La camera del sentiero iniziale
1. Che cos’è IPR
IPR initial path room è una tecnologia di quinta dimensione concepita per aiutare la fioritura del genere umano sulla Terra e velocizzare tutti i cambiamenti positivi verso la realizzazione della Nuova Energia, nella vita dei singoli individui e nella collettività.
Initial path room significa “camera del sentiero iniziale”. Gli encoder IPR, opportunamente posizionati, attivano geometrie sacre: il doppio tetraedro della Merkaba, il cubo di 1,60 m e la sfera che racchiude il tutto, al centro delle quali si colloca il ricevente.
Joel Ducatillon e Virginie Duchaine hanno ricevuto questa tecnologia nel 2014, segno che la ricerca Steel Storm Staelhe sta proseguendo e via via sta dando all’umanità nuovi e sempre più approfonditi strumenti per la nostra liberazione, per la completa attivazione della nuova energia, e per prepararci alla venuta dell’Uomo Nuovo.
Gli encoder IPR si distinguono da quelli della PMT visivamente, perché sono un po’ più grandi, ed energeticamente, in quanto i codici in essi contenuti sono differenti: l’operatore sensibile se ne accorge tenendoli in mano. Un set di decodificatori IPR si compone di 4 elementi, di cui 3 servono per formare la camera iniziatica, e uno viene tenuto in mano dall’operatore.
Dal 2014 ad oggi Joel ha scoperto migliaia di codici in più, che sono entrati in tutti gli encoder IPR, in modo quantico: sia i decodificatori prodotti e acquistati nel 2014, sia i nuovi, sono aggiornati automaticamente ogniqualvolta Joel introduce nuovi codici, proprio come avviene per la PMT.
Dal 2015 la tecnica di lavoro è leggermente cambiata ed è stata semplificata e potenziata: ora l’operatore esegue la seduta senza spostarsi fisicamente, non c’è più bisogno di eseguire movimenti tutt’intorno al ricevente, ma è sufficiente mettere gli encoders in modo da formare la initial path room, e seguire con l’occhio interiore ciò che accade, restando fermi e con il quarto encoder in mano puntato verso la sacra camera.
Sei un operatore? Questa pagina non l’ho copiata ma l’ho scritta io.
Ciò ha comportato tempo ed energia. Se vuoi riportarla nel tuo blog o sito, puoi citarne ALCUNE frasi riportando la FONTE mettendo il LINK ATTIVO alla presente pagina. Grazie. Buon Lavoro.
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2. Su cosa lavora IPR
Per comprendere su cosa lavora IPR bisogna fare un passo indietro e ripercorrere il cammino della ricerca di Steel Storm Staelhe.
Con la PMT Pyramidal Memories Transmutation, trasmutazione piramidale delle memorie, si trasmutano le memorie cellulari che formano il karma, che la persona si porta dietro da vite passate o da questa vita.
Trasmuta e trasmuta, fin dove puoi arrivare? Quanto puoi spingerti indietro? Riuscirai mai a cancellare la MEMORIA DELLA MEMORIA? Qual è la matrice delle memorie stesse? Come e perché l’essere umano ha iniziato a accumulare memorie?
Joel Ducatillon deve essersi spinto nella sua ricerca e nella sua trasmutazione a una condizione in cui non ha trovato più memorie con la PMT, o molto poche, ed è apparso un ulteriore, più profondo muro.
Una volta chiusa la partita col karma, cosa c’è?
Quando si lavora su di sé per sciogliere i condizionamenti, dopo un po’ di tempo, pratica e pulizia, appare evidente che, per quanto si vada in profondità, tende a rimanere una traccia di ciò che è stato lasciato andare.
Certamente, le cariche sono sempre più deboli, ma …. non spariscono del tutto.
E’ come versare un secchio d’acqua sul pavimento: anche dopo che si è asciugato ne vediamo la traccia, scorgiamo il disegno delle gocce in controluce. E se versiamo nuova acqua, essa tenderà a spargersi più o meno secondo quel tracciato. Fuor di metafora, si tende a ripetere gli stessi errori: quando si crea karma, lo si fa più o meno sempre nello stesso modo, con modelli simili.
Immagina che in questo esempio l’acqua siano le memorie karmiche: la PMT asciuga l’acqua. L’IPR va oltre: cancella la traccia. Elimina in profondità la coazione a ripetere, e la lotta che consegue per restare fermi e non rifare lo stesso errore.
Che cosa c’era in noi, prima che si formasse il karma? In quale condizione vivevamo e sentivamo?
La storia umana ci racconta il karma attraverso i libri e i documenti: basta leggere come sono andate le cose nei secoli passati, per vedere facilmente se stessi qualche vita fa, per immaginare quali nodi possano venire a galla con le sedute di PMT …
Ma anche la storia ha i suoi limiti temporali e informativi: è ormai risaputo che ci sono interi millenni, forse eoni, di storia semi-sconosciuta, che è troppo lontana o forse troppo scomoda per essere raccontata. Se ne sono conservati degli sprazzi nei miti, e in alcune raffigurazioni pittoriche, dalle quali si avanza l’ipotesi che l’homo sapiens sia frutto di una manipolazione genetica, operata da esseri tecnologicamente evoluti. La “teoria degli astronauti” afferma che umanoidi extraterrestri avrebbero interferito con il naturale sviluppo della specie umana, facendo esperimenti genetici, al fine di dirigerne l’evoluzione in una certa direzione, o forse anche con scopi meno altruistici, come ad esempio quello di sfruttarci e depredare le risorse terrestri. Taluni hanno collegato questa ipotesi a miti di varie civiltà antiche, a ciò che si legge in epopee e in testi sacri di diverse culture. Basti pensare ai miti greci, in cui gli dei dell’Olimpo scendevano periodicamente sulla terra e si accoppiavano con donne, che poi partorivano esseri umani evoluti, semidei, dotati di particolari poteri e qualità, ma anche spesso sventurati o penalizzati dalla loro stessa condizione…
Qualcuno ha detto che la razza umana attuale è un “esperimento mal riuscito”. Che cosa è successo veramente? Forse chi ha creato geneticamente l’homo sapiens aveva delle intenzioni che poi, per qualche motivo, non sono andate a buon fine? Forse l’obiettivo era un altro? O la creatura è sfuggita di mano, e i creatori – o manipolatori? – se ne sono andati in fretta e furia?
Stando a quanto si dice in diverse tradizioni, l’uomo in origine era perfetto, e solo in seguito il suo potenziale è stato corrotto ed egli è decaduto: così hanno avuto inizio la storia di terza dimensione, il karma e la dualità che stiamo confrontando in questo nostro tempo, per liberarcene, per tornare a sentirci Uno, in armonia con noi stessi e con madre Terra.
E’ stato l’intervento alieno la causa della corruzione genetica e del decadimento della specie? Non lo sappiamo con certezza. Non si vuol qui entrare nel merito di cosa sia successo: in rete potrete trovare varie ipotesi e approfondimenti. Ci auguriamo che, con l’avanzamento collettivo, venga a galla tutta la verità.
IPR estrae gli impianti corrotti che ti tengono legato alla terza dimensione, ovvero ti tengono prigioniero dell’informazione grossolana, inferiore e dunque debilitante. Tu possiedi queste strutture non a causa delle tue azioni o della tua storia personale, ma semplicemente perché appartieni a questa razza umana in questo stadio evolutivo, e i tuoi corpi possiedono certe dotazioni con certi limiti. Questi limiti non li hai decisi tu, te li sei ritrovati per il solo fatto di esserti incarnato. Ecco perché Joel dice che IPR va oltre il libero arbitrio.
IPR ci scollega gradualmente dalla rete del sistema obsoleto, per ricollegarci ad un’altra rete, più evoluta, capace di ricevere e trasmettere flussi dalle sorgenti superiori. IPR è uno strumento concreto per uscire da Matrix!
“Sembra che l’IPR sia una disattivazione oggettiva di un centro del cervello per accenderne un altro fino a quel momento inattivo o latente. Si può essere legittimamente tentati di considerare la disattivazione del cervello rettiliano e delle sue funzioni arcaiche, ormai così incompatibili con le nuove energie sempre più disponibili. La nuova frequenza nel complesso stimola i centri superiori – ghiandola pituitaria e pineale – e l’IPR sembra accelerare questo processo aggiornandolo in modo concreto anche nell’ambito fisiologico.”
(da Joel Ducatillon)
Da tutto ciò che si è detto emerge che, mentre per la PMT si parla di trasformazione e trasmutazione, quella indotta da IPR è una mutazione.
PMT trasmuta, ossia capta le memorie cellulari limitanti e le cambia di segno, da – a +, facilitando l’assimilazione e la re-integrazione di quelle energie che sono rimaste bloccate in esperienze inconsapevoli: esse fanno parte della nostra storia, non vengono cancellate ma ri-armonizzate.
IPR invece toglie via ciò che non è nostro e non lo è mai stato. Sia PMT che IPR agiscono sul DNA ma a livelli differenti: PMT trasforma quelle informazioni contenute nel DNA che hanno a che fare con traumi di vite passate, ferite inflitte o subite, modelli ereditari; IPR cancella la matrice corrotta del DNA, favorendo il ripristino e il corretto utilizzo del cosiddetto “DNA spazzatura”, di quelle parti del genoma umano che secondo la scienza non hanno nessuna funzione, e che molto probabilmente sono state semplicemente degradate dalla manipolazione genetica a cui la razza umana nella notte dei tempi è stata sottoposta.
IPR dunque non sostituisce PMT né QSP: ciascuna tecnologia di quinta dimensione della ricerca Steel Storm Staelhe ha una sua specificità, lavora su un determinato aspetto, e fa parte di un cammino evolutivo.
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3. A chi è rivolto IPR
IPR non è per tutti. Joel Ducatillon consiglia di ricevere IPR se si è già percorsa una buona parte di cammino di trasformazione, se si è a buon punto col processo di decondizionamento, grazie a sedute di PMT o altro.
E’ consigliabile prima lavorare su di sé sul piano personale, confrontare ciò che costituisce l’ego, ripulire il karma, e in seguito si potrà iniziare a disconnettersi dal server di terza dimensione proprio perché si è già lavorato a livello personale sulle tematiche da esso indotte, e quindi si è pronti per lasciarlo andare e aprirsi all’influenza di una rete più evoluta, della quale captare le informazioni. Ci si rende conto inoltre che, per lavorare a fondo sulla cancellazione della tendenza al continuo ripresentarsi degli stessi temi, occorre ad un certo punto estirpare la matrice ultima di tali forme – pensiero o modi di sentire, la stessa forza che ci ha indotto a errare nel karma per molte vite e che vorrebbe tenerci ancora schiavi.
Il cammino di ognuno inizia da ciò che riguarda più da vicino: la storia personale, il livello psicosomatico dei disturbi, le memorie karmiche, per poi salire via via a livelli più sottili, che ci connettono con l’evoluzione collettiva.
Joel sconsiglia IPR ai malati, alle persone psicologicamente in difficoltà, perché sarebbe per loro un salto troppo grande: per costoro, meglio scegliere la PMT e impostare il lavoro con gradualità.
Chi riceve IPR può alternarla con PMT e/o con le altre tecnologie di quinta dimensione: FAA, QSP.
4. Come avviene una seduta
IPR si può fare in presenza o a distanza.
In ambedue i casi, l’operatore dispone 3 encoders in modo da formare un triangolo isoscele con la base di 54 cm e l’altezza di 27 cm. Questa disposizione è sufficiente per creare la camera del sentiero iniziale, con le sue geometrie perfette.
Se il ricevente è presente, si può sedere su una sedia sopra il triangolo, ma trattandosi di una tecnica di quinta dimensione, ciò non è indispensabile: potrà anche sedersi accanto, o sdraiarsi comodamente su un lettino. In ogni caso, l’operatore lavora in modo olografico: non c’è bisogno che lavori direttamente sul corpo fisico della persona lì presente, ma ne avrà davanti a sé l’ologramma, ossia una specie di miniatura energetica che evidenzia da sé i punti o le zone interessate dalla mutazione, e sulle quali è puntato l’encoder che il facilitatore tiene in mano.
La seduta si svolge in silenzio ed è un momento di meditazione sia per chi dà che per chi riceve.
L’operatore sta seduto immobile ad occhi chiusi e sta presente a ciò che percepisce. Osserva ciò che appare davanti al suo occhio interiore: può vedere dettagliatamente da quali punti del corpo della persona si stanno estraendo i vecchi impianti involutivi, a quali disagi, modelli o sentimenti corrispondono, e quale aspetto luminoso può così emergere e iniziare a svilupparsi liberamente; solitamente una buona parte della seduta è dedicata alla pulizia e riattivazione del cervello, dal quale vengono tolti filamenti simili a fili di nylon, che evaporano e si dissolvono.
E’ frequente che l’operatore senta l’encoder vibrare, come fosse pervaso da fuoco o da spine, e che la mano e/o il braccio siano momentaneamente dolenti. Sono fenomeni passeggeri, che non lasciano tracce negative: gli encoders IPR, come quelli PMT, sono auto-pulenti! La seduta giova sia a chi la riceve che a chi la pratica.
Negli ultimi 8 minuti, compare una sfera luminosa che armonizza tutti i corpi.
Una sessione IPR dura circa 45 minuti – 1 ora.
Joel consiglia di fare una seduta ogni 2 – 3 settimane, ma come per la PMT tutto è possibile e ognuno si regolerà in base alle proprie esigenze.
Come per la PMT, nella seduta successiva io come operatrice riservo una decina di minuti alla condivisione su cosa è successo durante il periodo intercorso, così che la persona possa ricevere un orientamento e un sostegno nella comprensione dei cambiamenti in atto.
Nei giorni seguenti può comparire stanchezza e il bisogno di riposarsi più del solito: non c’è di che preoccuparsi. Chi riceve IPR di solito ha anche già ricevuto più sessioni di PMT e sa come prendersi cura di sé dopo.
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5. Sessioni di gruppo
Si può partecipare anche a sedute IPR di gruppo: l’operatore fissa una data e un orario, lo comunica ai suoi contatti, e chi vuole può aderire.
Ciò ha una sua efficacia in quanto i legami che IPR rescinde non hanno a che fare con il lato personale del lavoro su di sé, ma sono gli stessi per tutti: il maggiore o minore effetto che si può riscontrare dipende da quanto e cosa ciascuno è pronto a lasciar andare.
Quindi una seduta collettiva porterà benefici in quanto lo stesso tipo di legame col vecchio sistema è presente in più persone, e può essere sciolto facilmente.
Altro vantaggio è il costo, decisamente più contenuto.
La sessione collettiva non sostituisce quella individuale.
SESSIONI IPR DI GRUPPO
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6. Benefici ottenuti
In seguito alle sedute IPR i riceventi hanno registrato i seguenti effetti:
- -ripristino dei corpi energetici nella loro integrità e completezza
- -riparazione del veicolo Merkaba
- -attivazione della griglia cristallina originale
- -disconnessione dall’egregora di dimensione inferiore
- -rimarginazione di traumi e ferite a livello energetico
- -aumento della vitalità
- -maggior consapevolezza
- -miglioramento dello stato psicofisco in generale
- -maggior schermatura da tutto ciò che proviene dal server corrotto: pensieri negativi, radiazioni, inquinamento, scie chimiche, ecc….
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7. Scelta dell’operatore
A differenza di quanto accade con la PMT, nella quale l’abilità dell’operatore è relativa e il grosso del lavoro lo fanno gli encoders ADN 850, IPR richiede una certa sensibilità in chi opera.
Chi dà la seduta dovrebbe quantomeno aver trasmutato un numero abbastanza alto di memorie, così da aver liberato un sentire pulito e neutrale: ciò facilita la percezione dei fenomeni che la IPR evidenzia. Vedendo e sentendo, l’operatore arricchisce la seduta di un senso profondo, che non sta nell’interpretazione ma nella partecipazione totale alla mutazione in corso. Può inoltre supportare all’occorrenza il ricevente, offrendo la propria sincera empatia nella condivisione di quello che si è mosso dopo il precedente incontro.
Un operatore sensibile, che sia abbastanza inoltrato nel cammino, saprà infondere la fiducia necessaria, che è qualcosa che passa aldilà delle parole: è un clima, un’atmosfera d’amore incondizionato che permea la seduta. E ciò è tanto più importante in quanto stiamo facendo qualcosa che non consente di ricorrere a schemi mentali per essere compreso ed elaborato.
di : Renata Rosa Ughini ©