Demetra o Cerere era la dea della maternità, del nutrimento, della fertilità, del raccolto.
Il suo mito è intrinsecamente connesso a quello di Persefone, sua figlia. Insieme costituiscono la coppia madre – figlia.
In ogni donna vi è una Demetra: è l’archetipo femminile della madre, di colei che genera, che dà vita e che si prende cura.
E’ colei che dà l’energia della Terra, favorisce la crescita di qualcosa di buono, e raccoglie i frutti.
E’ anche colei che evolve grazie alla ciclicità propria di madre Terra.
Vita, morte e vita si avvicendano continuamente, così da permettere la continua rigenerazione.
La sfida di questo archetipo consiste nel cavalcare l’onda del cambiamento,
affrontando anche i momenti di carestia, di privazione, con la fiducia nella rinascita.
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Demetra: cenni mitologici
Demetra presso gli antichi Greci, Cerere presso gli antichi Romani, era la dea della maternità, del nutrimento, della fertilità e del raccolto. Si unì a Zeus, dal quale ebbe la figlia Persefone. Ben presto lui uscì di scena e successivamente sposò Hera. Demetra crebbe la figlia da sola, e fece di lei la grande gioia della sua vita. Quando la ragazza fu rapita da Ade, dio del mondo sotterraneo, Demetra cadde in una profonda disperazione. Lasciò l’Olimpo e vagò per terre e per mari alla ricerca della figlia, senza esito. Decretò allora che nulla crescesse sulla terra fino a che Persefone non le fosse restituita. La terra allora fu colpita da un’enorme carestia. Finalmente il dio Ermes fu mandato nell’Ade a cercare la ragazza, la trovò e la riportò dalla madre. Le due si riabbracciarono, ma Persefone (come già sappiamo avendo presente l’articolo a lei dedicato) a quel punto, libera di andare dove voleva, trascorse parte del tempo con la madre nel mondo di sopra e parte con lo sposo Ade nel mondo di sotto. Demetra fu così placata e l’abbondanza del raccolto fu ripristinata. Demetra e Persefone nell’antichità erano le divinità centrali dei Misteri Eleusini, una via iniziatica- esoterica imperniata su riti di purificazione e connessione con Madre Terra e i suoi cicli di vita, morte e rinascita.
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L’archetipo della madre
La donna con l’archetipo Demetra attivo si realizza nell’essere madre, nel dare vita e nel nutrire e prendersi cura di ciò che genera con la propria fertilità.
Ciò si può concretizzare in vari modi:
1)Dare vita a un bambino in carne ed ossa, allattarlo, crescerlo, sostentarlo e accompagnarlo amorevolmente nella fanciullezza fino a che divenga adulto.
2)Dare vita a un bambino di altro tipo: non si tratta di generare un essere umano, ma di partorire e nutrire una realtà evolutiva interiore. Può trattarsi di un’auto-guarigione, di un atto d’amore verso la propria bambina interiore. Può trattarsi di una nuova consapevolezza.
3)Dare vita a un progetto, a una creazione esterna, e nutrirla. Per esempio, un cambiamento di vita, un nuovo disegno in campo lavorativo.
Vi sono svariate dimensioni dell’essere madre, che consiste essenzialmente in una qualità energetica, che la donna possiede e che non si esplica necessariamente nel dare alla luce un bambino fisico. Si può essere madre senza diventare mamma di un bimbo, e si può essere mamma biologicamente senza connettersi all’energia materna. In tal caso, l’archetipo di Demetra o è solo un modello vuoto, privo di significato profondo, o è mancante, o è presente nella donna ma in modo latente, inconscio, forse soverchiato da altri archetipi predominanti, che costringono la donna ad avere un bambino per i motivi più disparati. Lei così si convincerà di essere mamma, solo per il fatto di aver messo al mondo un figlio, ma in verità resterà disconnessa dalla matrice energetica della madre, la quale si attiva quando l’archetipo Demetra è equilibrato e ripulito da modelli limitanti.
Qual è allora l’energia della madre ripulita, attivata e connessa al femminile universale? Essa si manifesta nella donna che sa generare, dare vita, e nutrire, coltivare, allevare. Sia dentro che fuori di sé, sia nel mondo interiore che nel mondo esteriore.
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Qualità distintive dell’archetipo Demetra
- generosità
- benevolenza
- nutrimento
- prendersi cura
- il coltivare
- contenere
- attendere (dolce attesa)
- Dare/darsi
- protezione
- accudimento
- sollecitudine
- empatia
- ascolto dei bisogni del figlio
- superamento del momento di distacco (sindrome del nido vuoto)
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Limiti dell’archetipo Demetra
Quando l’archetipo Demetra è sbilanciato, può provocare diverse problematiche nella donna, tutte connesse al grande tema della dipendenza affettiva:
- Possessività/morbosità/attaccamento nei confronti dei figli e delle proprie creature (figli in senso lato)
- Scambiare l’accudimento con il preoccuparsi o il sostituirsi al figlio
- Dare non in modo incondizionato ma aspettandosi qualcosa in cambio
- Sentirsi deprivata affettivamente quando gli altri si allontanano da lei che li ha nutriti
- Distruttività come sfogo della frustrazione
- Vendetta/punizione verso chi non c’entra nulla col suo dolore
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Figlio sì o figlio no?
La maternità biologica, intesa proprio come concepimento, gestazione e nascita di un figlio, è un tema importante per la salute e la realizzazione della donna.
In tale aspetto, l’archetipo Demetra è connesso all’archetipo Afrodite, in quanto entrambe le dee favoriscono la procreazione, la fertilità. Ma mentre Afrodite spinge la donna verso la conservazione della specie, che implica mettere al mondo bambini di cui non necessariamente si prende cura, Demetra accende nella donna l’anelito a diventare madre, a rimanere incinta, partorire, per poi nutrire il bambino, crescerlo, tenerlo sotto la sua ala protettrice.
Ambedue gli archetipi bussano alla porta della psiche della donna ripetutamente durante l’età fertile, accendendo il desiderio di gravidanza, di maternità. La donna può subire tale richiamo, o farlo suo e riconoscersi in esso. Dipende dal livello di consapevolezza raggiunto, dalla capacità di guardarsi dentro e comprendere quali forze agiscono in lei, e cosa lei vuole veramente per se stessa. Se ha sviluppato altri archetipi, sarà più facile capre ciò che è bene, ciò che è giusto per lei, e attenersi alla scelta. Se invece lo spazio grembo è in disordine, la donna può incontrare difficoltà nell’affrontare il tema importante della maternità. Ecco quali fraintendimenti si possono verificare, con grande danno al percorso di vita della donna:
- Ripetute gravidanze indesiderate
- Confusione sul tema della contraccezione
- Cercare un figlio a tutti i costi, con accanimento (soprattutto verso lo scadere dell’orologio biologico)
- Mettere al mondo una squadra di bambini ma non volerli profondamente
- Auto-svalutazione se non riesce a avere un figlio
- Stare bene solo quando è gravida
- Mettere al mondo figli pur avendo difficoltà economiche
- Allontanamento dall’uomo dopo aver avuto il figlio
Tutte queste problematiche affondano le radici in un grembo che necessita di un lavoro di riequilibrio, così che la donna porti chiarezza e abbia la visione chiara di cosa vuole, visione che non può essere semplicemente il ricalco del modello archetipico, ma deve scaturire dalla connessione con se stessa. Allora la maternità è una benedizione sia per la donna che per il bambino, e così anche la maternità vissuta in altri ambiti, senza che la donna sia diventata madre biologicamente.
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