Oggigiorno molte persone in cammino di crescita danno per scontato che si sappia che cos’è è l’anima. In verità non è così.
Vi sono molti fraintendimenti, a maggior ragione visti gli innumerevoli percorsi basati su concetti e teorie, e i pochi basati sull’esperienza diretta del Reale.
Che cos’è l’anima? Sorprenderà notare che non vi è una definizione univoca. Ogni corrente spirituale propone la sua, ogni maestro dice la sua. Viene da chiedersi come si può allora arrivare a conoscerla, a chi dar retta, e come connettere tali assunti alla propria esperienza.
Facciamo insieme un po’ di chiarezza.
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VUOI CONOSCERE L’ANIMA?
RITIRI DI MEDITAZIONE ESPERIENZIALI
con Renata e Asimo
Che cos’è l’anima
Nel linguaggio comune si suole distinguere tra cose “inanimate” e “animate” . Cosa le caratterizza rispettivamente?
Le prime non si muovono, non svolgono funzioni vitali.
Le seconde hanno la vita, che si manifesta con le seguenti funzioni:
- respirare
- nutrirsi
- sentire con i 5 sensi
- muoversi
- venire alla luce, crescere, infine lasciare il corpo
Allora “avere l’anima” è avere la vita. Essere animati è essere vitali.
Nello stato ordinario di coscienza, non vediamo l’anima, ma possiamo vederne la manifestazione. Non vediamo l’essenza della vita, ma sappiamo distinguerne l’emanazione.
Venire alla luce
Quando nasci, vieni alla luce. L’anima diviene manifesta nel mondo terreno. Diventa visibile indirettamente, attraverso l’attività del corpo che da essa è mosso e sostenuto a esistere.
Quella che chiamiamo “morte” è la dipartita dell’anima dal corpo fisico.
E’ evidente che l’anima compie dei cicli. La vita dell’anima è ciclica. L’anima non sta mai ferma. E’ sempre in movimento. E’ energia che assume via via forme diverse. Si incarna, o si disincarna. Diviene più densa o più rarefatta. Come l’acqua, può cambiare stato, ma la sostanza rimane la stessa.
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Luoghi comuni da sfatare su cos’è l’anima
Se si crede di sapere cos’è l’anima perché si è visualizzata una sagoma eterea incorporea, si è fuori strada. Il cosiddetto “fantasma” è l’ologramma dell’anima. Non è l’anima, ma è un modo in cui essa appare in determinate circostanze. In tal caso, potete vedere l’apparizione dell’anima altrui, non della vostra. Ma sapere cos’è l’anima implica conoscere innanzitutto la propria.
Se la parola “anima” evoca immediatamente qualcosa di luminoso, anche questa è una credenza limitante. L’anima può essere luminosa o oscura, dipende dal grado di evoluzione che ha raggiunto.
Si tende a parlare di anima a proposito della reincarnazione. Con la morte fisica, il corpo fisico torna alla terra e si scompone negli elementi che l’hanno costituito. Mentre l’anima intraprende un viaggio nella dimensione ultraterrena, aldilà di spazio e tempo. Ciò le permette di purificarsi, riposarsi, rigenerarsi e prepararsi a tornare sulla terra, a incarnarsi di nuovo. L’anima è la parte dell’essere umano che sopravvive alla morte fisica. Tale credenza è corretta, ma ancora non spiega che cos’è l’anima.
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Anima e risveglio
Si può sapere che cos’è l’anima solo dopo che ci si è risvegliati, poiché l’evento del risveglio è spesso accompagnato dal poterla vedere, toccare, assaporare. O anche da intuizioni e comprensioni che giungono spontanee, sull’anima e non solo, anche su altre realtà interiori, come l’energia, la luce, ecc…
Prima del risveglio si può solo procedere a tentoni; brancolare nel buio non è sbagliato in sé, non c’è da sentirsi fuori posto. Con ogni probabilità, l’iniziando guardando verso l’anima vedrà dapprima solo oscurità. Va benissimo. I primi passi verso la luce accadono nell’oscurità, non può essere diversamente. Non gioverà creare artificialmente luci e effetti speciali immaginando questo e quello.
Si possono assimilare gli insegnamenti dei maestri, come un faro nella penombra, ma poi è importante vagliarli a cospetto della propria esperienza. Solo quella ci porterà lontano, solo quella ci libererà e sarà in grado di condurci a noi stessi.
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La voce dei Maestri
Se è difficile dare una definizione univoca a una realtà interiore così misteriosa come l’anima, è tuttavia possibile indicarla attraverso simboli.
E’ quanto hanno fatto mistici di ogni tempo, ricorrendo a metafore e figure poetiche.
Che cos’è l’anima nelle parole dei maestri antichi
Kakuan nei suoi sutra “Dieci tori dello Zen” traccia il percorso che porta al toro: scoprirlo, catturarlo, domarlo e ridurlo in proprio potere, sono i passaggi che il ricercatore spirituale ha da compiere per realizzare se stesso. Essi corrispondono al contattare la parte animale, istintiva, primordiale che si cela in ciascuno di noi, e che aspetta di essere integrata e trascesa.
Lu Tsu in “Il Segreto del Fiore d’Oro” parla della sottomissione dell’anima alla consapevolezza, affinché si schiuda il fiore che l’essere umano reca in sé.
Da questi e da altri testi risulta evidente che l’anima è una realtà interiore in divenire. All’inizio del cammino essa ha caratteristiche animali, è impulso, è energia primordiale, grezza, sfrenata. Potrà crescere e affinarsi, potrà imparare incarnandosi e vivendo tra le lezioni della vita. Potrà essere messa nelle condizioni adatte per contribuire all’evoluzione dell’individuo e del pianeta. Ma non è scontato che ciò accada.
Gurdjeff
Gurdjeff diceva ai suoi discepoli che non tutti gli esseri umani hanno un’anima. Essa è simile a un seme, che per alcuni rimane sotto terra, per altri germoglia e dà frutto. Se il seme rimane tale, è come se non ci fosse. La vita dell’anima emerge nell’evoluzione. Se non evolve, è come fosse assente.
Anima e talenti
Analogamente è da intendersi la parabola dei talenti che si legge nel Vangelo. Gesù dice che dei tre servi ai quali venne affidato danaro dal padrone, uno fa fruttare al massimo i talenti, l’altro sufficientemente, il terzo li sotterra, e perciò viene cacciato. E’ la metafora dell’evoluzione interiore: contattare la propria anima, scoprirne i doni e renderli manifesti non è per tutti. E’ qualcosa che possiamo fare solo quando raggiungiamo un certo livello evolutivo, dopo vite e vite di prove ed errori. In ogni caso dopo che ci si è emancipati dal livello di uomo-macchina, unicamente dedito alla sopravvivenza fisica materiale.
Che cos’è l’anima? Un potenziale
Dunque non basta recare in sé un seme per fare frutto. L’anima non è l’unica dimensione interiore che l’essere umano possiede, come molti pensano. Dire “Noi siamo anima” è incompleto, è solo una faccia della medaglia.
L’anima è una dote con cui vieni al mondo, e come tutte le doti, può venir fuori dal baule, o rimanervi chiusa dentro. E’ un potenziale ricco, potenzialmente infinito, ma è nascosto all’inizio del cammino di crescita. Rimane tale per buona parte del percorso stesso. L’anima appartiene al reame del non-manifesto, potrebbe restare tale per l’eternità.
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La consapevolezza conosce cos’è l’anima
Cosa interviene a far germogliare il seme? Dove sono l’acqua e il sole? Qual è il nutrimento appropriato per l’anima, affinché passi dal non manifesto al manifesto?
La consapevolezza è il terreno che permette al seme-anima di germogliare e di crescere, di divenire ciò che è, ossia di esplicare la propria vera natura. Allora, come il seme di girasole darà luogo a un fiore di girasole, così il seme-anima di un uomo saggio darà luogo a un uomo saggio.
Quando fai entrare la consapevolezza nella tua vita, incominci a uscir fuori dall’angolino in cui ti eri messo, aspettando di iniziare a vivere.
Che cos’è la consapevolezza
E qui ci imbattiamo in un altro equivoco: cosa sia la consapevolezza. Ne abbiamo parlato in un’altra pagina, alla quale vi rimandiamo.
Sfortunatamente, le parole “anima” e “consapevolezza” sono tra le più comunemente abusate e fraintese nel panorama spirituale, a causa della mancanza di esperienza diretta della realtà, e della tendenza a far proprie le idee altrui, senza praticare presenza e senza perciò percepire.
Due facce della stessa medaglia: anima e consapevolezza
Che cos’è l’anima? L’anima è il non manifesto, la consapevolezza è il manifesto. E l’anima è il principio femminile, la consapevolezza il principio maschile. L’anima è la sostanza, la consapevolezza è la forma. Sono ying e yang, le due energie in cui l’Uno si articola e si estrinseca, per evolvere, per auto-conoscersi ed espandersi. L’una senza l’altra non avrebbe senso. L’apparente dualità è necessaria, non è effetto di una caduta o di un degenerare.
Il seme-anima è dato a tutti. L’essere umano ha il libero arbitrio di diventare consapevole, oppure no. Possedere un’anima-seme da sola, priva della consapevolezza, è come non averla. E’ come avere un tesoro nascosto sotto terra, non sapendo nemmeno di averlo.
Che cos’è l’anima? Per arrivare all’anima c’è bisogno della consapevolezza, per arrivare alla consapevolezza c’è bisogno dell’anima.
Da che parte cominciare, allora? Dall’anima o dalla consapevolezza? E’ nato prima l’uovo, o prima la gallina? Le tradizioni spirituali di ogni tempo dicono che il femminile viene prima del maschile, che al principio ci fu l’Universo nella sua imperscrutabile oscurità senza forma, un’energia infinita e caotica, immenso potenziale inesplorato, pronto, pieno; vergine, fertile e straripante di energia come una foresta pluviale. Tale è l’anima. Se vogliamo avvicinarci all’anima, se vogliamo incominciare a conoscerla, dobbiamo introdurvi la luce, la consapevolezza. L’anima da sola rimarrebbe inconoscibile, e così la consapevolezza da sola rimarrebbe insenziente.
Livelli di contatto
La consapevolezza è l’origine di ogni comprensione. E’ la vera natura della mente, che emerge quando la mente è stata ripulita da ogni condizionamento, da ogni struttura limitante.
La consapevolezza ha a che fare con la mente, ma si trova a un livello più profondo e più ampio della mente pensante a cui siamo abituati. Altrettanto l’anima ha a che fare con le emozioni, con i sensi, ma si trova a un livello più profondo e più ampio di essi. Il livello dell’anima si apre via via che ci si permette di sentire, di percepire ciò che c’è. Si parte dai sensi, dalle emozioni, osservando e accettando, e con ciò andando sempre più dentro. Ciò che si osserva non è ancora l’anima, ma è una traccia che ci fa avvicinare ad essa. Con l’osservazione, la mente inizia a collaborare. La consapevolezza si rende presente.
Il principio femminile, anima, e il principio maschile, consapevolezza, sono dati all’essere umano per uno scopo preciso: autoconoscersi. Dall’interazione tra i due principi interiori scaturisce la conoscenza di sé. La vita terrena serve a questo scopo. Il corpo fisico ha la funzione di veicolo per l’anima e di spazio per la consapevolezza, esso è il tempio in cui avviene la loro Unione.
Comprendere che cos’è l’anima
L’anima è la forza vitale, è l’essenza della vita, è ciò che la permette. E’ quel quid invisibile che ti consente di stare in piedi, di abitare il tuo corpo, di muoverti, di respirare. Senza l’anima, il corpo non starebbe insieme. Infatti, quando l’anima ha compiuto la propria esistenza terrena, esso cessa di servirla. Il cuore smette di battere, il respiro si arresta e tutto il corpo inizia il naturale processo di disgregazione e decomposizione.
Che cos’è l’anima? L’anima è il principio della vita nel corpo, è l’energia che sostiene il cammino di vita. Se tale viaggio viene percorso inconsapevolmente, l’anima rimane dietro le quinte. Resta sconosciuta sia all’essere umano che ne è portatore, sia al mondo. Essa dovrà tornare a incarnarsi più e più volte, attraversare situazioni di sofferenza, per apprendere le lezioni della vita. Dovrà perdersi completamente nel fuori, allontanarsi da se stessa. Finalmente un giorno capirà la necessità che ha di rientrare, di incominciare a diventare consapevole di sé.
Se il cammino di vita viene vissuto consapevolmente, l’essere umano ha la possibilità di contattare l’anima, di autoconoscersi.
Nel seminario “Il Segreto del Fiore d’Oro” con Renata e Asimo, si fa esperienza dell’unione alchemica tra anima e consapevolezza.
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Il viaggio dell’anima
Possiamo tracciare 5 fasi nel viaggio dell’anima:
1-L’anima è l’inconscio
L’anima è totalmente inconscia, il viaggio di consapevolezza non è ancora iniziato. L’essere umano è proiettato verso il fuori, vive una vita caotica, stressante, frustrata, oppure è immerso nell’indolenza, nella pigrizia, nella letargia. O si trascina qua e là senza uno scopo. L’anima da sola è debole come una regina senza un re, pertanto si lascia facilmente sedurre dalle attrazioni mondane. C’è sofferenza, ma è spesso elusa dal non ascolto, dalle strategie di compensazione.
2-L’inizio del viaggio verso la luce
Sorge il barlume della consapevolezza, il viaggio inizia. Anima e consapevolezza appaiono antitetiche. L’essere umano fa esperienza del conflitto che alberga il lui. Ciò che sente è spesso spiacevole, difficile da accettare. Donna interiore e uomo interiore litigano come due coniugi sul punto del divorzio, sono in disaccordo. C’è disagio a causa del karma e delle tensioni dell’ego che si somatizzano nel corpo. Ma si può finalmente osservare tutto ciò e così si inizia a crescere, a fare ordine. C’è un senso di direzione.
3-Anima e consapevolezza si incontrano
Donna interiore e uomo interiore si uniscono nel fuoco della passione. L’essere umano sperimenta l’amore per se stesso, l’alchimia della trasformazione. Non si sente più frammentato, ma vede che via via procede nell’integrarsi. Le divisioni, i conflitti, vengono superati. L’energia che prima era bloccata nei traumi e nel karma ricomincia a fluire e a rendersi disponibile. L’anima allora inizia a manifestarsi con le sue qualità luminose, da anima diventa fiamma. Essenza di luce in grado di innescare e cavalcare molteplici processi di trasformazione. L’essere umano scopre i propri doni e talenti e può creare qualcosa di significativo per lui/lei.
4-Condivisione dei frutti dell’Essenza
L’unione interiore procede e si fa più intima e profonda. Qui non si tratta più di unire gli opposti, ma di vivere in accordo con l’unione già avvenuta, rimanendo fedeli a se stessi. E’ ascoltare l’anima come ispiratrice interiore di azioni rivolte al bene, attraverso una consapevolezza che si fa via via più fine. L’essere umano sperimenta una vita appagata, gode dei frutti del lavoro su di sé e li condivide con gli altri. E’ il saggio, punto di riferimento per molti, ma senza nessun investimento egoico nell’idea di aiutare. Vive nel bilanciamento, nell’equilibrio, nel presente. Si autoriconosce come fiamma, come fonte di luce e trasformazione continua, incessante, per sé e per gli altri.
5-Cristallizzazione.
L’anima ha compiuto ciò che era scritto dentro di lei e nel cuore dell’Universo, al quale sta per ritornare. Attraverso la sua individuazione, l’Assoluto ha potuto espandersi, auto-celebrarsi, arricchirsi. Altre anime si sono emancipate e sono ancora in cammino grazie al suo contributo. Per lei, il viaggio volge al termine. E’ il momento di spegnere la candela. La fiamma che si è sprigionata grazie alla sua trasmutazione ha fatto luce a se stessa e a molti. Nessun rimpianto, niente in sospeso. Tutto viene lasciato andare. Così è.
La fiamma è pronta per volare verso l’alto e tornare da dove è venuta, ricongiungendosi all’Assoluto. Forse vi aveva fatto ritorno tante altre volte, dopo la morte fisica, ma come anima, non come fiamma. Mentre l’anima conserva un senso di separazione, che rende doloroso il distacco dal corpo e il successivo bardo, la fiamma ha trasceso la dualità. La fiamma è l’essenza dell’essere umano che ha riconosciuto chi è.
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Un seminario esperienziale
Nel ritiro “I Destini dell’Anima” con Renata e Asimo si fa esperienza di queste 5 fasi.
Attraverso un metodo dinamico, vivo e che aiuta ad ascoltare l’anima,
a coglierne la vita misteriosa e a manifestarne l’energia.
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by Renata e Asimo
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