Intento, attrazione, manifestazione

Una volontà rivolta al bene
“Che cosa voglio?” Nel corso “I destini dell’anima” sei guidato a trovare la tua risposta, a liberare la tua volontà e ad attrarre le cose giuste per te.
In questo corso riconosci ciò che vuoi come via per realizzare il tuo potenziale e attingere a risorse e talenti personali. Sperimenti la gioia di creare e di goderne i frutti, in armonia con qualcosa di più grande che fluisce e si arricchisce attraverso la tua manifestazione.
Fai esperienza diretta della legge d’attrazione e impari a muoverti con i suoi ritmi cavalcando la tua energia nel suo processo di espansione.
Su che cosa lavoriamo in questo corso? Ecco i temi principali:
- individuare desideri e bisogni: che cosa voglio per me? Che cosa mi serve per essere felice?
- lasciar andare falsi bisogni e desideri illusori;
- liberarsi da ciò che ci trattiene dall’andare verso ciò che si vuole: paura, pigrizia, indecisione, sfiducia;
- comprendere e lasciar andare schemi mentali di sabotaggio;
- che cos’è l’Intento e come usarlo per il proprio massimo bene;
- accedere al proprio potenziale: risorse, attitudini, talenti;
- contattare l’energia della creatività, cavalcarla e direzionarla;
- che cos’è abbondanza e come attrarla;
- auto-guarigione della relazione col denaro;
- imparare a manifestare;
- aprirsi a ricevere;
- come rimanere focalizzati e procedere nella giusta direzione senza farsi deviare;
- imparare a portare a termine con successo i progetti iniziati;
- conoscenza approfondita della legge d’attrazione universale;
- esperienza diretta della co-creazione come via di auto-realizzazione;
- consapevolezza del successo personale come realizzazione del compito dell’anima.
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“I destini dell’anima” è un seminario residenziale
Prossima data:
7 / 10 aprile 2023 (PASQUA)
Dove? A Gubbio (PG)
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Per approfondire:
- Il destino dell’anima
- Opportunità, destini, libero arbitrio
- Bisogni e desideri
- L’intento
- Volontà essenziale
- Applicare la Legge dell’Attrazione
- Manifestare abbondanza
- Il raggio di creazione
- Auto-guarigione della relazione col denaro
- Testimonianze
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1. Il destino dell’anima
L’anelito che spinge l’anima ad incarnarsi è quello di conoscersi. Tale incessante impulso si attualizza attraverso la manifestazione del suo potenziale, che porta ciò che è sconosciuto a fiorire in un’inesauribile espansione.
Sì, il potenziale dell’anima è immenso, tanto quanto lo è quello dell’universo. Infatti essa non è altro se non un’espressione dello stesso, che per suo tramite si auto-conosce ed evolve.
Ciò implica che per l’anima conoscere se stessa e attuare il suo destino e compito non è separato dallo svolgimento del moto universale e dalle sue leggi.
Il destino intrinseco dell’anima è ritornare alla sua dimora, fondersi con il divino: il viaggio terreno è finalizzato a realizzare questa Unità.
Ciò che la devia dal perseguire il suo intento è il mancato auto-riconoscimento. L’essere umano ordinariamente non conosce se stesso come anima, ma più generalmente come ego o personalità. Perciò persegue obiettivi motivati dal falso desiderio di appagamento per bisogni che non sono volti alla propria realizzazione, ma a colmare quel senso di vuoto nebuloso e confuso che caratterizza il nocciolo della falsa identità. Girerà in tondo, esaurendo la sua energia nel tentativo di ottenere cose che non gli sono proprie, che perciò non portano reale appagamento, perché non sono in armonia con la sua natura e con le leggi universali.
In questo corso intendiamo smascherare quegli schemi inconsci e impulsivi della personalità che desidera oggetti, persone, posizione sociale e altro, per compensare piuttosto che per sostenere l’anima nel proprio processo di espansione.
“I destini dell’anima” è una sequenza di esperienze volte a riconoscere le naturali inclinazioni e qualità che scaturiscono dal nostro essere, che lo sostengono e sono la base della nostra realizzazione autentica.
Così che ciò che voglio e ciò che la mia anima ha scelto come compito diventino la stessa cosa, e non vi sia conflitto, ma allineamento.
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2. Opportunità, destini, libero arbitrio
La vita ci offre infinite opportunità; ciascuna di esse è una possibile via verso un destino. Potenzialmente dunque ci sono tanti destini. Non c’è un solo destino ineluttabile, tracciato da qualcuno o qualcosa al di fuori di noi, ma vi sono infinite vie percorribili, ognuna delle quali può diventare il nostro destino, ma sta al nostro libero arbitrio scegliere.
Più diventiamo consapevoli, più siamo in grado di cogliere l’opportunità giusta al momento giusto, e di creare il nostro destino per il nostro massimo bene.
Al contrario, sentirsi vittime del destino è una forma-pensiero duale, propria di chi è schiavo di meccanismi inconsci che lo portano ad attrarre ciò che non vuole, e a chiamarlo erroneamente “destino”: si tende ad attribuire la propria sofferenza a una forza estranea e sconosciuta o a fatali eventualità, piuttosto che prendersene la responsabilità.
In questo corso, ci apriamo a cogliere le opportunità che la vita ci offre: grazie a tale apertura riconosciamo che l’abbondanza c’è già in partenza, è un dato di fatto, non un punto d’arrivo. Vivendo le esperienze come un modo per conoscere il proprio potenziale, diventiamo consapevoli di risorse e talenti e maturiamo la capacità di scegliere ciò che è giusto per noi.
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3. Bisogni e desideri
– “Che cosa voglio?”
Ciò che vogliamo è intimamente relazionato ai nostri bisogni. Quelli di natura primaria riguardano la pura sopravvivenza; quelli di natura affettiva coinvolgono il contatto e il relazionarsi; e ancora più basilare, è il contatto quotidiano con la nostra anima, attraverso la meditazione e l’introspezione, che dà il filo di continuità alla propria esperienza e percezione di se stessi, così che si possa perseguire i propri obiettivi senza essere deviati dall’ego.
– Alla scoperta dei bisogni reali
Sapere cosa si vuole è essenziale per maturare la visione del proprio progetto di vita. Sviluppare corretta focalizzazione per dirigerci verso qualcosa che sentiamo ricco di significato perché è direttamente relazionato a noi stessi, ci consente di realizzare i propri obiettivi con soddisfazione personale.
Spesso però questa via ci è preclusa e ci ritroviamo, magari anche non più giovanissimi, a non saper che fare della nostra vita. Ci si chiede “Che cosa farò da grande?”, ci si sente privi di senso, demotivati o esausti, col vago anelito ad andare verso qualcos’altro, ma non si sa cosa. In molti casi, i condizionamenti la fanno da padroni, e si prosegue entro un solco già tracciato, a fare le stesse cose di sempre, ma con poca convinzione, trascinandosi per il solo fatto di continuare a sopravvivere.
Ri-orientare se stessi, riscoprire coinvolgimento ed entusiasmo è possibile, al prezzo di ripartire da sé e riconsiderare i propri bisogni. “Di che cosa ho veramente bisogno per essere felice?”, se rispondiamo con la mente condizionata dal passato, da modelli assunti da altri (famiglia, società, costume), non arriveremo a una risposta soddisfacente che ci aiuti a ri-progettare la nostra vita e a rimetterci in gioco con rinnovata motivazione.
Se il bisogno è irreale, infondato, ci condurrà automaticamente verso traguardi illusori e insoddisfacenti: la delusione è dietro l’angolo perché o non raggiungiamo l’obiettivo, o se lo raggiungiamo, presto o tardi ci accorgiamo che non è quello che volevamo, e ci ritroviamo al punto di partenza a non sapere che fare della nostra vita. Forse in tal caso siamo pronti a rincorrere qualche altra chimera, pur di evitare il vuoto che ci inviterebbe a guardare dentro noi stessi per scoprire cosa è reale e che cosa è veramente prioritario.
Nel corso “I destini dell’anima” vieni guidato a diventare consapevole e a smettere di seguire ciò che non vuoi, ciò che non è tuo, ma che ti è stato fatto credere che fosse per te: sono i bisogni indotti, che ti hanno portato a desiderare cose non essenziali per la tua auto-realizzazione, e a disperdere le tue energie nel tentativo di perseguirle, dimenticando così l’anelito più profondo della tua anima, che è quello di svolgere il proprio compito e realizzare il suo potenziale.
Si desidera perché si perde di vista se stessi, si è sconnessi dal presente, si desidera perché si è identificati con la mancanza e non si è radicati nella presenza.
Quando sei sconnesso dalla presenza e nutri un falso bisogno, esso diventa un desiderio, ossia un’immagine mentale proiettata in un futuro che non c’è, e non ti porta da nessuna parte. I bisogni reali emergono dalla presenza, sono percepiti nel presente partendo da quello che c’è, che viene valorizzato come punto di partenza verso ciò che si vuol conseguire. Così, non vi è separazione ma continuità tra il bisogno vero e la sua realizzazione, che viene percepita come qualcosa di naturale, semplice e decisamente alla nostra portata.
“I destini dell’anima” è un processo di individuazione dei bisogni reali, che vengono riconosciuti a partire dall’ascolto della tua energia e hanno una solida base nel corpo. Essi, al contrario dei falsi bisogni, sostengono la tua anima nel compiere ciò che è venuta a fare qui sulla terra incarnandosi.
– Ridefinire le priorità
Quando intraprendiamo un cammino di ricerca interiore, siamo spinti dal desiderio di stare meglio, di sentirci felici e realizzati come esseri umani sia dal punto di vista spirituale che materiale.
Ma in questo processo spesso succede che ci si rende conto di non volere più certe cose che si credeva di volere, e che d’un tratto perdono significato, o ce le lasciamo alle spalle perché non più corrispondenti al nuovo modo di vivere che stiamo scoprendo. Allora si comincia a dubitare, a mettere giustamente in discussione stili di vita, modelli, impegni, relazioni. “Dove dirigere le mie energie?”, spesso non è direttamente intellegibile; ci si guarda dentro, nuove energie fanno capolino, mescolate a vecchi condizionamenti, e restiamo spettatori disorientati di questo variegato e misterioso mondo interiore. Si avverte un anelito a volere qualcos’altro, qualcosa di diverso, di più adatto a se stessi, ma non si sa che cosa è e come cercarlo. L’insoddisfazione ci spinge a cercare, ma spesso non sappiamo in quale direzione muoverci nella ricerca stessa. E così si rischia di fluttuare, di fare le cose in modo dispersivo o con poca convinzione, di accumulare frustrazione o avere l’impressione di vagare senza meta.
“Che cosa voglio?” Questo corso ci mette nella condizione adatta per entrare in noi stessi a vedere che cosa vogliamo veramente. Amare se stessi significa possedere una volontà libera, diretta verso il proprio bene. Essa è la base per attrarre le cose giuste per noi, quelle che ci sostengono e che rendono la nostra vita significativa e felice.
Per liberare la volontà è necessario perciò distogliere l’attenzione da ciò che non vogliamo, diventandone consapevoli, per evitare di attrarlo inconsciamente nella nostra vita. Lasciar andare i falsi desideri è un passaggio obbligato. Prendendoci la responsabilità di ciò che attraiamo, diventiamo gli artefici coscienti della nostra vita.
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4. L’intento
Il riconoscimento dei bisogni reali è il primo passo, è ciò che accende l’energia, che ci motiva a decidere, a muoverci, a fare la cosa giusta, a andare nella direzione scelta da noi. L’intento è energia focalizzata: presenza, fiducia, apertura, totalità, entusiasmo, intensità, coraggio, perseveranza, sono alcuni degli aspetti di noi che sostengono l’intento.
Cosa sei disposto a fare (o a non fare) per ottenere ciò che vuoi?
L’intento è il senso di direzione che ti porta a fare quello che va fatto, e se necessario ad andare un poco aldilà dei tuoi limiti, ad uscire dalla “comfort zone”. Grazie all’intento, accetti la sfida di modificare abitudini, priorità e stile di vita.
Quando vuoi qualcosa veramente, sei disposto a metterti in gioco completamente e vivi l’esperienza del procedere verso l’obiettivo come un’avventura di crescita; accetti anche di cambiare in itinere, perché sei ricettivo e aperto a vedere dove il viaggio ti porta. Sei totale: non trattieni niente, parti da uno stato di presenza, procedi nella presenza, e arrivi all’obiettivo stando presente.
L’intento è l’energia che sprigioni quando ti percepisci tutt’uno con ciò che vuoi. L’intento si mantiene e si rinforza quando tu cavalchi l’energia e entri nell’azione, senza risparmiarti, con slancio, dandoti completamente.
Mantenerlo vivo e focalizzato può non risultare semplice: il pericolo è di lasciarsi sedurre da distrazioni che possono essere rappresentate da false scorciatoie e dal volersi accontentare di qualcosa di meno, o di un surrogato rispetto a quello che era il nostro obiettivo iniziale.
Bisogna guardarsi dall’accontentarsi, ciò equivale a tradire il valore del proprio potenziale. Le difficoltà che si incontrano durante il percorso sono il test di verifica se ciò che perseguiamo è veramente importante per noi e quanto siamo disposti a mettere in gioco per ottenerlo. Se non si riesce a conseguire ciò che si persegue, è meglio fermarsi e riconsiderare il proprio modo di procedere e le priorità piuttosto che optare per un palliativo. “Chi si accontenta gode” è una frase che scaturisce da un livello di percezione basato sulla sopravvivenza e sulla mediocrità. Noi non siamo al mondo per accontentarci, ma per manifestare lo splendore del nostro potenziale. Meditare e portare in profondità l’indagine su cosa vogliamo, ci dà la possibilità di aggiustare il tiro.
Nel corso “I destini dell’anima” apprendi a riconoscere, sentire e nutrire l’intento, e a mantenerlo vivo nelle diverse fasi dello sviluppo del tuo progetto. Impari a riconoscere quando esso viene meno e perché, e a riaccenderlo. Diventi consapevole, attraverso le esperienze guidate, di ciò che si frappone tra l’intenzione e la realizzazione: comprendi e lasci andare le emozioni negative che tagliano la tua energia e la disperdono, e che interrompono il fluire della manifestazione, come la sfiducia e la paura di non farcela.
Ti liberi dai meccanismi mentali di sabotaggio, quali la distrazione, lo sforzo, l’indecisione, la mancanza di perseveranza, il non sentirsi meritevoli o all’altezza, ecc…
In questo corso, apprendi ad annullare la distanza tra te e il tuo obiettivo.
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5. Volontà essenziale
Volere è potere. E’ anche vero che potere è volere. La radice di ciò è la conoscenza di sé unita all’amore autentico verso se stessi.
La volontà scaturisce dal proprio potere personale, che è essere padroni della propria energia. Avere potere sulla propria energia consente di essere creativi e di avere potere anche sulla materia, cioè manifestare.
Allora la volontà è libera di esprimersi, perché non più condizionata da un volere inflessibile e ostinato, necessario per perseguire l’appagamento di un desiderio senza relazione con la nostra natura più intrinseca.
In questo corso ti liberi del fardello della costrizione, dell’imposizione, del conflitto tra volere e dovere, scoprendo il tuo modo per perseguire i tuoi obiettivi nel rispetto di te stesso e con la costante attenzione ai ritmi della tua energia in movimento.
La perseveranza necessaria per alimentare la volontà è fluida e malleabile; non significa con ciò che manchi di fermezza e della forza dovuta se richiesto: a volte viene applicata con determinazione, a volte con dolcezza. Il contatto con il proprio anelito del cuore è ciò che ci può dare la misura di come sia necessario adeguare la perseveranza ai nostri scopi.
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6. Applicare la Legge dell’Attrazione
Come attrarre abbondanza? Come manifestare? Come dialogare con l’universo per ottenere ciò che vogliamo?
Se ci soffermiamo a ricordare le volte in cui abbiamo chiesto all’universo cose che poi non sono arrivate, possiamo imparare molto su noi stessi, diventare consapevoli del perché non è successo quello che speravamo, e trarne importanti lezioni. Ecco alcuni errori ricorrenti di cui vogliamo liberarci:
-Chiedere meno di ciò che si vuole
Sotto l’influenza del nostro retaggio culturale e personale ci siamo auto limitati nel formulare il giusto intento, non ci siamo dati il permesso di chiedere esattamente quello che vogliamo, perché a volte ci sembra “troppo”, non osando sfidare perciò i parametri stabiliti. Senza saperlo ci siamo auto sabotati. Questa è l’occasione giusta per diventare consapevoli di tali meccanismi e lasciarli andare. Essi non sono altro che strategie attraverso le quali ci impediamo di entrare nella nostra energia, per paura della sua bellezza. Tale magnificenza va onorata riconoscendole tutto ciò che le spetta.
-Chiedere senza totalità
E che dire di quando abbiamo utilizzato il potere della mente per manifestare, senza risultato? Evidentemente, ci siamo limitati in quel caso all’aspetto più superficiale della legge d’attrazione. La realtà dimostra che non è sufficiente pensare in positivo o fissarsi su di un obiettivo per attirarlo; se la mente è condizionata da un retaggio inconscio su cui non si è ancora lavorato a fondo, il nostro intento sarà debole. La nostra parte cosciente allora sarà attaccata a un pensiero puramente formale, non sostenuto dalla nostra energia, ancora bloccata in emozioni negative delle quali non siamo consapevoli, e che costituiscono il vero substrato della nostra manifestazione.
L’insuccesso in questo caso dovrebbe renderci consapevoli del bisogno di entrare più in profondità in noi stessi e ascoltare la vibrazione della nostra energia, la sua colorazione emotiva, per comprendere cosa stiamo mettendo fuori.
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7. Manifestare abbondanza
- “Perché voglio ciò che voglio?”
- “Lo voglio con tutto me stesso?”
- “Sento l’obiettivo come già realizzato?”
- “Che cosa farò quando l’avrò ottenuto?”
Stare con queste domande ci aiuterà a chiarire cosa c’è sotto ai nostri intenti, e a capire che cosa ha a che fare con la nostra anima.
I segreti della legge d’attrazione sono dentro di noi: sei tu stesso il segreto. E’ così che ti appare il tuo potenziale, che è infinito. E più sei capace di indagare dentro di te, di ascoltarti, di chiarirti, più la realtà esterna ti rifletterà qualcosa che si armonizza con ciò che sei.
Il fondamento del manifestare è la verità: essere onesti con se stessi significa che l’intento che motiva la nostra azione scaturisce dal proprio essere perciò è già presente: non è una immagine mentale vuota, ma contribuisce alla pienezza della nostra presenza. Dunque se non sono integro nel sentire ciò che perseguo come una realtà già realizzata, e per giunta non ne sono consapevole, esso non prenderà forma.
Una volontà schiava attrarrà un esito schiavo: se interiormente siamo schiavi dei condizionamenti, se c’è confusione tra ciò che crediamo di volere e ciò che vogliamo veramente, allora attireremo un Universo parimenti confuso e inaffidabile. Una volontà libera attrarrà un esito libero: se siamo liberi dentro, e ci permettiamo di mirare a cosa vogliamo e cosa è bene per noi, con semplicità e fiducia, l’Universo intero immediatamente si metterà all’opera per servirci, e con facilità e sincronicità vedremo i risultati.
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8. Il raggio di creazione
In questo corso approfondiamo le nozioni di come la legge dell’attrazione funziona, e ne facciamo esperienza attraverso opportuni esercizi dinamici, così da poterla assimilare e comprendere col corpo, ed entrare in sintonia con essa.
Ogni atto creativo nell’universo è governato da un ordine che si ripete nella medesima sequenza, ed è composto da 5 fasi che si possono così sintetizzare:
- -concepimento
- -ascensione
- -espansione
- -raccolto
- -riposo
Possiamo ritrovare tale ciclicità in numerosi fenomeni naturali e nelle opere umane più ispirate.
Le nostre creazioni, per avere successo, devono seguire tale moto ciclico dell’energia in trasformazione.
Comprendere la legge d’attrazione allora significa ben di più che coltivare pensieri positivi o allenare la mente a mirare un bersaglio.
Significa muoversi in sintonia con i ritmi dell’universo, con le stagioni della natura, che sono anche i cicli della nostra anima.
Viviamo in un mondo che si è allontanato da questa saggezza, per enfatizzare un modello di produzione che non ammette momenti di riposo e di integrazione, che non coglie la bellezza e la risorsa degli alti e bassi, la varietà delle stagioni, la biodiversità. Si ha paura del vuoto, dell’ascolto, della morte. Si teme il cambiamento e con ciò ci si taglia fuori dall’abbondanza che esso porta. Tutto è standardizzato e si crede in un modello inesistente di persona di successo sempre sulla cresta dell’onda. Ma ciò è innaturale, contrario alle sacre leggi universali, e non porta appagamento.
C’è bisogno di risintonizzarsi con i ritmi del raggio di creazione, per riappropriarci del nostro potere di co-creare armonicamente insieme all’universo. Solo in questo modo la nostra anima si sente corrisposta, perché co-creando svela il suo potenziale che le permette di riunirsi alla Fonte da cui proviene.
Muoversi in ascolto della propria energia attraverso il cerchio perpetuo della trasformazione è un atto sacro, ricco di significato, in cui la nostra manifestazione diventa una danza e non vi è sforzo alcuno, perché tutto fluisce con naturalezza.
9. Auto-guarigione della relazione col denaro
La società odierna è dominata dal denaro, che non è più inteso come un mezzo di scambio, ma come un fine in sé. Non c’è niente di sbagliato nel denaro in quanto tale; è un strumento neutro perciò acquista il valore che gli si dà. Avere denaro è diventata una priorità, l’espressione del talento ed il benessere generale di un individuo è visto come una conseguenza dell’avere denaro, più se ne ha meglio è. Ma ai più accorti non sarà sfuggito che a molte tra le persone ricche e benestanti che abitano questo pianeta, la gran quantità di denaro non ha portato appagamento e felicità, ma tutt’altro: ha generato attaccamento e una paura ancora più tagliente alla prospettiva di perdere la fonte della sopravvivenza e dello stato sociale.
D’altro canto, non è raro imbattersi in persone che sono su un cammino spirituale e che hanno problemi col denaro: hanno preso le distanze dai falsi valori della società consumistica, ma di contro, vivendo comunque in essa e avendo bisogno del denaro, non possono farne a meno. Molti addirittura lo odiano, avendo attribuito ad esso le brutture del sistema economico, perciò lo respingono. C’è chi si rende conto che in questa attitudine vi è qualcosa di contraddittorio, ma non sa come venirne a capo.
Di conseguenza, anche lo sviluppo personale ne viene ostacolato, mancando della base materiale necessaria per supportare il viaggio dell’anima.
In questo corso hai l’occasione di risanare la tua relazione col denaro. Lasci andare sia l’attaccamento che la repulsione.
Impari a vederlo per quello che è: un mezzo che può sostenere la tua realizzazione.
Il denaro va rispettato, amministrato con scioltezza e avvedutezza. Non va sprecato e non va trattenuto. Se usato con consapevolezza diventa uno specchio della nostra energia. Esso non rappresenta un valore in sé, ma ha il valore che gli diamo. Essere riconosciuti economicamente per ciò che facciamo è adeguato al valore che diamo alla nostra opera. È una convenzione, ricordiamolo. L’origine di ciò che manifestiamo siamo noi medesimi e come tale è inestimabile. Inesauribile.
In questo corso impariamo a usare il denaro, per non essere da esso usati.
Gurdjeff, il famoso mistico russo ha detto: ”Tutto ciò che ho trattenuto è andato perso, tutto ciò che ho condiviso è ancora con me”.
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TESTIMONIANZE
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