legge universale, e vivere in equilibrio significa improntare la propria vita, dalle piccole cose alle grandi, a questo principio. Provare per credere: il ben-essere aumenterà, il nostro corpo fisico ci ringrazierà.
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Riequilibrio energetico: la mente
A livello mentale, essere in equilibrio significa essere in grado di osservare i propri pensieri senza farsene coinvolgere. E’ praticare l’ecologia dentro, tenendo pulito lo spazio interiore, che nella sua vera natura è vuoto.
Quante volte siamo convinti delle nostre idee, come se i pensieri li avessimo pensati noi! Siamo pronti ad appropriarci di qualunque forma pensiero attraversi la nostra testa! E poi ci lamentiamo perché siamo disturbati dal chiacchiericcio! Per forza, siamo proprio noi ad alimentarlo, sposando ora questa ora l’altra tesi, riguardo i più disparati contenuti. Così la mente, anziché essere calma e ricettiva, come sarebbe nella sua vera natura, è costantemente impegnata in un dialogo interno, che è una sorta di film -infatti compaiono immagini e parole- in cui vari attori o personaggi interni parlano e gesticolano, e tu che dovresti riconoscerti come Entità spirituale sopra di loro, in realtà sei in loro balìa, sei preso a rincorrerli, a fare tue le loro posture.
E’ ciò che si chiama “identificazione”, e che di volta in volta si veste di svariate sfaccettature: la pretesa di aver ragione, il razionalizzare fatti e situazioni illudendosi di controllarle per tenere a freno l’ansia, l’attaccamento a un’immagine personale che ci dia un senso di identità che vada a colmare una mancanza interiore che non si intende affrontare, ecc…..
In ogni caso, è un atteggiamento largamente diffuso: cresciamo così e ci sembra “normale” che sia così. Finché non si inizia a mettere in discussione la leadership della mente condizionata, si vive intasati dalle sue menzogne, in uno stato di disequilibrio mentale che, per la gran parte delle persone, è la norma. I valori socialmente condivisi ci fanno ritenere “normale” qualcosa che in realtà normale non è, perché molto distante dall’equilibrio naturale.
Come per il corpo fisico, anche per la mente esiste uno stato naturale: quando la mente è ripulita dai condizionamenti, dalle identificazioni, che generano squilibrio, torna ad essere quieta, vuota, collaborativa e utile. Solo allora ci si può fidare della mente, che a quel punto è una non-mente, è tutt’uno con il Sè, e naturalmente è in equilibrio. Lavorare su di sé è affrontare il cammino da uno stato mentale disturbato a uno stato di ripristino della mente nella sua naturalezza.
L’igiene mentale inizia con la pratica quotidiana della meditazione, che se svolta con costanza e dedizione, ti conduce a ripulirti da tutti quei pensieri che, se ristagnano nel tuo spazio, possono interferire, prendere il sopravvento, alterare l’equilibrio psichico e somatizzarsi in disagi fisici. Meditazione non è cercare di scacciare i pensieri per raggiungere la quiete: il vuoto non si raggiunge così, non è frutto di una scelta, di un’azione. Essa altererebbe l’equilibrio, in quanto scegliendo una cosa invece che un’altra, fai pendere la bilancia della tua energia da una parte, e così si produce scompenso.
Solo la pratica costante della meditazione porta la consapevolezza necessaria allo stabilirsi dell’equilibrio mentale: è una condizione in cui non preferisci un pensiero rispetto a un altro, non coltivi un’idea a scapito di un’altra, ma stai nel mezzo, nel punto d’incontro di tutti i pensieri.
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Riequilibrio energetico: le emozioni
A livello emozionale, essere in equilibrio significa osservare le emozioni astenendosi dall’agire sotto la loro spinta.
Le emozioni sono energia in movimento. Abbiamo più volte ripetuto che l’energia va naturalmente verso l’equilibrio. Allora, quando sorge un’emozione, basterebbe stare a guardare e godersi il fatto che, senza fare alcunché, la sua energia fluisce e produce un equilibrio nuovo: se fossimo capaci di ciò, ci accorgeremmo di uscire arricchiti e rinnovati da tale esperienza ogni volta che accade. In Natura ciò succede da sé: arriva il temporale e il cielo rimane tale dietro le nuvole che passano, e finita la turbolenza torna il sereno; il cielo non si preoccupa per questo, il cielo rimane cielo, non viene meno alla sua vera natura. Quando il mare in superficie si agita per la tempesta, la sua profondità resta ferma e tranquilla. E ogni turbolenza in natura serve un fine ben preciso: a ristabilire l’equilibrio, o a creare un equilibrio nuovo.
Se solo ce ne ricordassimo quando si muovono le emozioni, eviteremmo di caderne in balìa, di lasciarci prendere da esse: le emozioni non sarebbero vissute come un problema, ma come un fatto naturale. L’essere umano è l’unica creatura che vive in modo problematico il movimento dell’energia. Ha bisogno di sviluppare la consapevolezza per comprendere la vera natura delle emozioni, per imparare ad averci a che fare, a lasciarle fluire, a non interferire. Stare a osservare facilita la carica delle emozioni a fare il suo corso. Vogliamo perseguire il fine dell’equilibrio per sentirci bene, per migliorarci? Dobbiamo allora diventare testimoni: Osservare la paura, osservare la rabbia, e i loro sotto prodotti, che sono il senso di colpa, la vergogna, l’inadeguatezza, il rammarico, ecc….
Sentire non implica agire. Ma questa semplice evidenza è sconosciuta all’ego, che ogniqualvolta sorge un movimento emozionale, salta sulla difensiva e innesca ogni sorta di strategie per evitare le sensazioni sgradevoli, che altro non sono che il ripresentarsi di ferite del passato.
L’energia va fuori equilibrio ogni volta che ti identifichi con un movimento egoico. Come accade per i pensieri, altrettanto per le emozioni: l’identificazione è ciò che blocca il fluire dell’energia. Quando l’energia fluisce, da sé tende verso l’equilibrio. Non occorre da parte nostra alcuna azione: ogni azione sarebbe ancora una volta un’interferenza nel naturale corso delle cose, che va verso l’armonia.
Il nucleo dell’ego, e quindi di ogni squilibrio energetico, è l’emozione della paura. Essa ha origini remote, nei traumi del bambino interiore e ancora più indietro, nel karma che portiamo da vite passate e che siamo venuti a sciogliere e risanare.
Ti arrabbi? Dai il benvenuto alla rabbia, accoglila, segui i suoi percorsi energetici all’interno del tuo corpo, lascia che la sua energia si distribuisca. E non agire sulla sua spinta, ferendo chi è lì davanti a te. Quando cedi all’ego, in apparenza ti senti forte perché ti stai difendendo, in realtà ti indebolisci: la tua energia va fuori equilibrio, in quanto andando in reazione tu la disperdi all’esterno e ti scarichi. Se ciò accade, hai per qualche istante l’illusione di aver vinto la battaglia, ma sarà questione di tempo perché tu ti renda conto che non è così.
Hai paura? Valle incontro. Non tirarti indietro. La paura è ciò che ti fa arretrare davanti alle sfide che l’esistenza ti porge e che tu hai attirato. Non fuggire. La paura è sempre l’indicatore che lì c’è un’avventura interessante da vivere, c’è qualcosa che ti fa crescere, qualche aspetto di te che val la pena incontrare. Ogni grande opportunità nella vita si fa avanti accompagnata dalla paura: una volta che lo comprendi, accetti il cambiamento con disponibilità, sapendo che un grande dono è in arrivo.
Essere padroni di sé è riconoscere la carica che ogni emozione porta con sé. Non è gestire le emozioni col controllo della mente, ma aprirsi a scoprire la natura dell’emozione, essere disponibili a vedere dove ci porta.
La meditazione, così come porta equilibrio nei pensieri, lo porta nelle emozioni: più mediti, più sviluppi un’attitudine positiva, uno spazio interiore per contenere le emozioni.
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Riequilibrio energetico: la dimensione spirituale
A livello spirituale, equilibrio è andare oltre la dualità, oltre l’illusione. Equilibrio energetico è fare esperienza di ciò che è Reale così com’è. E’ sperimentare unità col Tutto come qualcosa di vivo. E’ essere centrati, in contatto con se stessi.
Spontanea accettazione, e amore per se stessi così come si è, equilibrati o dis-equilibrati.
E’ uno stato che scaturisce dall’aver lavorato sugli aspetti fisici, mentali ed emotivi di cui abbiamo parlato. Attraversare il retaggio degli squilibri che ci portiamo dietro e che vogliamo risolvere, ci predispone ad aprirci a ciò che va oltre, a ciò che prende le mosse dal mondo fisico e che lo trascende. Ri-creare il proprio equilibrio psico-fisico è diventare creatori del proprio mondo spirituale.
La dimensione spirituale si schiude da quel punto d’equilibrio che si trova nel mezzo di tutte le cose.
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di: Renata Rosa Ughini
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