Chakra Breathing Meditation di Osho
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La meditazione Chakra Breathing è una respirazione ampia e intensa in ciascuno dei sette chakra. Essa appartiene al gruppo delle meditazioni attive. Rispetto ad altri lavori di respiro nei chakra, la Chakra Breathing Meditation di Osho è più forte e dinamica, poiché viene praticata in piedi e unisce al respiro, eseguito con la bocca, un particolare movimento del corpo, che facilita l’andamento ascensionale dell’energia, e il suo confluire nel canale centrale.
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Prerequisiti
Se sai già dove sono localizzati nel corpo umano i sette chakra, sei pronto per cominciare. Se non lo sai, o hai dei dubbi, documentati in modo da conoscere a livello teorico ciò di cui farai esperienza con questa meditazione.
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Preparazione
Essendo una meditazione attiva, la Chakra Breathing è anche abbastanza rumorosa. Per eseguirla correttamente, è necessario lasciarsi andare alla pienezza del respiro senza censure né paura di essere giudicati da altre persone o di dar loro fastidio (familiari, vicini di casa). Per tale motivo, sarebbe preferibile trovare uno spazio protetto, isolato, meglio se insonorizzato. In mancanza di questo, la cosa migliore è comunicare a chi abita vicino a voi che vi prendete un’ora tutta per voi, e che la dedicate a esercizi ginnici o orientati al benessere, con l’ausilio di una musica particolare. Informare gli altri non comporta rivelare esattamente cosa andiamo a fare, se non ce la sentiamo di condividerlo, ma ha lo scopo di creare per se stessi uno spazio confortevole, protetto, libero da intrusioni, e di avvertire gli altri che, se si sentiranno sopraffatti o disturbati dai rumori, ci sarà modo, in seguito, di accordarsi diversamente, magari modificando l’orario della meditazione, o il luogo, o il volume sonoro. E se nessuno dirà niente… bene! Meglio ancora, ci sentiremo pienamente a nostro agio a continuare così. Questo è un consiglio valido per tutte le meditazioni attive.
L’occorrente :
- Il CD della Chakra Breathing Meditation. Lo puoi trovare A QUESTO LINK oppure contattaci.
- Una mascherina per tenere gli occhi chiusi in modo rilassato e confortevole (facoltativa).
- Un tappeto o materassino o una coperta spessa, o, in mancanza d’altro, il letto dove dormite. Una coperta. Ciò servirà per la fase di rilassamento finale.
- Un cuscino dove stare seduto comodo (opzionale, vedi “rilassamento finale”)
- E’ consigliabile un luogo ben aerato: spalancare la finestra qualche minuto prima della meditazione, cambiare l’aria, o lasciare la finestra aperta se potete, è un valido aiuto. Se possedete dispositivi energetici di pulizia dell’aria, o potete tenervi accanto una pianta, tanto meglio.
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La tecnica
I tre giri di respiro nei sette chakra vengono svolti interamente in piedi e ad occhi chiusi.
Prima di cominciare, ecco alcuni punti di riferimento generale per eseguire la tecnica correttamente:
- La postura di partenza. Appoggia i piedi ben piantati a terra: devono essere paralleli, larghi circa quanto il bacino o le spalle. Prima di chiudere gli occhi, verifica tale posizione guardandoli: talvolta accade di immaginare di avere i piedi paralleli, e invece non è così, poiché, a causa di posture errate reiterate nel tempo, essi sono divergenti, e se le punte vanno verso il fuori l’energia si disperde. Guarda dunque di averli dritti come due binari, e se non è così correggili. Fletti dolcemente le ginocchia, rilassa le spalle, tieni il corpo morbido e rilassato nella posizione eretta.
- Il respiro. La chakra breathing meditation è l’unica respirazione lungo i chakra che prevede un respiro intenso, profondo, eseguito con la bocca aperta, e continuativo. Respirare pienamente con la bocca aperta spalancata è considerato socialmente sconveniente, perciò siamo pesantemente condizionati a respirare col naso, in modo ristretto e limitato, così da non accedere all’energia vitale, e da non sentire cose troppo forti. Il tipo di respiro suggerito da questa meditazione può portare a galla la vergogna: si è così persa la dimestichezza a respirare naturalmente e ampiamente, da vergognarsi nel ripristinare questa naturale facoltà. Possono insorgere paure, legate alle memorie di tutto ciò che ci è successo in passato e che ci ha costretti a passare da un respiro ampio a un respiro piatto. La resistenza a riempire totalmente i polmoni di aria ci vuol preservare dal sentire nuovamente nel corpo i traumi che hanno provocato il restringimento e l’appiattimento della capacità respiratoria. Così, la resistenza a spalancare la bocca la tiene serrata e le prime volte che si prova a spalancarla ci si sente inibiti e impacciati, oppure si immagina che la si sta aprendo, ma di fatto è solo socchiusa. Potrà insorgere una sgradevole sensazione all’articolazione mascella-mandibola, c’è molta rabbia racchiusa là. Ci vuole un po’ di pazienza. Se esegui bene la tecnica, puoi andare oltre queste resistenze e sciogliere i blocchi respiratori, andando a ripristinare il naturale respiro ampio e diffuso, che nutre tutto il corpo fisico, e lo collega ai corpi sottili. E’ importante ricordare che, affinché ciò accada, dobbiamo portare l’attenzione all’inspirare, al tirare dentro aria: è un respiro di carico, non di scarico. E’ l’opposto del respiro della prima fase della meditazione dinamica, che è praticato col naso, e focalizzato all’espirazione. Nella chakra breathing il respiro è praticato con la bocca, e focalizzato all’inspirazione. L’errore più diffuso nel praticare questa meditazione è di respirare a scarico. Come evitarlo? Ponendo l’intento sul tirare dentro aria. Prima o poi, ciò sarà accompagnato dal piacere di nutrirsi di aria che entra, e a quel punto il rischio di respirare al contrario non ci sarà più.
- Il movimento del corpo. Per dirigere meglio l’attenzione in ciascun chakra, è opportuno accompagnare il respiro con un ondeggiamento delle braccia corrispondente all’area del corpo di quel chakra. Ad esempio, per il primo chakra portate le braccia in giù, in modo che le mani possano ondeggiare in prossimità dei genitali; per il secondo chakra, le mani possono trovarsi all’altezza del bacino, tra l’ombelico e il pube; per il terzo chakra, esse saranno vicine allo stomaco; per il quarto chakra, accompagnano la zona del cuore, al centro del petto; per il quinto chakra, arrivano alla gola, per il sesto chakra, salgono al centro della fronte, per il settimo chakra si elevano in alto, sopra alla testa. Quando inspiri, le braccia si aprono, favorendo l’aprirsi dei polmoni e di tutto l’apparato respiratorio; quando espiri, le braccia convergono in avanti verso il chakra. Contemporaneamente, usa il movimento basculante del bacino per favorire l’inspirazione: quando inspiri, il pube è spinto indietro, quando espiri, si protende naturalmente in avanti. Così, le ginocchia si flettono di meno quando l’aria entra, si flettono di più mentre l’aria esce, rimanendo sempre parallele. Evitate di muovere il corpo in modo asimmetrico; parte destra e parte sinistra devono muoversi insieme, con sincronicità. Il corpo è sciolto. Può darsi che all’inizio seguire tutte queste indicazioni produca l’effetto di un movimento d’insieme impacciato, innaturale: è un passaggio verso una modalità più fluida e spontanea di esecuzione, che viene col tempo. Ciascuno trova la propria via, dentro di sé, per capire come avere a che fare con blocchi e difficoltà, farsi largo tra essi, e trovare quel filone di respiro fluido, che poi col tempo prevale.
- La voce. Tirare dentro aria con la bocca spalancata farà sì che l’aria, accarezzando le corde vocali, produca un suono, simile al vocalizzo che senti nella musica del cd. Di chakra in chakra, spontaneamente il suono emesso avrà la frequenza del chakra che stai visitando. Ciò prescinde dalla tua volontà, accade da sé grazie alla tua presenza focalizzata in ciascun chakra. Da frequenze basse e gravi del primo chakra, si passa a frequenze più acute e alte man mano si procede verso i chakra alti.
- Il ritmo. Anche il ritmo del respiro cambia di chakra in chakra, iniziando lento nel primo chakra, e diventando via via più veloce man mano che si sale.
Le tre fasi attive
La musica inizia con una tonalità musicale bassa, che corrisponde alla vibrazione del primo chakra, e ne favorisce il contatto. Porta l’attenzione al primo chakra, respira in esso, ampiamente e profondamente. L’energia segue l’attenzione. Il semplice intento di connetterti al primo chakra, produrrà l’effetto desiderato, ossia ti avvicinerà all’energia di quel chakra. Ogni chakra è simile a una sfera fatta di più strati concentrici: dall’esterno verso l’interno, troviamo il livello mentale, quello emotivo, ed infine quello spirituale, che è pura energia. E’ possibile che le prime volte che pratichi il chakra breathing non ti sia così facile accedere al livello profondo, bensì incontrerai gli strati più esterni, che ti si manifestano come pensieri, immagini, dolori fisici, emotività. La chiave essenziale è osservare tutto ciò, e andare avanti a respirare con continuità senza fermarsi. Si assisterà ben presto allo spontaneo sciogliersi dei dolori fisici, che altro non sono che blocchi energetici conseguenti a traumi antichi e/o legati a abitudini nocive e a forme pensiero limitanti. L’osservazione permetterà a tutto ciò di riequilibrarsi e integrarsi nella tua energia.
Dopo alcuni minuti che respiri nel primo chakra, senti una campanellina e un cambiamento di tonalità musicale, che segnala il passaggio al secondo chakra. Porta allora l’attenzione ad esso, respiraci dentro, osservando ciò che c’è, e continuando a respirare ampiamente. E così via, do chakra in chakra, continui la tua salita, guidata dai campanellini che segnalano i passaggi. Ti accorgerai praticando che si tratta di un viaggio nella tua energia. Cosa incontri? Lo scopri facendo la tecnica così com’è, senza alterarla, e stando presente a ciò che c’è. Paesaggi, dolori fisici, comprensioni, sblocchi, esperienze estatiche… fa tutto parte del viaggio.
Se ad un certo punto ti capita di sentire un formicolio intenso e insopportabile, specialmente agli arti, o di non sentirli più, non preoccuparti: è la cosiddetta “titania”, accade quando riporti ossigeno in gran quantità improvvisamente, in una parte del corpo che da lungo tempo è stata dimenticata e deprivata del nutrimento energetico. Sono fenomeni transitori, passano da sé. Fidati che il processo fa il lavoro in modo naturale.
Quando completi il respiro nel settimo chakra, tre campanellini ti segnalano che è giunto il momento della discesa. Di chakra in chakra scendi, questa volta non senti nessun campanellino, ma gestisci tu i passaggi dal settimo chakra, al sesto, al quinto, al quarto, al terzo, al secondo, al primo. Segui le tonalità della musica che ti guida.
Dopo qualche istante di silenzio, ricomincia il ciclo, uguale al precedente. la meditazione completa prevede 3 cicli. Ad ogni ciclo puoi andare più in profondità, puoi affinare la tua osservazione e aumentare il livello di energia.
Un’opzione interessante di questa meditazione è poter fare un solo ciclo di respiro lungo i chakra, nel caso in cui hai urgente bisogno di respirare ma hai poco tempo. Certamente la cosa migliore è fare tutti e tre i giri, ma piuttosto di niente, è consigliabile farne almeno uno.
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La fase di rilassamento finale
Terminata la fase attiva di respirazione, hai due opzioni:
- Sdraiarti a pancia in su senza cuscino, e rilassarti completamente (posizione del savasana).
- Sederti sul cuscino in posizione eretta ma non tesa. Semplicemente osserva.
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Benefici della Chakra Breathing Meditation
La chakra breathing meditation offre innumerevoli benefici. Lascio a voi scoprirli, la praticherete con più intento e apertura.
L’universo ha voluto che fosse la prima meditazione attiva apparsa sul mio cammino nel lontano anno…. (boh!) e dal primo momento l’ho amata. Mi piace la musica, che mi pare “diversa” ogni volta. Mi piace praticarla in solitaria, come anche in alcuni dei corsi di meditazione che teniamo.
Recuperare la piena capacità respiratoria è una delle vittorie più grandi e una delle gioie più intense della vita. Diventare consapevoli del respiro è una chiave infallibile verso la conoscenza di se stessi come realmente si è.
I chakra sono delle porte per entrare dentro se stessi. Finché ci si accontenta di stare al di qua della soglia, può sembrare che il viaggio sia vano, che il corpo non risponda, e che le difficoltà siano insormontabili. In realtà, ci vuole solo più presenza per accettare l’insicurezza della transizione. Ma ad un certo punto avviene una maturazione, un passaggio, per cui ci si permette di varcare le sette porte interiori: forse non tutte insieme, ciascuno di noi ha dei chakra più sani e altri più chiusi, alcuni più attivi, altri dormienti. Ma i chakra comunicano tra loro continuamente, e l’apertura di uno si estende agli altri, così che a un certo punto ci si trova a respirare proprio nell’energia di ciascun centro, sentendo il chakra da dentro in modo inequivocabile. A quel punto nasce la celebrazione, che in questa meditazione può assumere la qualità dell’estasi. Anche in questo caso, deve prevalere la presenza: vivere totalmente uno stato estatico, significa lasciarlo andare quando esso lascia il posto a qualcos’altro, e stare nel flusso.
Infine, matura la consapevolezza che la scala dei sette chakra è una mappa, e come tale ha il solo scopo di condurti. I sette chakra formano un unico canale centrale che tutti li contiene e li connette. Col tempo e con la pratica, il canale si rende naturalmente presente, perché è un organo di luce che ogni essere umano possiede.
Renata Rosa Ughini –
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