Di questi tempi forse verrebbe da modificare la domanda. In molti si chiedono. “Si può avere qualcosa?” E poi, siamo su un sito che parla di spiritualità, di anima. Che c’entra la domanda “Si può avere tutto nella vita?”?
Scrivo questo articolo per sfatare i suddetti luoghi comuni portando la mia esperienza.
Infatti ho messo il punto di domanda tra parentesi nel titolo.
Per stimolarvi a passare dalla domanda all’affermazione, con naturalezza.
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Cosa significa “avere tutto”?
Per cominciare, viene da chiedersi che cos’è che intendiamo con “avere tutto”. Infatti si tratta di una generalizzazione. Il significato sembra scontato, ma non lo è. Anzi, il problema di fondo sta proprio nel fatto che diamo per scontato che “avere tutto” sia una certa cosa. Si ha un’idea formata da condizionamenti familiari e sociali. Ma tra quest’idea e la propria realtà di vita c’è un abisso. Se non lo colmiamo con la consapevolezza, esso ci precluderà la possibilità di procurarci ciò che costituisce la nostra personale felicità.
L’equivoco della moda
Se il “tutto” che intendiamo è determinato dalla moda, allora è molto molto difficile avere tutto. Ed è molto molto difficile, anzi impossibile, che si possa essere felici “avendo quel tutto”. Magari per qualche strana ragione si riesce a raggiungere una posizione invidiabile, socialmente ed economicamente. O si ha la classica “famiglia del Mulino Bianco”, una bella casa, con oggetti di pregio e tutte le comodità. Magari si hanno tanti amici, e ci si possono permettere vacanze e svaghi.
Ma si tratta di uno “standard”. Ovvero è ciò che l’immaginario collettivo intende come “avere tutto”. Se ci riferiamo alla coscienza collettiva per determinare ciò che vogliamo, siamo perduti. Se ciò che si ha non è relazionato a se stessi, risulta senza senso e non rende felici.
Luoghi comuni
“Non si può avere tutto nella vita” è appunto un luogo comune. Lo è anche “Chi si accontenta gode”. Sono parole dettate dal super ego. Credere in questi assunti porta a conseguenze nefaste. Eccone alcune:
- Deprimersi e trascinare la propria esistenza lontani dalla propria energia
- Essere sfruttati da altri, ossia lavorare a servizio degli scopi altrui
- Frustrazione: paragonarsi a chi ha raggiunto gli obiettivi e invidiarli
Il capovolgimento egoico dei suddetti presupposti è parimenti pericoloso. Andare verso ciò che ci attrae non deve essere un’ossessione. Ho conosciuto una donna che, pur di ottenere una posizione lavorativa che a lei sembrava il top, era ricorsa alla magia nera. Ciò la stava portando fuori di testa. Perciò si era rivolta a me, per riacquisire un po’ di equilibrio e purificarsi. Ma nessun risultato scaturì, dato che lei non era disposta ad ammettere l’errore commesso. Si era intestardita e nulla poteva farle cambiare idea.
Luoghi interiori: i paesaggi dell’Anima
E’ il contatto con la propria energia che ci deve guidare. Allora sapremo riconoscere le giuste priorità, ciò che va bene per noi. In tal caso, non si pone neanche il problema dell’accontentarsi, del farsi andare bene qualcosa.
Può accadere che si debba attraversare una fase di vita in cui, per sopravvivere, si è costretti nostro malgrado ad adattarsi. Per esempio, facendo un lavoro che non ci piace. Se la visione è chiara, anche questa esperienza può essere vissuta come un dono, non come una punizione.
Svolgiamolo al meglio. Usiamolo per esercitarci nella presenza. Essendo connessi, comprendiamo che non è per sempre. E nel frattempo utilizziamo le risorse che abbiamo per preparare il terreno per creare. Sapendo attendere il momento giusto, come fanno le piante: fioriscono quando è il loro momento. Prima hanno attraversato un inverno rigido. Sono state ritirate in loro stesse. La Natura ci invita a fare altrettanto.
Muoverci con i CICLI DELL’ANIMA ci porta naturalmente fuori dalle strade battute. Ci conduce dove il nostro sogno personale è pronto ad attenderci.
UN’ESPERIENZA ENTUSIASMANTE
ALLA SCOPERTA DELLA TUA ANIMA E DEI SUOI CICLI
PASQUA 7 – 10 APRILE 2023
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Il punto di vista soggettivo
Se per “avere tutto nella vita” si intende realizzare tutto ciò che è importante per se stessi come Anima, allora paradossalmente, la via è più semplice. Si tratta solo di ricontattare qualcosa di naturale che è stato messo da parte, ma non è perduto. In quella dimensione è più facile raggiungere gli obiettivi, perché l’Universo naturalmente e continuamente ci spinge verso ciò che fa per noi. Di conseguenza, è anche naturale essere felici, perché si vive in sintonia con ciò per cui si è intimamente portati.
Ci si riconosce in ciò che si è creato partendo da se stessi. Ciò che si manifesta nella materia scaturisce dai cicli evolutivi dell’Anima nel suo cammino di consapevolezza. E’ un divenire continuo e non ci sono attaccamenti. La felicità scaturisce dal contatto con la propria energia. Essere creativi è avere potere sulla materia, pertanto la si orienta via via in funzione di ciò di cui c’è bisogno nel presente.
Il Desiderio all’origine
Dunque, quel “tutto” che ci rende felici non è qualcosa di preso a prestito dalla coscienza collettiva. Bensì è TUTTO ciò che sta nel potenziale soggettivo. In altre parole, si tratta di capire quale desiderio originale ha spinto l’Anima a volersi incarnare in questa vita.
La nostra Anima non è scesa a caso qui sulla Terra. Ha seguito la sua naturale tendenza, che non ha nulla a che fare con le tendenze collettive. L’Anima si muove spinta da desideri. Essa ama attrarre esperienze di vita che la sollecitano a manifestarsi, a uscire fuori, a rendersi visibile. In tal modo evolve, perché rendendosi chiara ed evidente, diventa consapevole di sé.
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5 errori comuni e come risolverli
Una volta chiarito cosa intendiamo con il termine “avere tutto”, vediamo ora quali sono gli errori più comuni. Ossia i blocchi che possono ritardare la manifestazione dell’Anima. Addirittura in molti casi, come vedremo, essa viene rinviata ad una vita futura.
1.Falsa spiritualità
Siamo sommersi da false credenze riguardanti cosa è “spirituale” e cosa non lo è. Molti credono che “avere tutto” sia anti-spirituale. Si confonde ancora una volta l’avere in senso consumistico con l’avere qualcosa che ci appaga e che possiamo contemplare con gratitudine e soddisfazione perché è frutto della manifestazione della propria energia.
Si usa la spiritualità di facciata come alibi per giustificare i propri fallimenti personali. Ricordate la favoletta della volpe e l’uva? La volpe non riusciva a raggiungere il grappolo d’uva, così se la raccontava, dicendo che tanto, non le interessava. Oggigiorno molti si aggrappano a mode spirituali fatte di rinunce, in uno stoicismo che li allontana da se stessi. Infatti intendono la via spirituale come una fuga da un mondo che si ritiene lontano dai veri bisogni dell’Anima. Ma se siamo qui, e lo abbiamo scelto noi, questa prospettiva non quadra con il desiderio dell’Anima di manifestare i propri doni.
Il vero cammino
E’ quello che si riassume nella figura di Zorba the Buddha. Osho in questo è un Maestro straordinario. In sintesi: non ti devi reprimere. Riconosci i tuoi desideri. Vai per quelli. Più lavori su di te e più saprai distinguere. I falsi desideri verranno lasciati andare, quelli più fondamentali resteranno per essere realizzati. Un giorno trascenderai anch’essi. Ma castrarli sul nascere non è la via. Ti fa allontanare da te stesso. Per individuarti, per scoprire chi sei, ti devi guardare dentro e fare esperienza di ciò che ti chiama. Lì troverai qualcosa per te. Devi avere coraggio, non rinunciare in partenza.
2.Pensieri negativi sul mondo odierno
Molti stanno gettando la spugna per quanto riguarda il tema della manifestazione e dell’abbondanza che ne deriva. Era facile lavorare su questi temi con una buona percentuale di successo vent’anni fa. Allora la crisi economica del vecchio mondo con le sue strutture obsolete non era ancora così evidente. Invece adesso assistiamo allo sfacelo totale. Ciò fa pensare che sia difficile emergere dallo sfruttamento lavorativo, dal diffuso impoverimento e dalla frammentazione sociale.
Ma in realtà questa difficoltà riguarda tutti coloro che non hanno ancora conseguito un centro stabile in se stessi. La difficoltà colpisce chi non ha ancora chiaro il proprio senso di direzione. Forse non sa ciò che veramente vuole o che va bene per se stesso. E così o non cerca, o lo cerca fuori, non trovando nulla, perché di fatto NON C’E’ NULLA.
Cogliere le nuove opportunità
E’ proprio nei periodi più neri che si aprono nuove strade. Proprio quando l’oscurità si fa più densa, e ci illude di schiacciarci, sono disponibili Energie che nessuno vede, perché la maggior parte delle persone china la testa, crede di essere spacciata e abbandona ogni iniziativa.
L’Anima è in continuo movimento. Non ha senso tenerla bloccata pensando che i tempi in cui viviamo non siano favorevoli! La nostra Anima sa andare con la Grande Anima dell’Universo, che ha voluto questo momento storico così com’è. Pertanto, sa anche cogliere il nuovo. L’Anima consapevole va dove c’è spazio. E lo spazio si apre fuori dai canoni precostituiti, e al di là di ciò che ci inculcano le agenzie di informazione.
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3.Il malinteso della legge d’attrazione
La legge d’attrazione: questa sconosciuta! Sembra paradossale che un tema così importante per la crescita personale sia caduto nell’oblìo (eh sì, perché anche nella spiritualità ci sono le “mode”!). Ed è assurdo che un argomento di cui anni fa si è parlato così tanto (e a sproposito), sia uno dei più fraintesi.
Si è erroneamente confusa la legge d’attrazione col pensiero positivo. Si è creduto di attirare ciò che ci piace solo pensandolo continuamente. Niente di più sbagliato. Non è questo il senso della legge d’attrazione universale. Ovviamente, dopo aver picchiato il naso contro l’evidenza dell’insuccesso, si è mollato tutto.
La vera legge d’attrazione
Varrebbe la pena di conoscere la VERA legge d’attrazione universale. Ciò implica avvicinarsi alle leggi universali partendo dalla propria esperienza, per vedere da vicino e toccare con mano di cosa si tratta. E dov’è che facciamo questa esperienza? Nel corpo. Non certo nella mente! Solo riappropriandoci del naturale potere del corpo di vibrare con l’Anima, possiamo riconoscere le sacre leggi, come alleate nel processo di manifestazione.
E’ quanto facciamo nel ritiro “I Destini dell’Anima”. Impariamo insieme un modo pratico ed efficace per sintonizzarci con le leggi universali. Le facciamo nostre. Entriamo nel COME attrarre. SENTIRE la legge d’attrazione in unisono con l’Anima in movimento, ce la fa interiorizzare. Così da usarla nel modo giusto.
4.”Tutto subito”
La mancanza di pazienza, di perseveranza, di costanza, sono altrettanti motivi di blocco nell’espressione di se stessi. “Avere tutto” è un processo. Non è una meta. Infatti si dice “Avere tutto” e non “Avere tutto subito”. Quest’ultima è la prospettiva dell’ego. Non appaga l’Anima. La quale ha i suoi RITMI.
Ciò che ti rende felice a vent’anni è diverso da ciò che ti rende felice a quaranta. La vita è un processo. Ogni stagione ha le sue peculiarità. Ha i suoi fiori, ha i suoi frutti. E produce i semi della stagione successiva.
Perseverare: crescere e creare
Riscoprire i RITMI DELL’ANIMA serve a focalizzare di cosa abbiamo bisogno veramente, sia dal lato evolutivo che dal lato creativo. Il primo assolve al desiderio dell’Anima di evolvere, di diventare consapevole. Il secondo assolve al desiderio dell’Anima di creare, di rendersi manifesta. Tali due sfere della vita dell’Anima sono complementari e si nutrono l’un l’altra. Aderire alla vita dell’Anima è esserne consapevoli e assecondarle.
E’ ciò che facciamo nel seminario “I Destini dell’Anima”, imparando a gestire le risorse di cui Essa è dotata, in vista della sua evoluzione e della conseguente creazione.
5.Procrastinare
Rinviare la realizzazione della propria felicità fa parte dei trucchetti dell’ego per impedirci di manifestare il nostro potenziale. Rimandare ha vari aspetti:
- Non so cosa voglio veramente ma rimango in superficie e non mi assumo la responsabilità di indagare a fondo.
- Avvallo meccanismi inconsci di sabotaggio del mio sogno personale proprio per continuare a sognare, a proiettare nel futuro. Così ho un cantuccio dove rifugiarmi ed evitare di misurarmi con la realtà.
Procrastinare nasconde sempre la paura.
- Paura di non farcela. Si dà per scontato che i sogni debbano rimanere nei cassetti.
- Paura di farcela. Si vuol evitare il successo, perché la vera realizzazione implica la morte. Di quest’ultimo punto parleremo nel paragrafo successivo “Cosa faccio dopo che ho avuto tutto dalla vita?”.
Prendere in mano la propria vita nel presente
Quando ci si accorge di procrastinare, è il momento di attingere alle proprie risorse e guardare al presente. E’ lì che possiamo trovare la chiave per fare breccia attraverso le proiezioni della mente, che tende a farci sviare e a spingerci verso il futuro. Un futuro che non c’è.
“Nemmeno i più saggi conoscono tutti gli esiti.
Possiamo solo decidere cosa fare con il tempo che ci viene concesso” (Gandalf, da Il Signore degli anelli)
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Chiavi di indagine
Ecco qualche spunto: sono domande-chiave che possono rimanere aperte, anche per lungo tempo. esse ci stimolano a guardarci dentro e scoprire cosa va bene per noi.
“Di cosa ho bisogno ora?”
“Che cosa è per me la felicità?” “Cosa mi rende felice?”
Per me è una casa in mezzo al bosco, per te potrebbe essere una casa in città. E’ soggettivo. Per uno è mettere su famiglia e avere figli, per un altro è stare single, o farsi monaco.
Sii specifico. E se non sai, abbraccia una pratica meditativa e lavora su te stesso per conoscerti.
“Cosa faccio dopo che ho avuto tutto?”
Questa è l’insidia finale. E’ la trappola più micidiale dell’ego, sul tema dell’avere tutto nella vita. L’ego si sentirà morire. Se riuscirai a realizzare il tuo potenziale, trascenderai quel desiderio per cui l’Anima si è incarnata. E’ un processo di morte. Ma è la morte del bruco, affinché la farfalla spicchi il suo volo meraviglioso e colorato.
Godersi la vita che si è manifestata
E anche questa chiamata dell’Anima può riservarci delle sorprese. Potremmo renderci conto che non riusciamo a godere veramente di ciò che abbiamo. Ovvero, non è che ciò che si è creato sia dissonante dal nostro IO più profondo, tutt’altro. E’ in sintonia con l’Anima, lo abbiamo voluto consapevolmente. Ma proprio il raggiungimento rivela la nostra incapacità a godere i frutti.
Allora, è necessario andare più in profondità ancora una volta nel cammino evolutivo, per liberare il piacere. Un piacere non futile, ma fatto di presenza. E’ la gioia di esserci, lì nello spazio che abbiamo creato. Essere lì con tutto il cuore, con gratitudine. Anche con vulnerabilità. Senza attaccamenti. La danza dell’Anima continua.
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La mia esperienza
Ebbene sì, ho avuto tutto nella mia vita. Ho realizzato quel “tutto” che va bene per me. Forse per te che leggi, la parola “tutto” ha un significato diverso che per me. Questo è ottimo. Anzi, ti invito a focalizzare quale sia il tuo “tutto”.
E’ un’avventura meravigliosa. Dalla condivisione di tale viaggio con Asimo, è scaturito il ritiro “I Destini Dell’Anima”. E’ una nostra creazione. Ci rende felici perché è un tassello del nostro “tutto”.
Ti aspettiamo!
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Di Renata Rosa Dwija Ughini
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