Le energie del 21 dicembre e del Natale sono forti e di grande risonanza.
Oggi parliamo di una ricorrenza ormai quasi dimenticata: il 27 dicembre.
Essa connette l’energia del solstizio invernale con l’energia della fine dell’anno solare e l’inizio del nuovo anno.
Prepara a lasciar andare il vecchio ed accogliere il nuovo.
Conosciamola meglio per accoglierne l’energia e integrarla in noi stessi.
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Verso la fine dell’anno solare
Gli ultimi giorni dell’anno sono densi di una particolare energia. Vi si concentrano tutte le energie dell’anno trascorso e si prepara il passaggio all’anno nuovo. La luce del solstizio e la magia del Natale sono appena passati, in cielo la luce della nostra stella sta già muovendo i primi passi nell’espansione. Ciò richiama un analogo movimento in terra: è il momento giusto per propiziare il futuro raccolto.
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I solstizi
Sono i momenti dell’anno in cui c’è un intervallo o rallentamento delle vibrazioni cosmiche (si veda in proposito “La legge dell’ottava“). “Solstizio” infatti significa “solis statio”, fermata del sole: se si osserva il cielo, sembra che il sole si fermi, che ci sia staticità e poca progressione nell’allungarsi delle giornate (per il solstizio invernale) o per il loro accorciarsi (nel caso del solstizio estivo). In realtà è la terra che sta decelerando nel suo percorso di rivoluzione intorno al sole, movimento che non è costante lungo tutto l’anno, ma rallenta nei solstizi, disegnando un’orbita non circolare ma ellittica. Nei solstizi il sole è al punto di distanza massima dall’equatore, pertanto anche la sua influenza energetica è minore.
Tali momenti di rallentamento delle vibrazioni possiedono un enorme potenziale. Sono come dei vuoti che possiedono il massimo potere di attrazione di qualcosa che vada a riempirli: ciò può essere luminoso o oscuro. Dipende, come sempre, da noi. I rituali solstiziali sono indirizzati a riempire quel vuoto con energie pure, con frequenze elevate, a dare cioè quello che Gurdjeff chiamava “shock addizionale”: un movimento consapevole di energia in aggiunta a ciò che già c’è, e che può così essere intenzionalmente indirizzato verso ciò che vogliamo.
(Per approfondire si veda anche”La legge dell’ottava“)
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San Giovanni “dono di Dio”
Poco dopo i solstizi troviamo due ricorrenze interessanti. Il 27 dicembre è il giorno di San Giovanni Apostolo ed è il corrispettivo invernale di San Giovanni Battista che cade il 24 giugno, poco dopo il solstizio estivo.
Due figure molto vicine a Gesù, due energie pulite, scevre da ombre, entrambe col nome Giovanni, che significa “dono di Dio”. Li troviamo sulla ruota del calendario uno di fronte all’altro, ai due poli opposti. E se guardiamo alla storia narrata nei Vangeli, San Giovanni Battista preparò l’arrivo di Gesù, mentre San Giovanni apostolo fu con lui ai piedi della croce. L’inizio e la fine. Questa lettura è utile tanto a chi crede nel Gesù storico, quanto a chi non vi crede ma può intendere quella narrazione in chiave simbolica ed esoterica, uno spunto per comprendere i fenomeni della Natura e la dimensione dello Spirito.
Come il 24 giugno cade tra la fase legno e la fase fuoco dell’anno, così il 27 dicembre cade tra la fase metallo dell’anno vecchio e la fase acqua dell’anno nuovo. (Per approfondire vai all’articolo: “I cinque elementi“) Si tratta di giorni particolari, di forte energia, in quanto essendo immediatamente successivi ai solstizi, coincidono con i momenti in cui l’energia sta ripartendo alla grande, dopo la “fermata” solstiziale.
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Rituali antichi
Gli antichi lo sapevano, infatti nei giorni poco dopo i solstizi era tutt’un celebrare riti di purificazione, di passaggio, di propiziazione di buoni raccolti. Preparavano se stessi e i propri spazi terreni, case e campi, a ricevere i doni dell’Universo, scongiurando avversità e allontanando influenze indesiderate.
Nell’età moderna molte di queste usanze sono andate perdute, sostituite da una mentalità consumistica e lontana dai cicli naturali. Ciò espone inevitabilmente ad assorbire inconsapevolmente energie che qualcun altro immette nel collettivo, allo scopo di influenzare ulteriormente le scelte dei singoli e l’andamento della società, a vantaggio di quei pochi che sono ben a conoscenza delle leggi universali, e tentano di pervertirle a loro uso e consumo. Ecco anche spiegata l’insistenza dei messaggi pubblicitari in concomitanza delle festività natalizie: nei giorni di rallentamento delle vibrazioni cosmiche, quand’esse stanno per accelerare di nuovo, e si crea quel vuoto in cui può entrare di tutto, ecco che coloro che lavorano nell’ombra fanno di tutto per portarci dove vogliono loro.
Negli ultimi anni assistiamo a un ritorno delle celebrazioni solstiziali, soprattutto in contesti New Age o di crescita spirituale.
Tra i due San Giovanni menzionati, è soprattutto quello del 24 giugno ad essere ricordato. Il 27 dicembre invece passa oggi inosservato. Eppure, è un momento ricco di potenziale energetico, tanto quanto il 24 giugno, anzi per certi aspetti è ancora più importante.
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24 giugno
Il 21 giugno celebra l’apice dell’espansione della luce. La giornata più lunga dell’anno porta con sé energie volte alla manifestazione.
Il 24 giugno tradizionalmente coincide con la trebbiatura del grano, momento di abbondanza.
Il raccolto del grano e la sua conservazione nel granaio richiamano tutto ciò che nella nostra vita è giunto a maturazione e va contenuto e messo al sicuro per poterne godere successivamente.
E’ anche un momento di preparazione al declino progressivo della luce. Infatti i rituali del 24 giugno avvengono per la maggior parte dal tramonto in poi, durante la “notte magica”, la prima notte che vede l’espandersi dell’oscurità.
L’energia del 24 giugno ha una qualità più estroversa.
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27 dicembre
L’energia del 27 dicembre introduce all’espansione della luce. Mentre l’accelerata del 24 giugno è verso l’espandersi del buio, la spinta del 27 dicembre è verso la luce. E’ l’alba del nuovo giorno, come tale possiede una luce poco appariscente ma pura, cristallina e bianca come quella dell’aurora. Essa consente grande rivelazione. All’alba si fanno i sogni più rivelatori, all’alba ci si alza presto per meditare, o si ascolta il silenzio. E’ un invito a cavalcare l’energia della luce appena sbocciata e assorbirla. E’ l’inizio della rivelazione della luce. Ricordiamo che San Giovanni Apostolo è autore dell’Apocalisse = Rivelazione della fine dell’oscurità e del trionfo della luce. Questo tema appare anche nei primi versetti del suo Vangelo.
Rispetto a quella del 24 giugno, l’energia del 27 dicembre ha una qualità più introversa. Fa freddo, la Natura è ancora addormentata, si sta volentieri in casa e malgrado si stia andando verso la luce, le giornate sono ancora corte. Tempo quindi per occuparci di noi stessi, dello spazio interiore, prendercene cura e rigenerarlo. Tempo per pulire lo spazio in cui viviamo: riordinare casa e buttare via oggetti vecchi e oscuri, dove l’energia è rafferma. Tempo per andare dentro e preparare una ricapitolazione dell’anno che volge al termine. Ecco di seguito qualche spunto su come fare.
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Rituali del 27 dicembre
Non ho trovato traccia di riti antichi legati a questo giorno. In Natura non si fa granché, non è il momento per lavori particolari, né di seminare né di raccogliere. Ma in casa si può fare molto.
*Purificazione del corpo: digiuno o semi-digiuno. Serve ad alleggerire e smaltire eventuali pranzi natalizi un po’ fuori dalla routine alimentare sana.
*Space cleaning: riordiniamo lo spazio in cui viviamo. Non è il momento delle “pulizie di primavera”, quanto piuttosto di mettere ordine. Apriamo luoghi bui come armadi e cassetti e facciamo entrare la luce. Mettiamo a posto. Facciamo l’inventario: riponiamo con amore ciò che ci appartiene e che va valorizzato, ed eliminiamo ciò che non serve o appesantisce. Ogni cosa al suo posto, e per ogni posto la sua cosa.
*Ricapitolazione dell’anno che sta per finire: prendiamoci del tempo per praticare una meditazione e poi osservare il cammino svolto quest’anno. Non avremo questo tempo il 31 dicembre, perché probabilmente saremo in compagnia oppure intorno a noi non ci sarà il silenzio necessario all’introspezione. Ora guardiamoci dentro e lasciamo affiorare i messaggi dell’anno vecchio. Guardiamo noi stessi e come l’abbiamo vissuto. Cosa ci ha portato e come ci siamo posti, sia nelle difficoltà che nelle situazioni positive. C’è qualcosa che ci appesantisce? E’ il momento di lasciarlo andare. E’ rimasto qualcosa in sospeso che inevitabilmente si trascinerà nell’anno nuovo? Guardiamolo e attendiamo che ci arrivi la visione giusta su come affrontarlo. Possiamo scrivere su un foglio tutto ciò e fare un rito del fuoco.
*Pulizia delle relazioni: allo stesso modo, guardiamo alle relazioni dell’anno vecchio. Facciamo pulizia, facciamo ordine. Lasciamo emergere. Se non abbiamo detto qualcosa a qualcuno e ce lo siamo tenuti dentro, è il momento di tirarlo fuori senza indugio. Se ci sono situazioni da concludere, concludiamole e diamo a ciascuno il suo. Con amore.
*CONCLUDERE OGNI COSA: dedichiamoci a chiudere i cerchi, portiamo a compimento tutto ciò che abbiamo lasciato in sospeso nell’ultimo periodo. Non rimandiamo oltre. Questa è una forma di pulizia molto importante, che ci predispone positivamente all’ingresso delle energie creatrici della luce in espansione.
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Permettiamoci di essere creativi nei nostri rituali. Affidiamoci ai movimenti dello spirito nelle piccole cose. Lasciamo che la nuova luce che sorge, così sottile e pura, rischiari la nostra consapevolezza. Tutto si sta preparando, nella Natura, per rimettersi in moto. L’inizio è importante. L’inizio non è appariscente ma c’è. E chi ben comincia, è a metà dell’opera.
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di Renata Rosa Dwija Ughini
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Per approfondire…….
“I Destini dell’Anima“
seminario esperienziale per un 24 giugno speciale
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Grazie!!! Molto molto bello!!!!
Buon Nuovo Anno a Voi
Antonella