Hera (Era) o Giunone era la dea sposa, la dea moglie, la Signora realizzata nel matrimonio.
Regina dei Cieli e della Terra, siede sul trono accanto al consorte Zeus o Giove.
In ogni donna c’è una Hera: è l’archetipo femminile della donna sposata o impegnata in una relazione stabile.
Hera non è solo la dea del matrimonio istituzionalizzato, ma anche del matrimonio celebrato dai due nell’intimità della coppia: l’unione duratura tra uomo e donna, che giorno dopo giorno portano avanti la scelta di stare insieme.
L’archetipo Hera anima l’anelito della donna a trovare l’uomo giusto e condividere con lui la propria vita.
La buona riuscita dell’unione è fondamentale per lei e impegnarsi in tale direzione costituisce il suo cammino evolutivo.
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La dea: cenni mitologici
Hera o Era presso gli antichi Greci, Giunone (Juno) presso gli antichi Romani, era la Grande Signora, Regina ancora prima di sposare Zeus. Quando tra i due nacque l’attrazione, lei mise come condizione il matrimonio, altrimenti non si sarebbe concessa. Lui acconsentì a sposarla e dopo un sontuoso matrimonio, la luna di miele durò trecento anni. In seguito, lui la tradì più volte, scatenando l’ira della dea contro le malcapitate. Malgrado ciò, dopo ogni crisi l’unione si rinsaldò e la coppia perdurò. Quando il marito la tradiva, Hera talvolta se ne andava, stando da sola per un periodo in luoghi lontani e naturali, per rigenerarsi e poi fare ritorno quando lui attirava la sua attenzione per riconquistarla.
Senza il marito, Era poteva riposare o fare vacanza, ma qualunque cosa intraprendesse da sola, si rivelava poi un fallimento. E’ ciò che successe quando generò dei figli da sola: ne nacquero creature incomplete, mostruose o con problemi, come Efesto, che fu cacciato dall’Olimpo perché storpio.
Nel mito della dea troviamo la ciclicità e il rinnovamento. Era fu venerata come “Vergine” in quanto periodicamente riacquistava la verginità. Fu chiamata “la Realizzata” e anche “la Vedova”.
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L’archetipo della sposa
L’archetipo Era è attivo nella donna che desidera il matrimonio e lo persegue come via di realizzazione. Immediatamente l’immaginario va alle nozze celebrate in modo tradizionale, con tanto di documenti, partecipazioni, invitati. Ma il matrimonio non è solo questo. Oggigiorno, il cambiamento di stili di vita e di sistemi di credenza ha reso attuale un nuovo modello di relazione stabile.
Possiamo dunque individuare tre tipologie di matrimonio:
1)Il matrimonio classico, un po’ fuori moda, celebrato in Chiesa o in Comune. Esso è una cerimonia formale, in cui i due pronunciano il loro impegno reciproco dinnanzi a figure istituzionali, che sanciscono la loro unione dinnanzi alla società e in virtù di leggi decise da altri. L’impatto psicologico che tale tipo di cerimonia può avere sulla sposa non è tanto collegato all’archetipo di Hera in sé, quanto piuttosto al sistema di credenze che governa la psiche della donna. Se ella è convinta della verità e della giustizia delle istituzioni civili o religiose, conseguentemente è portata a desiderare questa tipologia di matrimonio e non si accontenterà di un altro tipo di unione di coppia.
2)Il matrimonio informale, celebrato dai due nell’intimità del loro stare insieme. Può trattarsi di una cerimonia in riva al mare, o nella semplicità della casa che hanno deciso di condividere. Può essere sancito da un pronunciamento reciproco di unione e impegno, oppure può iniziare con un’intesa silenziosa e profonda. Oggigiorno tale modalità viene comunemente chiamata “convivenza”. I due si considerano marito e moglie, lui è l’uomo di lei, lei è la donna di lui e il loro legame si rinsalda con lo stare insieme. Tale scelta implica che i due non danno importanza alle istituzioni e non si sentirebbero “più sposati” qualora un terzo li proclamasse tali.
3)Il matrimonio interiore, ovvero l’unione dell’energia femminile con l’energia maschile nella donna. Ella vive il matrimonio nella relazione intima con il proprio Animus, con l’uomo interiore che vive dentro di lei. E’ un passaggio importante nell’evoluzione della donna, e può coesistere con il matrimonio con l’uomo esterno, oppure no. Nel primo caso, la donna si rispecchia nell’uomo esteriore, apprende da lui e affina la relazione con il maschile interiore. Nel secondo caso, si ritira in se stessa, in meditazione, permettendo così l’unione mistica tra le due energie. Nella vita di una donna possono alternarsi le due modalità in diverse fasi o età, a seconda del momento evolutivo e delle circostanze.
In tutte queste tipologie di matrimonio, Era è attiva come archetipo e facilita l’unione, la costanza, l’impegno. E’ la dea che spiana la strada a una unione duratura, ottenuta anche superando gli ostacoli che possono insorgere sul cammino a due.
Se Era non è attiva, la donna o non si unirà a nessuno, o sperimenterà relazioni brevi, prive della qualità della stabilità. Anche le nozze mistiche interiori saranno difficili, non potendo lei riconoscersi nell’unione profonda.
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Qualità distintive dell’archetipo Hera
- Regalità
- Fedeltà
- Costanza
- Solidità
- Impegno nella relazione
- Capacità di affrontare le difficoltà nella coppia
- Devozione
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Limiti
- Gelosia, possessività
- Dipendenza
- Vivere all’ombra del marito
- Fallimento se intraprende qualcosa da sola
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Soluzioni e vie di crescita
Come è noto, Hera veniva tradita dal suo sposo Zeus e reagiva in modo violento contro “l’altra”. La gelosia, il controllo, la dipendenza emotiva sono i tratti più difficili dell’archetipo. Il mito ci mostra che l’aggressione contro l’amante occasionale di lui non è una buona soluzione, ma semmai è solo una manifestazione di fragilità, vittimismo, perdita di senso di sé. Ciò getta la Regina nel ridicolo. Nemmeno la ripicca può essere un buon modo per venir fuori dalla difficoltà, dato che quando Hera provò a generare da sola i figli per vendicarsi contro il marito (che aveva concepito figli e figlie al di fuori del matrimonio), non ebbe successo e partorì dei mostri o delle creature che lei stessa rifiutò.
Qual è allora la soluzione quando il consorte fa qualcosa che non risponde alle aspettative, o infrange temporaneamente la promessa di fedeltà?
Secondo alcuni miti, quando Hera si allontanava e prendeva spazio per se stessa, le cose si appianavano. Lei poteva riposare un po’ dall’impegno della relazione, e lui faceva qualcosa per riconquistarla e mostrarle che il suo amore non era finito, ma era sempre vivo e il suo cuore, malgrado la scappatella, era rimasto con lei.
L’allontanamento dunque è la buona soluzione. Può trattarsi di un distacco fisico, un momento che la donna prende per se stessa, come una vacanza. Oppure può essere un distacco emotivo, un prendere le distanze a livello energetico. In ambedue i casi, significa fare completamente ritorno a se stessa. Ciò preserva sia la salute psichica ed emotiva della donna, sia la relazione, perché indirettamente anche lui viene beneficiato dal fatto che lei lo lascia andare. Sentendosi sgravato dalla dipendenza, lui si rende conto che lei è l’unica donna importante, e che vuole continuare a stare con lei. Così i due possono sposarsi nuovamente, rinnovare la loro unione.
Il mito di Hera ben rappresenta le schermaglie tipiche della relazione di coppia, che non è mai immune dal problema della co-dipendenza. Il tradimento non consiste sempre nel fatto che lui frequenta un’altra donna, ma può anche essere una situazione diversa, ad esempio uno sgarbo, un torto, un tradimento emotivo, qualcosa che lui fa e che delude le aspettative di lei. Ciò rivela il lato oscuro della relazione, che emerge per essere ripulito.
Tutte le relazioni sane sono fatte di cicli: ci si unisce intimamente, e poi ci si distanzia e ciascuno fa ritorno a se stesso. Se ciò non accade, se si anela costantemente a stare uno attaccato all’altro, non si cresce, non si passa dall’innamoramento all’amore. Perché tale passaggio avvenga, è necessario che periodicamente il ciclo dell’intimità si allenti, i due prendano spazio ognuno per sé, per poi nuovamente unirsi profondamente. L’archetipo Hera ci suggerisce questa via, che concilia il bisogno di una relazione stabile col bisogno di stare in solitudine e reggersi emotivamente sulle proprie gambe.
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Lo spettro del tradimento
Il tradimento dello sposo, come abbiamo visto, ha diversi significati. Può essere la classica scappatella sessuale con un’altra donna, oppure un atteggiamento dell’ego, che ferisce la moglie, la quale si sente tradita, e sulle prime non vede come lei stessa abbia contribuito a creare tale situazione.
Stare in una relazione duratura implica confrontare queste difficoltà.
Esse si manifestano anche nel caso in cui la donna sia in relazione unicamente col proprio uomo interiore o Animus. Lo stadio Hera da un lato le fornisce supporto per impegnarsi a fondo in tale direzione, dall’altro espone l’inevitabile infedeltà di lui. A tratti la donna sente l’unione mistica con lo sposo interiore, a tratti lo sente poco presente o addirittura si accorge che lui le ha fatto un voltafaccia. Anche in tal caso, prendere le distanze per vedere con obiettività l’accaduto, è la soluzione giusta e darà modo alla donna di rafforzarsi e integrarsi in se stessa, uscendo dall’illusione della dualità
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Buongiorno,
Sono interessata alle sessioni a distanza. Pensavo alle costellazioni ma sono aperta anche ad altre esperienze.
Posso sapere quanto costano?
Grazie e cordiali saluti.
Buongiorno Eleonora
grazie per il tuo commento.
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